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Da: Ufficio Stampa

Filippo Parisini ha comunicato al Consiglio di amministrazione, al Presidente del Collegio sindacale di FerraraFiere Congressi S.r.l., al Direttore generale di BolognaFiere Spa, Antonio Bruzzone (come rappresentante del capitale di BolognaFiere), e al Sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, la propria irrevocabile decisione di dimettersi dalla carica di Presidente e Amministratore delegato della società.
A determinare questa risoluzione, la notizia di un coinvolgimento dello stesso Presidente nelle indagini svolte dalla Procura di Ferrara circa un procedimento penale che verte su presunte violazioni di legge ricollegabili all’Ufficio da lui ricoperto.
“Ho preso questa scelta volontariamente – precisa Parisini –, a tutela della mia persona e quale atto di responsabilità nell’interesse dell’azienda che, dal 2014, so di aver guidato con passione, onestà e senza risparmiarmi, anche nei momenti più difficili e complicati. Supportato, in questo percorso, da uno staff straordinario, che ha lavorato ogni giorno al mio fianco con grande professionalità, e da un Cda che ringrazio per la fiducia sempre accordatami. Mi amareggia – conclude – che il mio apporto a una realtà come la Fiera, strategica per Ferrara, debba interrompersi qui e in queste circostanze. Ribadisco la mia totale estraneità ai fatti contestati che – evidenzio e sottolineo – allo stato sono il frutto di mere illazioni e accuse infondate e totalmente prive di riscontri, lanciate da un soggetto ben noto alle cronache giudiziarie e la cui attendibilità e credibilità sono state già in passato ampiamente sconfessate e minate. Ritengo comunque opportuno che gli accertamenti disposti dall’Autorità giudiziaria facciano il loro corso. E in un simile contesto, per il senso del dovere e della responsabilità che ha sempre contraddistinto il mio operato, ho deciso di farmi da parte”.
A caratterizzare la presidenza Parisini della controllata di BolognaFiere, un significativo segno ‘più’, come mostra lo zoom sugli ultimi quattro anni di gestione: in questo periodo – al netto della chiusura forzata da Coronavirus –, i ricavi sono aumentati; è stato siglato con l’Università di Ferrara un inedito sodalizio, che ha eletto i padiglioni di Via della Fiera 11 a sede del polo didattico di Biotecnologie per oltre duemila matricole; oltre a consolidare alcuni degli appuntamenti già attestati, ne sono stati creati di nuovi, marcatamente legati alle vocazioni del territorio ferrarese e dalla forte connotazione internazionale e innovativa. Ad esempio, prima che il lockdown imposto dalla pandemia mettesse in ginocchio l’intero comparto fieristico italiano e ne azzerasse i calendari, FerraraFiere si apprestava a varare Sealogy, il primo salone europeo dedicato all’economia del mare, nonché un marchio di proprietà del valore di 300mila euro. Senza contare il recente successo del biennale FuturPera, giunto lo scorso inverno alla terza edizione e capace di aggregare aziende e buyer da cinque continenti. Tra le punte di diamante di FerraraFiere, anche RemTech Expo, da ormai tredici anni faro sui temi della protezione ambientale e dello sviluppo sostenibile, e il ‘decano’ (ventisei edizioni all’attivo) Salone Internazionale del Restauro. Nel novero delle manifestazioni più popolari che hanno segnato positivamente la conduzione di Parisini, impossibile, poi, non citare il Ferrara Balloons Festival, anch’esso purtroppo tra gli eventi sui quali si è abbattuto il Covid 19.

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FERRARA FIERE CONGRESSI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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