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Da: CNA Ferrara

Al convegno della Cna di Copparo, sottolineata la possibilità reale di rifuggire dalla logica del massimo ribasso, puntando a criteri di congruità e sostenibilità economica e sociale delle opere da realizzare. Dai sindaci la disponibilità e l’impegno ad una stretta collaborazione con Cna, anche in vista degli investimenti possibili grazie alla fusione dei Comuni.

Migliorare il sistema degli appalti si può garantendo libera concorrenza e qualità

Ferrara – Che il tema appalti sia cruciale per il territorio e la sua economia è assodato. Lo è certamente per le piccole imprese, in particolare delle costruzioni, che la crisi ha fortemente penalizzato negli ultimi anni, e un Codice Appalti, macchinoso e dai numerosi limiti, ha contribuito di fatto a porre ai margini di questo mercato. Ma gli attuali meccanismi di selezione e di aggiudicazione delle gare alla base di progetti e opere essenziali hanno una ricaduta ben più ampia e forte sulla vita dei cittadini, chiamando in causa il ruolo delle stazioni appaltanti, comprese le Amministrazioni locali chiamate a garantire gli interessi generali.
Dunque, il convegno su “Appalti – economia & territorio”, che la Cna ha tenuto l’altra sera a Copparo alla presenza di sindaci dell’Area e dell’Unione dei Comuni Terre e Fiumi, pur entrando nel cuore dei meccanismi tecnici di un sistema assai complesso, certo da modificare dal punto di vista normativo, ma la cui gestione pratica è già da oggi concretamente migliorabile, non poteva che lasciare un segno importante. Soprattutto attraverso un confronto reciproco, come ha auspicato il presidente dell’Area Cna Paolo Mazzini, proprio a partire dal territorio, per creare condizioni nelle quali le imprese locali possano concorrere garantendo la realizzazione di opere, servizi e infrastrutture di qualità e in tempi più veloci di quelli attuali.
Per essere chiari, Cna non chiede in primis di «far lavorare le imprese del territorio» – come ha specificato il consulente legale esperto di Cna, Lorenzo Minganti, il quale si è poi soffermato sulla illustrazione degli emendamenti al Codice Appalti proposti dalla Confederazione – quanto di creare effettive condizioni di concorrenza del mercato, richieste dalla stessa Unione Europea, che consentano alle piccole e medie imprese locali di competere sul terreno della qualità, dell’efficacia e della velocità di esecuzione.
Presupposti che non possono essere raggiunti certo da una prassi orientata al massimo ribasso, di fatto il criterio peggiore da questo punto di vista, all’origine di tanti disservizi che caratterizzano l’accidentato percorso di progetti e opere dai tempi infiniti e scarsa qualità. Ne ha parlato con passione il presidente di Cna Costruzioni Riccardo Roccati, il quale ha esortato le stazioni appaltanti a indire gare che consentano di dare risposte reali ai cittadini del proprio territorio e in tempi rapidi, appalti “sostenibili e a prezzi sostenibili”, a partire da una analisi vera dei prezzi, rifuggendo dalle selezioni mortificanti e casuali dei sorteggi. In realtà Il Codice – ha insistito Roccati – consente già oggi di evitare la strada del massimo ribasso, dando finalmente dare sostanza ai criteri già in esso contenuti, legati al perseguimento degli obiettivi di ricaduta sociale, di sostenibilità ambientale e di qualità delle opere pubbliche, fino ad oggi sacrificati in nome di altre logiche. C’è poi il disatteso principio dell’affidamento diretto alle imprese del territorio, con criteri di rigorosa rotazione, per progetti di entità inferiore ai 40 mila euro, che consentirebbe, di fatto, la realizzazione tempestiva e di qualità di numerosi lavori di modesta entità, ma importanti per le comunità locali.
Dai sindaci presenti all’incontro – Nicola Rossi, sindaco di Copparo, Laura Perelli sindaco di Formignana e presidente dell’Unione Terre e Fiumi e Antonio Giannini sindaco di Ro – è venuta l’attestazione di un forte interesse a rafforzare il confronto e la collaborazione con Cna sui progetti, a partire dalla loro stessa ideazione, intraprendendo strade nuove nell’interesse dei cittadini e dell’economia del territorio. Ciò, tenendo presente, tra l’altro, che il percorso di fusione dei Comuni, sottoposto al voto degli elettori dei sei comuni copparesi domenica prossima, se varato potrebbe riservare la disponibilità di risorse rilevanti (si parla di 27 milioni di euro) per la realizzazione di progetti e opere pubbliche importanti per i prossimi anni.
“Non ci tireremo certo indietro di fronte alla prospettiva di un lavoro comune che punti alla efficienza, qualità, congruità di prezzi e al raggiungimento di risultati positivi per i cittadini e per le imprese del territorio”, ha concluso il presidente provinciale della Cna Davide Bellotti. “Non possiamo più dare alla burocrazia – ha infine sottolineato – il ruolo di primo attore, che si frappone alla realizzazione di ciò di cui la gente ha bisogno”.

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CNA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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