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L’album degli Emily Sporting Club è un omaggio a Pier Vittorio Tondelli, lo scrittore emiliano scomparso 25 anni fa, autore di “Camere separate”, il suo “testamento spirituale” sempre drammaticamente attuale.
Il disco legge in chiave new wave/rock/prog i testi di Nicola Pulvirenti, realizzando un viaggio nell’Emilia degli anni Ottanta, definita paranoica, che non disdegna sonorità progressive, tanto in voga in quegli anni.
Le storie, così come ci aveva abituato Tondelli, non si nascondono dietro al formalismo delle parole.

La copertina dell'album
La copertina dell’album

Il concept prende spunto dal romanzo “Altri libertini” che, come racconta lo stesso gruppo, offre lo spunto per raccontare un’età di passaggio e di fuga, un momento di crisi attraverso un linguaggio universale come l’elettricità del pensiero: questo in fondo è ciò che rende il romanzo di Tondelli sempre attuale, soprattutto in un periodo storico come questo. Ecco quindi che la condivisione diventa naturale, trasformando il desiderio di comunicare la forza e la dolcezza di quelle pagine in musica, in un lavoro che unisce citazioni a testi e brani originari, una fotografia astratta dal suo tempo e collocata dove si vuole.
Il gruppo è formato da musicisti uniti dalla voglia di ‘frequentare’ i luoghi e le situazioni di uno scrittore mai dimenticato e dunque scelgono di chiamarsi Emily Sporting Club, proprio ome il bar descritto in “Altri libertini”. La band si è formata nel 2013, dall’incontro tra Elisa Minari (basso), Nicola Pulvirenti (voce), Silvio Valli (chitarre) e Alfredo De Vicentiis (batteria e programmazione). I quattro hanno alle spalle singole esperienze di incisioni e performance con Nomadi, Baccini, Valeria Rossi e Freak Antoni.

Gli Emily Sporting Club
Gli Emily Sporting Club

I suoni elettronici di synth e chitarre riportano alla musica degli anni Ottanta-Novanta, quella più hard e spontanea, tanto per intenderci, senza per questo rimanere prigioniera del passato.
“Hangover” è il brano manifesto del progetto, un viaggio in Interrail, come si usava nei primi anni Ottanta, che arriva sino ai giorni nostri. In questo percorso tra spazio e tempo il linguaggio è diretto, crudo, tagliente, per nulla ipocrita e poco propenso alle metafore: “Quattro zaini sulla schiena e un biglietto in mano, zigzagando per l’Europa Nord-Occidentale, si partì con la speranza di plasmare un’illusione, si arrivò soltanto con un gran fiatone…”.
La disperazione dei nostri tempi aleggia nei sogni e nella realtà, il viaggio è visto come soluzione per ricominciare una nuova vita, lasciandosi tutto alle spalle, consapevoli di essere sognatori terminali.
“Postoristoro” batte un tempo dark, scandito da batteria e chitarra, con la voce antifona di Pulvirenti abile nell’aggiungere desinenze ipnotiche al ritmo rock. Da ascoltare!

emily sporting club 1

“Nervi sotto i denti che non danno dolore” danno forza ad “Autobahn”, l’autostrada senza limiti di velocità con le curve di una vita storta e, come recita il testo, parlano di storie di “stomaci annodati attorno al collo e a un viso blu, fuggendo da una vita che ci vuole inseguire”.
Chiude l’album “Più di così – non se ne può più”, l’unico con le parole di Tondelli, un brano in cui il prog si fa narrativo, con basso e batteria in gran spolvero e una gran voglia di riascoltare subito il disco. L’album è suonato da ottimi musicisti, presupposto necessario e indispensabile per un progetto di questo spessore.

Guarda la prima nazionale dello spettacolo E.S.C (Teatro Asioli di Correggio -RE):

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William Molducci

È nato a Forlì, da oltre 25 anni si occupa di giornalismo, musica e cinema. Il suo film “Change” ha vinto il Gabbiano d’argento al Film Festival di Bellaria nel 1986. Le sue opere sono state selezionate in oltre 50 festival in tutto il mondo, tra cui il Torino Film Festival e PS 122 Festival New York. Ha fatto parte delle giurie dei premi internazionali di computer graphic: Pixel Art Expò di Roma e Immaginando di Grosseto e delle selezioni dei cortometraggi per il Sedicicorto International Film Festival di Forlì. Scrive sul Blog “Contatto Diretto” e sulla rivista americana “L’italo-Americano”.

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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