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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Con il capolavoro giovanile di Alberto Moravia, “Gli indifferenti”, che ha aperto un drammatico squarcio sulla società italiana dei primi del Novecento, in grado di offrire sempre nuovi e stimolanti motivi di riflessione e di approfondimento.

“Il libro è una creatura che ci parla e leggere è un’occasione di incontro e di amicizia – sottolinea Luciano Boccaccini, scrittore e giornalista ideatore della rassegna letteraria -.” Per il secondo anno consecutivo Boccaccini condivide l’organizzazione e la conduzione dei “Tè letterari” con il libraio Leonardo Romani, responsabile della libreria “Le querce” del Lido degli Estensi, nonchè con il giornalista e critico letterario Paolo Pizzato. La scorsa settimana Boccaccini ha avviato il primo gruppo di lettura “Leggere in Comune”, che si riunisce a martedì alterni, alle ore 16, in biblioteca (prossimo appuntamento martedì 18 novembre 2014). L’iniziativa culturale è sostenuta e patrocinata dall’Assessorato alle Istituzioni Culturali, mentre il gruppo di lettura ha preso le mosse da un’idea del dirigente al Turismo e Cultura, Roberto Cantagalli, che a breve sfocerà in un vero e proprio gemellaggio letterario con il gruppo di lettura di Cervia, coordinato dalla responsabile della biblioteca comunale Bianca Verri.
Leonardo Romani, artefice di un’altra rassegna letteraria di successo “Librandosi”, che ogni estate accende i riflettori sulla letteratura giallo/noir ospitando grandi autori, parlerà di Moravia, mentre Luciano Boccaccini, accompagnerà quasi per mano il pubblico alla scoperta de “Gli Indifferenti”, un autentico dramma teatrale travestito da romanzo.
A completare il suggestivo scenario, non mancherà il collegamento via Skype con il critico letterario Paolo Piazzato.
Anche quest’anno il tè (rigorosamente con biscotti) sarà offerto dal Bar Calaluna del Lido degli Estensi. L’accoglienza ed il servizio del tè saranno curati da Elisabeth Sodi, che coadiuva da sempre Romani per Querce Project.
Appuntamento dunque in biblioteca per martedì 11 novembre alle ore 17 (Via Agatopisto, 5 – Palazzo Bellini- primo piano). L’ingresso ed il servizio del tè sono naturalmente GRATUITI

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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