INSOLITE NOTE
Il piccante blues dei Fratelli Tabasco
Inizia con un urlo da rocker “Radioactive mama”: una scarica di blues elettrico che apre “The Dock Dora Session”, l’album d’esordio dei Fratelli Tabasco.
Il disco è registrato in presa diretta dal vivo per riprodurre le atmosfere dei Juke Joint, conosciuti anche con il nome di Barrelhouse: locali gestiti soprattutto da afro-americani nel sud degli Stati Uniti, dove si suonava, ballava, beveva e giocava. I Juke Joint erano delle palestre di talenti, in cui i migliori bluesman si esibivano prima di diventare leggende.

I Fratelli Tabasco, amici e non parenti, si sono formati a Torino nel 2013, accomunati dalla passione per il blues, contaminato da influenze piccanti quali funky, rock, Louisiana, peperoncino, Mississippi e soul. Il nome del gruppo sintetizza il calore e l’origine della loro musica, senza tralasciare l’identità italiana.
I testi delle canzoni rappresentano i loro blues trascritti in musica: con l’aiuto di metafore, personaggi bizzarri e contesti surreali descrivono il nostro tempo, stimolando la sensibilità e le emozioni di loro stessi e di chi li ascolta. L’armonica di Boris, il cantante, evoca ricordi e realtà, suggestioni create dalla peculiarità di questo strumento, il più usato nel blues che, soffiando ed aspirando dallo stesso foro, produce due note diverse.
Nel 2015, i Fratelli Tabasco hanno vinto il concorso “Rocks the Docks”, il cui premio consisteva nella registrazione di un intero album nella zona Docks Dora a Torino, luogo storico per la città: i suoi club notturni negli anni Novanta hanno animato la scena musicale, diventando un punto di riferimento per la cultura underground della città.
Blues d’attesa nel brano “Jack Knife”, voce e armonica dialogano in attesa di animarsi nel successivo “Blues on!” e nel rockeggiante “D.Q.T.H.L.”, da cui è stato tratto il video ufficiale.Il blues dei Fratelli Tabasco entra in circolo senza bisogno di molecole, wireless o pillole per la pressione sanguigna, come in “Up all night”, caratterizzato da uno splendido dialogo tra voce e organo Hammond, per non parlare di “Ask yourself”, dove l’armonica richiama un piccante e nutriente roadhouse blues.
“Same damned shame” è il titolo del primo singolo estratto dall’album, uno dei brani più coinvolgenti, servito con voce, chitarre, batteria e tanta grinta, diverso da “Boris’ Boogie”, dove il front man può liberamente sviscerare la sua anima blues.
La registrazione in diretta con il pubblico ricorda i vecchi dischi di blues a cui i fratelloni si ispirano. Non siamo sulla riva del Mississippi, ma su quella del Po’ torinese: un piccolo dettaglio che nulla toglie alla genuinità e alla qualità della loro musica, per non parlare della nostalgia che riempie le loro note blu.

I Fratelli Tabasco sono:
Boris Tabasco – Voce/Armonica.
Joele Tabasco – Chitarra.
Simone Tabasco – Batteria.
Lorenzo Tabasco – Tastiere.
Marco Tabasco – Basso
Guarda il video ufficiale di D.Q.T.H.L.

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William Molducci
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)