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Da Carlos Dana

Sabato 4 novembre è stata annunciata dal Comitato Ferrarese Area Disabili, anche a Ferrara,
la nascita di un movimento, in contemporanea con tante altre città italiane, dal nome “#Liberi di
fare”, che ha visto come sua prima attività, una manifestazione di sensibilizzazione ed
informazione rivolta a l’opinione pubblica ed al mondo delle istituzioni.
Sabato, infatti dalle ore 15:00 alle ore 16:00 erano presenti in Piazza Municipale a Ferrara,
numerose persone disabili e non, presenti in Piazza anche diversi ausili in rappresentanza di
tutte quelle persone disabili che non hanno potuto partecipare, proprio a causa della mancanza
di autonomia personale.
Gli scopi primari di tale movimento sono nell’ordine: informare, affrontare e se possibile
risolvere la questione inerente la necessità di una reale autonomia da parte delle persone
disabili non autosufficienti, siano esse fisiche, psichiche o sensoriali.
Questa “battaglia”, si rende necessaria, perché le numerose leggi approvate sulla disabilità,
sono state emanate senza una vera e propria visione d’insieme e le meglio concepite tra esse,
spesso non vengono applicate.
Ci teniamo a chiarire, che la soddisfazione delle nostre rivendicazioni, non si concretizzeranno
in una maggiore spesa per lo Stato e quindi per i cittadini, ma anzi, in una razionalizzazione
delle risorse a disposizione, fondi che attualmente vengono sprecati in malo modo e che
generano soluzioni assistenzialistiche anziché assistenziali.
L’iniziativa delle Manifestazioni #liberidifare, di cui il Comitato Ferrarese Area Disabili ha accolto
l’appello, nasce dall’omonimo movimento, una rete di persone disabili e non, nata sui social
network in seguito alla diffusione di una lettera aperta scritta da Maria Chiara e Elena Paolini,
due sorelle disabili di Senigallia (AN).
Fulcro del movimento è l’idea di Vita Indipendente, che promuove la libertà delle persone
disabili di compiere scelte ed autodeterminarsi, attraverso l’autogestione dei fondi finalizzati al
pagamento di assistenti personali. Manifestiamo per il diritto all’assistenza personale
autogestita perché le persone disabili vogliono vivere come chiunque altro: scegliere cosa fare
e quando, con le sole limitazioni che hanno le persone non disabili.
“Liberi di Fare” è una rete autocostituita, libera, indipendente e apartitica e chiede risposte
concrete a TUTTA la Politica perché fino ad ora nessuna parte di essa si è occupata
concretamente di questo tema.
Quando si parla di Vita Indipendente per persone con disabilità non si intende necessariamente
la vita per conto proprio o la sola autonomia, ma entra in gioco anche il concetto di
autodeterminazione, ovvero la possibilità di scegliere per ciò che le riguarda e l’assunzione di
responsabilità di ogni loro volere e azione. Il nostro obiettivo è quello di sostenere la
residenzialità fuori dalla famiglia per tutte quelle persone con disabilità che lo necessitano o lo
desiderano. L’autonomia è nella casa, ma è anche e soprattutto gestione della vita nella sua
completezza: affetti, relazioni facili e difficili, impegni, un’occupazione, passioni, momenti di
gioia ma anche di sconforto.

Quando si parla di autonomia di una persona disabile, vanno considerati almeno tre livelli
diversi, primo tra questi, vi è l’autonomia personale all’interno del proprio nucleo famigliare, Il
secondo livello di autonomia, riguarda, il momento di distacco dal proprio nucleo famigliare, per
vivere parallelamente ad esso.
Ed infine, il terzo livello di autonomia, una volta che i famigliari non sono più in grado per motivi
di vecchiaia, o per decesso ad essere presenti per i propri figli disabili, l’incubo peggiore per il
genitore di un disabile non autosufficiente, dare un senso all’epilogo di una vita di sacrifici,
soprattutto per garantire, quando possibile, di evitare l’istituzionalizzazione della persona
amata. Tutto ciò ha un costo e vorremmo venisse garantito a tutti.
Anche la minorazione sensoriale, visiva e uditiva, ha delle ripercussioni sulla vita indipendente.
Mancando importanti informazioni sulla realtà che li circonda, diventa difficile averne un pieno
controllo e poter svolgere in completa autonomia tutte le attività richieste dalla vita quotidiana o
dal soddisfacimento dei propri interessi. In molte situazioni gli utenti hanno bisogno di
accompagnamento e di assistenza per l’espletamento delle attività, senza gravare solo e
sempre sui familiari, oppure essere costretti a rinunciare ai propri obiettivi.
L’ultima cosa che vogliamo, dichiarano gli esponenti del Movimento Liberi di Fare, è proporre
una lamentela fine a sé stessa o ancor peggio suscitare sentimenti di pena nei nostri confronti,
ciò che desideriamo, è raggiungere un grado di indipendenza sociale ed economica che il
pensiero comune vede come “normalità”, concetto che per noi si trasforma in “Libertà”.

Per approfondire:
Sito web https://manifestazioneliberidifare.blogspot.it/
Facebook https://www.facebook.com/LiberidiFare/
Youtube https://www.youtube.com/watch?v=HwNrLe9Zfco

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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