Skip to main content

L’abbiamo conosciuta mentre dipingeva una saracinesca in via San Romano, durante l’ultima edizione del Buskers Festival: come artista accreditata, proponeva un progetto da lei ideato che mira a combattere il degrado urbano. A novembre esporrà un centinaio di ritratti in formato poster per le vie di Bollate (Milano), frutto di una campagna di interviste sul tema della crisi e non solo, fatte con un semplice modulo disponibile su Internet e che ognuno può compilare e spedire, anche ora.

Si chiama Sofia Sita, ed è una giovane artista ferrarese, spontanea, appassionata e piena di idee originali. Laureata alla Nuova Accademia di Belle Arti (Naba) di Milano, laurea a ottobre prossimo in Illustrazione editoriale all’Accademia di Belle Arti di Bologna (Ababo), ha da poco ricevuto una menzione speciale per il progetto dei poster, al concorso di idee “Up_nea’14: lo stato dell’arte ai tempi della crisi” [vedi], promosso da Nudoecrudo teatro, in collaborazione con Fabbrica Borroni, centro per la giovane arte italiana (Bollate, Milano).
Il progetto di Sofia Sita s’intitola “Gli ultimi saranno i primi”, e la mostra dei suoi lavori sarà inaugurata il 15 novembre alla Fabbrica Borroni. Abbiamo intervistato l’artista e la curatrice della mostra, Annalisa Bergo, per capire come nasce e come si sviluppa questo progetto.

Il tuo è un progetto molto originale, perché nasce dall’incontro con le persone e sfrutta le possibilità offerte dal web. Nella presentazione del modulo dici: “Con questo progetto voglio offrire l’occasione al maggior numero di persone possibili di dare voce e raccontare la propria storia alla società contemporanea”. Come ti è venuta quest’idea?
Io ho sempre realizzato dipinti figurativi, copiandoli da foto di famiglia. Ad un certo punto mi sono accorta che non trovavo più il senso di dipingere in questo modo. Quindi ho cercato di mettere insieme pittura figurativa e contemporaneità. Ho cominciato a riplasmare la mia arte guardandomi intorno, guardando i volti e interagendo con le persone, parlandoci, e mi è venuta l’idea delle interviste. Prima ho cominciato con gli amici e i compagni di studi, chiedendo loro una breve descrizione di sé e come si sentivano in questo periodo di crisi, in cui la disoccupazione imperversa e mina il nostro futuro, con l’idea di ritrarli a partire da questi elementi.

arte-pubblica-sofia-sita
Uno dei ritratti che verranno esposti a Bollate

Poi, a pensarci bene, ho capito che sarebbe stato restrittivo indirizzare il mio interesse solo ai giovani, quando anche gli adulti hanno mille motivi per essere preoccupati, non solo a causa della crisi ma anche di tutti quegli eventi tristi e dolorosi che capitano nella vita, da un litigio alla perdita di una persona cara. E’ così che ho aperto il mio progetto a tutta la società, con lo scopo di raccogliere tante testimonianze, rappresentarle con la mia arte, farne delle opere formato poster e attaccarle ai muri delle strade, in modo che tutti potessero vederle, riconoscersi e condividere il proprio stato d’animo.

Per questo progetto è fondamentale raccogliere un certo numero di interviste, attraverso quali canali avete pensato di fare promozione e in che modo ottieni le interviste?

arte-pubblica-sofia-sita
Totem presso Lorablu, bar del centro sportivo di Bollate

Nel progetto che ho presentato al bando, ho chiesto di fare le interviste su Internet, con un semplice modulo di indagini on-line [vedi], in modo da raggiungere chiunque voglia partecipare. Ho anche creato un evento su Facebook collegato alla pagina del modulo. In più, i curatori della mostra hanno organizzato per ottobre varie iniziative di promozione in loco, a Bollate: una serie di presentazioni in cui inviterò direttamente il pubblico a descriversi; la distribuzione di alcune scatole-totem (nella biblioteca comunale, al centro sportivo comunale e nel sottopassaggio della stazione) in cui le persone possono imbucare il loro materiale; è previsto anche un passaggio radio a Radio Città Bollate, in cui interverrò anch’io.

