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da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

 

Lunedì 15 febbraio, ore 21.30
Double Bill
WILLY GROOVE DJ SET

+

PHILIPP GROPPER PHILM
Philipp Gropper, sax tenore;
Elias Stemeseder, pianoforte;
Andreas Lang, contrabbasso;
Oliver Steidle, batteria

And

MATTEO BORTONE TRAVELERS
Antonin-Tri Hoang, sax alto e clarinetti;
Francesco Diodati, chitarra;
Matteo Bortone, contrabbasso;
Ariel Tessier, batteria

+

JAM SESSION

Crocevia di nuovi linguaggi del jazz europeo, il palco del Torrione ospiterà – lunedì 15 febbraio – un eccezionale doppio concerto. Dopo il consueto aperitivo a buffet accompagnato dalla funkeggiante selezione musicale di Willy Groove Dj, apre la serata Philm, gruppo berlinese guidato dal sassofonista Philipp Gropper, che passerà il testimone a Travelers. Il quartetto franco-italiano del contrabbassista Matteo Bortone, “Miglior nuovo talento” del Top Jazz 2015, presenterà “Time Images”, secondo album per Auand Records. Seguono funamboliche jam session.

Crocevia di nuovi linguaggi del jazz europeo, il palco del Torrione ospiterà – lunedì 15 febbraio, ore 21.30 – un eccezionale doppio concerto. Dopo il consueto aperitivo a buffet accompagnato dalla funkeggiante selezione musicale di Willy Groove Dj, apre la serata Philm, gruppo guidato dal sassofonista Philipp Gropper le cui musiche originali avremo il piacere di ascoltare per la prima volta al Jazz Club. Completano la formazione Elias Stemeseder al pianoforte (che ritroveremo il 9 aprile nel trio del batterista Jim Black), Andreas Lang al contrabbasso e Oliver Steidle alla batteria. Musicista di punta della scena berlinese, Gropper è cresciuto nella florida scena tedesca suonando con molti dei più importanti improvvisatori nord-europei e statunitensi. Oltre a Philm, il leader divide il palco (da oltre dieci anni) con la band Hyperactive Kid, assieme a Ronny Graupe e Christian Lillinger.
Dalla Germania varchiamo le Alpi con Travelers, quartetto franco-italiano del contrabbassista Matteo Bortone – neo eletto “Miglior nuovo talento” dal Top Jazz 2015 – che presenterà “Time Images”, secondo album per Auand Records. Sull’onda dell’ottimo riscontro di critica ottenuto per il primo lavoro, l’omonimo “Travelers”, Bortone conferma la direzione musicale intrapresa: composizioni che alternano momenti elettrici ed acustici ad atmosfere rarefatte che esplorano le possibili affinità tra improvvisazione e rock d’avanguardia. Il titolo “Time Images”, oltre ad evidenziare la passione di Bortone per il cinema, vuole mettere in risalto l’immagine come idea sensitiva di partenza, come concentrazione di souvenirs plurisensoriali, e il tempo come movimento, rimandando quindi alla mobilità dell’immagine. In questo nuovo lavoro la paletta sonora è arricchita da altri strumenti come il basso elettrico, il synth e il clarinetto (oltre al sax alto e al clarinetto basso) che apportano un nuovo colore alle improvvisazioni. I brani sono esclusivamente scritti da Bortone, eccezion fatta per “Houses of the Holy”, storica rock song dei Led Zeppelin.
Dopo aver conseguito un Master in Jazz presso il prestigioso Conservatorio Superiore di Parigi, Matteo Bortone (Otranto, 1982) si è trasferito a Roma dove vive dal 2013. Oltre all’attività di leader e compositore, Bortone svolge un’intensa attività come sideman sia in Italia, sia in Francia, suonando stabilmente nel trio di Alessandro Lanzoni e nel nuovo quartetto di Roberto Gatto, oltre a vantare una serie di importanti collaborazioni.
Segue il doppio concerto la pirotecnica jam session. Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.
Tessera Endas € 15

Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria 19.30
Aperitivo a buffet con dj set a partire dalle ore 20.00
Concerto 21.30
Jam Session 23.00

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JAZZ CLUB FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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