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Da: Informazioni Alberto Bova
Ieri 21 maggio il movimento ferrarese Fridays For Future ha chiamato al confronto pubblico i candidati sindaco alle amministrative del 26 maggio. In rappresentanza del candidato sindaco della lista Italia in Comune – Ferrara Concreta Alberto Bova, si è seduta al tavolo dei relatori la candidata al Consiglio Comunale Rossella Zadro. “L’acqua è un tema importantissimo – spiega Zadro – su cui si sono giocate e si giocano guerre in tutto il mondo e si giocheranno, se non interveniamo. Le reti idriche italiane hanno una perdita media del 30-40%, è assolutamente necessario un piano di investimenti per ridurre le perdite e monitorare in continuum gli inquinanti emergenti, collaborando con gli enti preposti per un vero governo del territorio”.
“Nel nostro programma – continua Zadro – abbiamo inserito il nuovo bando per le gare di assegnazione della raccolta e smaltimento rifiuti, che è scaduto a novembre 2017. Serve infatti poter inserire nuove clausole per la qualità ambientale e una vera tariffa puntuale”. Ferrara è una città virtuosa, che vanta l’86% di raccolta differenziata, di cui solo il 46% viene però effettivamente riciclato: “è un problema serio – evidenzia – basti pensare che il 40% della plastica non è davvero riciclabile. Serve ricerca e innovazione per dare seconda vita al plastmix e bisogna allargare la gamma dei prodotti recuperabili”. Italia in Comune si impegna poi nella dismissione dell’amianto, “una minaccia gravissima ancora presente ovunque”. Altro ambito di intervento deve essere “il controllo dell’inquinamento prodotto dai piccoli artigiani e imprenditori. Le grosse aziende sono monitorate e hanno efficientato i processi produttivi, ma sono preoccupata per le PMI, che ignorano le nuove norme perché non sono nelle condizioni di aggiornarsi o investire in nuovi sistemi”.
Il territorio emiliano romagnolo soffre però di un rischio di desertificazione, e questo pone in primo piano una “attenta progettazione a lungo termine – continua Zadro – del verde pubblico, una vera e propria infrastruttura essenziale per la qualità della vita e il contrasto al clima”. Italia in Comune propone di estendere il verde pubblico del Parco Urbano fino al Po e di incentivare l’adozione della aree verdi da parte dei cittadini, per la costruzione di una cintura urbana verde che mitighi le zone fortemente cementificate.
Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, “dobbiamo anzitutto fare i conti con un Governo che ha tagliato i fondi per il trasporto pubblico, ma implementare i gli spostamenti da e per le periferie della città è fondamentale. Vogliamo la costruzione di parcheggi scambiatori e piste ciclabili che colleghino la cintura della città, prima fra tutti quella indispensabile per Cona”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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