Skip to main content

Intervista a Rita Pasqualini, tra le autrici (con Vittorio Zanella) del volume collettaneo “The Italian Rose. La nuova parola femminile“, con nota critica di Grazia Scanavini, La Carmelina edizioni, Ferrara-Roma. Rita e Vittorio sono celebri in Italia e Europa con il Teatrino/Teatro dell’ES, sede a Castenaso nel bolognese, dove curano anche il “Il Museo dei burattini permanente” a Budrio. Come Vittorio, Rita Pasqualini è originaria di Ferrara, dove ha vissuto la giovinezza, prima di affermarsi con appunto la compagnia di burattini e marionette. Per la compagnia contribuisce anche con alcuni testi canovaccio per gli spettacoli, uno – la trama segnalata nel libro in questione oltre ad altri scritti focus del Teatrino dell’Es, significativi sull’attività pluridecennale. L’abbiamo intervistata in generale sul fare arte e letteratura nell’era di Internet e in quanto donna nel XXI secolo.

Cosa significa fare poesia-narrativa nell’era del web?
Non ci sono preclusioni nell’era del web che è solo uno strumento al servizio del cervello umano. E’ come l’automobile che ci fa raggiungere un luogo prima e a volte più tardi, quando c’è traffico. Noi abbiamo le gambe per deambulare, i bambini gattonano a quattro zampe, gli anziani con tre, come dicevano i Re Salomone e Marcolfo, discorso poi ripreso da Giulio Cesare Croce nel suo “Bertoldo”. Quello che resta e resterà sempre è la capacità dell’essere umano di stupirsi e far stupire, nella sua intrinseca possibilità di scelta delle parole giuste per comporre prose e poetiche, e se non dovessero esisterne per descrivere ciò che vuole, inventa dei neologismi per essere certo che l’oggetto divenuto soggetto sia illuminato da una nuova luce, che ne faccia comprendere il colore, la forma, i contenuti, i pregi e i difetti, fatti di significati e significanti. Non c’è mai e mai ci sarà un limite all’inventiva degli umani artisti o degli artisti umani.

Il femminismo oggi… mito o ancora lavori in corso?
Non amo le categorie di protezione. Sono prima di tutto un essere vivente, pensante, pulsante, umano, quindi come essere umano desidero la dignità, il rispetto, la comprensione, la condivisione, che io in primis dono al prossimo, ma quando tutto questo non funziona per ignoranza e prevaricazione, allora e solo allora ben vengano le parole associative che impongono l’attenzione sugli accenti ed accadimenti, ma per me potrebbero non esistere le porte, le chiavi, i controlli e i controllori, addirittura le regole scritte, poiché ho sempre applicato quelle della natura, che a volte può essere anche dura, ma sostanzialmente esiste un’equità nell’accadere delle cose.

Femmine e-o donne, dilemma amletico?
Io sono femmina in quanto donna, non c’è scampo a questo binomio, anche quando si vorrebbe essere nati con generi differenti. I cromosomi xx o xy ci danno l’appartenenza al femminile o al maschile, ma poi ognuno nella sua testa è libero di scegliere ciò che si sente d’essere.

Il futuro in due veloci parole secondo le donne
Si costruisce giorno per giorno, con impegno e perseveranza, nessuno ti regala nulla, anzi se può ti ostacola verso il naturale incedere, ma a volte noto arretramenti che denotano paure di perdite di posizione, mentre andando tutti avanti, guardando dove si mettono i piedi per non inciampare, anche con uno sguardo all’indietro, l’Umanità potrà trovare nuovi spunti di sviluppo, soprattutto nelle relazioni fra esseri viventi, nelle comprensioni che appaiono come differenze, ma che poi di fatto non lo sono, poiché il futuro delle donne, ma di ogni essere vivente si potrà raggiungere solo con la Pace dell’intero Pianeta.

Per saperne di più visita il sito del Teatrino dell’ES.

tag:

Roby Guerra


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it