Skip to main content

Da: Ufficio Stampa

“Non posso dimenticare la grande crisi che cominciò nel 2008: appena finita l’estate, improvvisamente, a settembre, il mondo ci crollò addosso. Aziende che fino a quel momento avevano prodotto fatturati giganteschi, improvvisamente andarono in crisi. I centralini di molte imprese da un giorno all’altro cominciarono a squillare a vuoto. Migliaia di posti di lavoro vennero messi in discussione per mancanza di commesse”.

Ughetta Ciatti ricorda così un momento cruciale della nostra storia recente. Come avete reagito alla crisi? “Ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo messi al lavoro: iniziarono anni molto difficili, in cui l’obiettivo di tutti era individuare nuovi strumenti per sostenere il reddito delle aziende e l’occupazione, senza abbandonare nessuno. Riunioni continue, discussioni, pressione sulle istituzioni, confronto con gli imprenditori e con i sindacati. Poi, nel 2012, quando si cominciava a respirare un po’, arrivò la seconda mazzata: il terremoto dell’Emilia”.

A fine giugno Ughetta Ciatti conclude la propria carriera in CNA: un percorso cominciato 39 anni fa, che l’ha portata a diventare, oggi, responsabile dell’area Sindacale e sociale di CNA Ferrara oltre che responsabile del Comitato Impresa Donna.

Dedizione al lavoro, rigore asburgico, senso pratico e capacità di ascolto e mediazione hanno composto la cifra del suo impegno nell’associazione. Un impegno grazie al quale è stata protagonista dello sviluppo economico e imprenditoriale del nostro territorio, senza dimenticare l’affermazione del ruolo delle donne nella vita professionale.

“Ho iniziato – racconta – come responsabile provinciale della FNAM, la Federazione Nazionale Artigiani Metalmeccanici aderente a CNA. Fui la prima donna ad avere una responsabilità del genere, in un settore tradizionalmente maschile, dentro la CNA: all’epoca, nelle associazioni imprenditoriali e non solo, le donne ai vertici erano davvero poche”.

Ughetta fece ciò che le era più congeniale: lavorare, senza risparmiarsi, con rigore e senza complessi. E i risultati si videro.

“Divenni responsabile dell’area sindacale, ruolo che ricopro anche oggi, e cominciai a occuparmi di contrattualistica, relazioni con il sindacato, vertenze. Furono cruciali, per il nostro territorio, gli anni ’90. A Ferrara – e in poche altre province della Regione – mettemmo a punto strumenti innovativi tramite le casse dell’edilizia, del tessile, della meccanica. Grazie agli accordi con i sindacati era possibile erogare ai lavoratori provvidenze aggiuntive, rispetto ai contratti nazionali di lavoro. Anticipammo la nascita della cosiddetta ‘bilateralità artigiana’, un sistema di accordi che ha reso possibili ammortizzatori sociali e opportunità di welfare aziendale specifiche per l’impresa artigiana”.

In quegli anni Ughetta Ciatti si conquistò la fama di persona autorevole, rispettosa delle regole, attenta al bene comune: “la mia linea di condotta – spiega – non è mai cambiata: grande attenzione alle esigenze delle imprese e degli imprenditori, e reciproco rispetto nei confronti dei sindacati e delle istituzioni. E mai dimenticare che ogni impresa è fatta di donne e uomini”.

Gli ultimi mesi, segnati dall’emergenza corona virus, hanno avuto conseguenze pesantissime sull’economia del territorio: “Tuttavia – spiega Ughetta – qualche segnale di ripresa delle attività, tra aprile e maggio, lo si è visto: le domanda di cassa integrazione hanno cominciato a calare. Spero che in tempi brevi si creeranno le condizioni per una ripresa duratura: ne va del futuro del nostro territorio, e delle giovani generazioni”

tag:

CNA FERRARA


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it


Ti potrebbero interessare