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Un fiume di bandiere bianche, azzurre e rosse sfila sul lungomare de L’Avana. Biciclette, moto, motorini, sventolano l’orgoglio cubano manifestando contro il bloqueo di cui soffre il grande alligatore da sessanta anni.
Sei decenni, da nove anni prima della mia nascita. Un embargo sostenuto e promosso da dodici presidenti americani, democratici e repubblicani, tutti uniti contro l’avamposto del terrore bolscevico, una piccola nazione a galla nel cristallino mare dei Caraibi.

Ovvio, le sanzioni ai tempi del “simpatico” dittatore Fulgencio Batista, mica c’erano. Allora no, il massacratore e affamatore del suo popolo era un amico, l’isoletta era un ottimo bordello a buon mercato, quattro bracciate da Miami, l’attraversata la si poteva fare sul pattino. E poi i diritti umani, sono scritti sulla carta dal ’48, mica poi valgono per tutti. Ma cosa avevate capito?

Cioè uccidere svariate decine di propri connazionali durante delle azioni di polizia, mica è reato dappertutto, ma che credete? L’occidente è democratico, loro sono comunisti, noi siamo per la libertà, che importa se non tutti se la possono comprare. Abbiamo pure una statua di donna con una costituzione sotto braccio, e una torcia sul pugno, davanti al mare che inneggia al nostro sogno.

Che c’entra se la sanità da noi è pubblica solo per chi ha un lavoro, una assicurazione, un conto in banca, mica possiamo curare tutti. Abbiamo i campus, dove menti eccelse hanno creato, inventato, portato alla luce tutto lo scibile umano, quei figli di nessuno di europei sono immigrati a frotte nel secolo scorso e noi li abbiamo accolti. Magari non tutti sul tappeto rosso, abbiamo fatto due corsie: coi soldi a destra, senza a sinistra. Che importa se la scuola non tutti se la possono permettere, c’è sempre quella pubblica, quella dove non ci si annoia mai e ogni settimana c’è un mattacchione che spara. Una colt per ogni americano, non siamo mica dei banditi barbudos come loro. Anche noi abbiamo i nostri martiri per la libertà, spesso li abbiamo pure uccisi noi stessi, ma che vuol dire?

Loro avevano il terrorista Che Guevara e quel loro leader (che quei barbari chiamano lidér), che abbiamo provato ad ammazzare alcune centinaia di volte.

Come non si può? Noi siamo la patria della libertà, uccidendolo cercavamo di rendere il mondo un posto migliore, così come abbiamo fatto qualche altro migliaio di volte.

Da loro non c’è dissenso, c’è gente in galera per le proprie idee. Il fatto che da noi il partito comunista fosse fuori legge non è un caso. Inutile andare indietro di un secolo e rivangare ancora la storia di quei due anarchici italiani. Se in galera da noi il novanta per cento dei detenuti è latino o afro americano, sono loro che delinquono, che colpa abbiamo noi.

Loro volevano fare la rivoluzione, pensate bene, che orrore. Che c’entra se l’abbiamo fatta anche noi due secoli prima. Loro sono dei guerrafondai, quel loro Che Guevara era un sobillatore, in Africa, in Bolivia e poi manco era cubano.

Come? L’abbiamo ucciso noi? E chi lo dice? La CIA. Ma sì, un errore, un piccolo processo lo abbiamo pure fatto. Gli abbiamo tagliato le mani e le abbiamo inviate alla casa Bianca. Ma era per capire se aveva le unghie pulite.

Siamo stati in guerra 222 anni in 239 anni di storia? Si ma per liberare il mondo e per esportare la democrazia, che credete, mica ci fa piacere. Non ci siamo divertiti nemmeno a far ammazzare Allende, ma era un marxista a due passi da casa nostra. Perchè loro invece? Nessuna guerra? Come nessuna! E la Baia dei porci? Ah, siamo stati noi a tentare di invaderli… del resto erano talmente vicini, voi che fareste con un ladro nel cortile di casa vostra?

Guantanamo è una nostra base sull’isola, qual è il problema? Come un campo di concentramento? E chi l’ha detto? L’ONU. Il solito branco di cazzoni.

E cosa c’entrano gli indiani adesso? Non andiamo a rivangare storie vecchie di secoli.

Noi siamo morti per liberare l’Europa.

Come? Non saremmo entrati in guerra se il Giappone non ci avesse bombardato la baia? Cazzate messe in giro dai soliti musi gialli. Tutti uguali, coreani, vietnamiti. Comunisti. Il napalm? E’ un defogliante, a volte in un campo bisogna disinfestare per poi raccogliere.

Insomma basta, mi avete stancato. A Cuba non c’è né libertà né democrazia, i diritti umani non sono rispettati (cazzo c’entra Floyd, quello era negro).

Un omicidio al minuto. E’ per ringiovanire la popolazione, noi siamo la patria di Rambo.

Medici non bombe”, come non l’abbiamo detto noi. E chi l’ha detto? Fidel Castro?

Il servizio sanitario nazionale migliore di tutta l’America? Come, quello cubano? Come, l’ha messo in piedi quel terrorista di Guevara? Come, il tasso di mortalità infantile è più basso a Cuba?

Ma noi stiamo sconfiggendo il Covid. Abbiamo avuto solo cinquecentocinquantamila morti.

Noi il vaccino lo paghiamo e ce lo teniamo pure. Soberana2 è gratuito e lo cederanno gratis alle nazioni del terzo mondo? Non hanno mai avuto fiuto per gli affari.

I dannati cinesi e palestinesi hanno preparato una mozione per eliminare il blocco e le sanzioni a Cuba, quelle sacrosante sanzioni che il nostro caro ex presidente con 242 nuove misure ha pure rafforzato. . La mozione è passata con 30 voti a favore, 15 contrari e due astenuti, ma a noi che ce ne fotte, noi siamo democratici, l’ONU è solo un branco di fannulloni. Per fortuna che i nostri cari alleati, come la Giovine Italia, hanno votato per noi.

Sì, quegli stessi cubani che un anno fa fecero sbarcare una brigata di medici per aiutarli durante la pandemia.  Ma che gli frega a loro della solidarietà, gli italiani sono allineati, sono cari amici nostri. Sono un popolo libero. Abbiamo solo cinquantanove basi in quel paese del sole, del mandolino e della mafia, con tredicimila nostri valorosi marines. Mica li abbiamo occupati, anzi li abbiamo liberati.

I partigiani? E che c’entrano. Noi li difendiamo dal pericolo di una invasione. Di chi? Ma dei sovietici.

L’Unione Sovietica non c’è più? E che significa? Comunque li abbiamo liberati dai comunisti. Abbiamo anche chiesto l’aiuto di amici all’interno della loggia Propaganda 2. Care persone.

E comunque con voi comunisti non ci parlo più, volete sempre avere ragione voi. Manteniamo le sanzioni anche se la mozione è passata, perché noi siamo democratici.

 

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Cristiano Mazzoni

Cristiano Mazzoni è nato in una borgata di Ferrara, nell’autunno caldo del 1969. Ha scritto qualche libro ma non è scrittore, compone parole in colonna ma non è poeta, collabora con alcune testate ma non è giornalista. E’ impiegato metalmeccanico e tifoso della Spal.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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