Se i lettori del nostro giornale volessero partecipare al tuo progetto, cosa dovrebbero fare?

arte-pubblica-sofia-sita
Altro ritratto che verrà esposto in formato poster

E’ molto semplice, nel modulo che si trova su Internet [vedi] io chiedo alle persone di rispondere a due domande, se c’è stato un evento triste o doloroso nella loro vita, qual è il loro stato d’animo. In più, chiedo la descrizione fisica del mezzo busto, che può essere resa a parole, ma anche con una foto, con un disegno o in qualsiasi altra forma. Dopodiché realizzo il ritratto, cercando di mettere insieme tutte questi input, senza alcuna preoccupazione per la verosimiglianza. Infine, scelgo una frase particolarmente significativa che hanno scritto e la riporto sotto.


Quante interviste contate di raccogliere e dove saranno esposti i tuoi lavori?

arte-pubblica-sofia-sita
I ritratti vogliono rendere gli stati d’animo

Contiamo di raccogliere un centinaio di interviste, per ora ne sono arrivate una trentina. I miei poster verranno affissi in giro per Bollate e avranno la vita di un qualsiasi manifesto. Probabilmente, per l’inaugurazione della mostra verrà allestita una parete dei miei poster in Fabbrica Borroni, e verrà realizzato un piccolo catalogo.

Non ti dispiace che i tuoi poster vengano coperti da altri manifesti e che abbiano vita breve?
No, perché il mio progetto è stato ideato con l’obiettivo di stare “fuori”, i miei lavori nascono dall’incontro con le persone, ne vogliono raccontare gli stati d’animo, e quindi non trovavo giusto “rinchiudere” i loro ritratti in un luogo accessibile solo in certi giorni e in certi orari, volevo fossero visibili sempre ed esposti in luoghi pubblici. E’ un progetto fatto per le persone, dalle persone, per la cittadinanza.

arte-pubblica-sofia-sita

Dipingi saracinesche, esponi i tuoi poster per la città, sei una street artist?
No, non mi considero una street artist, la mia è arte pubblica, arte sociale. Mentre la street art nasce spontanea, senza nessuna condivisione o accordo con altre persone, il mio obiettivo principale è proprio coinvolgere le persone attraverso i miei lavori, ho scoperto che è questa la mia indole.

Ad Annalisa Bergo, la curatrice della mostra, chiediamo di raccontarci del concorso e a cosa si deve la menzione speciale che hanno dato a Sofia Sita.
“Il progetto di Sofia ci interessava per le implicazioni con la contemporaneità, perché noi privilegiamo i giovani artisti che capiscono i tempi in cui vivono e che, attraverso la loro arte, riescono a far partecipi le persone e a trasmettere le loro emozioni. Nella motivazione, infatti, abbiamo scritto ‘Per l’interessante, seppur acerba, idea progettuale, capace di coniugare arte visiva e società’. Perché Sofia ci ha molto colpito per l’originalità dell’idea, ma anche per la sua freschezza e ingenuità”.

Sappiamo che l’avete premiata in modo particolare, come?
Non ci piaceva l’idea di consegnarle un premio in denaro perché non avrebbe avuto seguito, Sofia è molto giovane e questa sarebbe stata una scelta sterile. Consigliati dalla professoressa Antonella Cirigliano, membro della giuria e docente di Performing arts presso la Naba, abbiamo optato per supportare il suo progetto, condividendolo per sviluppare insieme a lei un lavoro più maturo.

arte-pubblica-sofia-sita
Mr. Save the wall, stencil su cartone

Inoltre, abbiamo pensato di affiancarla, nella mostra, a Mr. Save the wall, un artista ormai affermato in Italia, che realizza i propri lavori con stencil su cartone, e che attacca in modo non permanente sui muri, con nastro adesivo personalizzato [vedi]; sicuramente l’incontro con un artista più esperto e scaltro nel muoversi nel mondo dell’arte pubblica, sarà un ottimo stimolo per Sofia.


Si ringrazia Fabbrica Borroni per aver concesso la pubblicazione delle foto delle opere di Sofia Sita, ancor prima dell’inaugurazione della mostra che avverrà il 15 novembre.

Per saperne di più su Fabbrica Borroni [vedi] e su Nudoecrudoteatro [vedi]

tag:

Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

I commenti sono chiusi.


Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it