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da: Gate|Porta – Porta degli Angeli, Ferrara

Ricavato dal libro/diario “L’Angelo delle fragole” di Stefania Mazzoli, sotto il titolo volutamente felliniano di tarcordat si dilata un evento di narrazione teatrale in cui rivivono, tramite frammenti di memoria, i lavori nella campagna, la vita, le abitudini e i personaggi “tipici” di un borgo nel secondo dopoguerra.
Nel ripetuto ruotare di una matassa che di volta in volta sbroglia o aggroviglia i fili del tempo, la storia si snoda da Borgo Scoline, nell’immediata periferia ferrarese, ma potrebbe essere collocata in qualsiasi altra parte di un’Italia subalterna e semplice eppure non marginale lasciando dietro di sé immagini e testimonianze non nostalgiche ma in grado di fornire elementi di riflessione ancora attuali, soprattutto sul valore della solidarietà, dell’amicizia e di bisogni materiali e sociali comuni e condivisi.
Come sotto il tendone di un circo o in uno spettacolo di varietà si avvicendano “numeri” e personaggi di molteplice umanità realmente esistiti o di pura immaginazione, come l’irrompere di un imprevisto Astolfo ariostesco, in un’alternanza di comicità, ironia e poesia, mettendo in fila le tappe di un viaggio verso una meta di auspicabile speranza: il paese “dove buongiorno vuol dire veramente buongiorno” senza sottintesi o manipolazioni.
Sopra tutti la presenza di un Angelo “laico”, impalpabile ma concreto. L’Angelo del borgo, sorridente, ironico e sornione, artefice di miracoli bizzarri, che canta e balla e guida le esistenze di un piccolo mondo dove anche gli estremi possono felicemente convivere
Il lavoro è interpretato da Giuliana Bolognesi (allieva del Centro Teatro Universitario) sotto la direzione di Daniele Seragnoli.
tarcordat fa parte della programmazione del progetto GATE|Porta degli Angeli ideato da EvArt – Associazione per l’Arte e la Cultura, in collaborazione con Comune di Ferrara e CTU. Rientra inoltre in Aspettando Unifestival, il cartellone di iniziative divulgative e scientifiche che anticipano la tre giorni di Unifestival nel centro storico di Ferrara dal 25 al 27 settembre.
Per ragioni logistiche l’evento anziché alla tradizionale Porta degli Angeli è ospitato negli spazi del Centro Teatro Universitario, via Savonarola 19, venerdì 12 giugno, ore 21,15. Ingresso libero.

Contatti:
E. Scarpante t. 347 244 1042 V. Zanirato t. 335 383 915 #gateporta #portadegliangeli
Facebook: GATE Porta Instagram: gate_porta

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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