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Da: Ufficio Stampa Comune di Ferrara

“A gennaio un tavolo allargato con gli studenti per trovare una soluzione condivisa”.

“La questione della movida in piazza Verdi e la necessità di fissare regole precise per far rispettare il vivere civile nel quartiere, verranno affrontate facendo squadra: l’amministrazione che ha come obiettivo la soluzione dei problemi che nascono dal non corretto utilizzo della piazza, in particolare dopo l’orario di chiusura dei locali, convocherà ad inizio 2020, un tavolo a cui siederanno tutti i protagonisti compresi i rappresentanti degli studenti, che hanno dimostrato la volontà di partecipare attivamente alla soluzione di una situazione complessa e che non è mai stata affrontata nel modo corretto. Siamo certi che, unendo le forze e ragionando tutti insieme, troveremo una soluzione condivisa che preservi la vivacità di quello spazio, valorizzando le attività commerciali, ma finalmente trovi una risposta alla necessità dei residenti di riposare dopo una certa ora di notte”. Questo il risultato dell’incontro che si è tenuto oggi in Comune tra il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, il vicesindaco e assessore alla Sicurezza, Nicola Lodi e una delegazione dell’Unione degli Universitari Udu, ricevuti nel pomeriggio.

”I rappresentanti delle associazioni studentesche hanno chiesto di essere coinvolti nella soluzione di questa situazione complessa e abbiamo deciso di istituire un tavolo allargato per mettere d’accordo tutte le parti coinvolte nella vicenda: oltre all’amministrazione saranno presenti le associazioni di categoria, i rappresentanti dei residenti e dei commercianti, le forze dell’ordine e, questa è la novità, anche i rappresentanti di tutte le sigle universitarie”, spiegano Fabbri e Lodi “e si tratterà di istituire una serie di incontri durante i quali verranno affrontati tutti gli aspetti critici, condividendo tutti i punti di vista e le diverse esigenze, per trovare accordo comune”.

Per il sindaco e il vicesindaco “la volontà dei giovani di partecipare è una grande dimostrazione di maturità che accogliamo con piacere e con interesse e ci aspettiamo da tutti la massima collaborazione per arrivare all’obiettivo comune vivere gli spazi pubblici nel rispetto reciproco”.

La delegazione degli studenti Udu aggiunge: “Ringraziamo il Sindaco ed il vicesindaco per averci ricevuto ed ascoltato. Come UDU siamo dell’idea che, se tutti abbiamo a cuore Ferrara città universitaria, è importante l’istituzione di questo tavolo per poter prendere una decisione includendo tutte le parti al fine di evitare, per quanto più possibile, soluzioni drastiche.”

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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