Skip to main content

di Arianna Ciccone
http://www.twitter.com/_arianna
tratto da Valigia blu del 31 agosto 2023

La voce che sentite all’inizio di questo podcast è la voce di Valentina Mira [intervista a Mangialibri]. Giornalista, scrittrice. Nel 2021 ha pubblicato per Fandango X, un romanzo e una lettera a suo fratello. Valentina racconta la storia del suo stupro. Aveva 18 anni, si era appena diplomata quando un suo amico, che aveva in comune con suo fratello, la stupra durante una festa. X, è un libro che ci racconta cosa è uno stupro, cosa significano la vergogna, il senso di colpa, il dolore e la fatica di dare un nome a quella violenza subita. Prima di tutto a riconoscerla come tale.

Valentina ci racconta con una forza e una onestà dirompente la scelta di non dirlo ai genitori, gli atti di autolesionismo, il tradimento feroce del fratello a cui invece decide di dire tutto, ma che si rifiuta di crederle… X ci fa vedere in tutta la sua esplosiva violenza le falle del sistema, le istituzioni che dovrebbero proteggerci e assicurarci giustizia che diventano “complici” di quello stupro, una società che ti costringe per “fame” di lavoro a compromessi che non potrai mai sostenere veramente…

Valentina nel raccontare la sua storia non si risparmia e non ci risparmia: la sua storia è la storia di un sistema, della nostra società che piega, sottomette, umilia e usa il sesso e la violenza come forma di controllo e potere. Nessuno ne è immune, nemmeno noi donne. Valentina ci obbliga con il suo racconto a vedere quelle falle di sistema e a farcene carico tutti insieme. “La violenza maschile è un problema” – scrive Valentina a suo fratello che non le parla più da anni e che lei non ha più rivisto. “Devi, dovete farci i conti. A noi non resta che denunciarla, combatterla fuori e dentro di noi, organizzare forme di solidarietà e resistenza che siano inclusive, che operino con ogni mezzo necessario. Magari fosse una guerra: almeno combatteremmo ad armi pari. Invece bastano la storia e i numeri a parlare di una oppressione millenaria a senso unico. Bastano la storia e i numeri a costringerti a prendere una posizione. Da che parte stai?”.

X di Valentina Mira è il racconto di una sopravvissuta ed è un libro politico potentissimo, crudo, crudele e carico di speranza. Leggetelo, fatelo leggere, regalatelo, parlatene. Parliamone.

Perché il modo in cui stiamo discutendo in questi giorni della violenza di genere non è quello di cui abbiamo bisogno e non è di certo quello che porterà a fare passi in avanti decisivi rispetto al problema sistemico della violenza contro le donne.

“L’accavallarsi di femminicidi, stupri o tentati stupri, molestie sessuali più o meno pesanti, ma anche ritardi negli interventi giudiziari, sottovalutazione delle denunce e richieste di aiuto, sentenze di assoluzione con argomentazioni sorprendenti, mostra – ha scritto la sociologa Chiara Saraceno – che siamo di fronte ad un enorme problema culturale”.

La violenza sessuale e di genere e noi. “Noi” sì. Noi… Perché è cruciale interrogarci su questo aspetto drammatico delle nostre società a partire dal modo in cui ne discutiamo pubblicamente come cittadini/e, come esperti/e, come giornalisti/e…

La copertura mediatica della violenza sessuale resta avvitata sui miti e dimentica le donne

Dopo la pubblicazione delle chat degli stupratori di Palermo, ho scritto una mia riflessione sul perché a mio avviso quella pubblicazione sia stata un errore. E perché è necessario uno sforzo collettivo profondo e diffuso. Nella prima parte di questo podcast ne parlo con Tiziana Metitieri, psicologa, neuropsicologa, lavora all’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, storica collaboratrice di Valigia Blu, con i contributi di Valentina Mira e di Maria Giuseppina Pacilli, professoressa associata di psicologia sociale all’Università di Perugia, autrice di Uomini duri, il lato oscuro della mascolinità. Nella seconda parte ne discutiamo con la scrittrice Giulia Blasi (autrice di Manuale per ragazze rivoluzionarieRivoluzione ZBrutta e Scintilla nel buio; cura la newsletter “Servizio a domicilio”, anche lei collaboratrice storica di Valigia Blu), a partire dalle parole scriteriate di Andrea Giambruno. Una ricca e intensa conversazione su alcuni temi cruciali: da dove nasce la violenza maschile? Chi ne è responsabile? Cosa fare?

In questi giorni è tutto un proliferare di dichiarazioni di politici e proposte di legge. Ancora una volta assistiamo a un approccio emergenziale, laddove siamo di fronte a un problema endemico e sistemico. Meloni resta stranamente zitta, eppure la ricordiamo ai tempi in cui condivise il video di uno stupro avvenuto a Piacenza, quando scrisse: “Non si può rimanere in silenzio davanti a questo atroce episodio di violenza sessuale ai danni di una donna ucraina compiuto di giorno nella città di Piacenza da un richiedente asilo…”. Sono però intervenuti Matteo Salvini, che chiede la “castrazione chimica”, Eugenia Roccella, ministra per le Pari opportunità e la famiglia che vorrebbe proibire il porno ai minori, Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, che ha proposto di mandare le vittime di violenza a parlare nelle scuole e in seconda battuta di investire sull’educazione peer to peer, cioè fra pari. “Tutto, ma proprio tutto, – scrive Blasi – per evitare di parlare di educazione affettiva e relazionale”.

La mappatura dei Centri Anti Violenza aggiornata ad aprile 2023 è fornita dal Dipartimento per le Pari Opportunità ed è disponibile qui.

Il 1522 è il numero gratuito da tutti i telefoni, attivo 24 ore su 24, che accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. Per avere aiuto o anche solo un consiglio chiama il 1522 oppure apri la chat da qui.

Brano musicale parte prima: Morgan St. Jean – Not All Men

tag:

Scelto da Periscopio

Comments (1)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it