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Da: Ufficio Stampa Lega

“Giustizia per gli invalidi”: il gruppo Lega E-R ha presentato una risoluzione che impegna la Giunta ad attivarsi affinché il Governo nazionale recepisca nel decreto di aprile sulla “fase due” una modifica atta a consentire la cumulabilità dell’Assegno ordinario di invalidità previsto dalla legge 222/1984 con gli indennizzi concessi dagli articoli 27, 28, 29, 30 e 38 del decreto-legge n. 18/2020.

Il cosiddetto “Cura Italia”, ha riconosciuto un indennizzo per il mese di marzo 2020 pari a 600 euro, per le limitazioni imposte dalla situazione emergenziale legata alla diffusione del Covid-19. Tale indennizzo, esente da qualsiasi imposizione fiscale, è destinato ai liberi professionisti con partita Iva, compresi i partecipanti agli studi associati o società semplici con attività di lavoro autonomo iscritti alla Gestione separata dell’Inps, ai co.co.co. in gestione separata, agli artigiani, ai commercianti, ai coltivatori diretti, a coloni e mezzadri, a stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali, nonché ai lavoratori del settore spettacolo e ai lavoratori agricoli;

Tuttavia l’Inps (con circolare n. 49 del 30 marzo 2020, interpretando le norme di cui al decreto-legge “Cura Italia”), ha precisato che il “Bonus” è incompatibile con l’assegno ordinario di invalidità di cui alla legge 12 giugno 1984.”

“Tale interpretazione – spiega il capogruppo della Lega, Matteo Rancan – pertanto esclude dai potenziali beneficiari dell’indennità i più deboli, ovvero i titolari di “assegno ordinario di invalidità”, penalizzati rispetto agli altri lavoratori, soprattutto se si considera che l’importo percepito mensilmente tramite assegno ordinario di invalidità è assai poca cosa rispetto ai 600 euro previsti per l’indennizzo”

Una “discriminazione” che emerge ancora più forte se si considera come il “Bonus da 600 euro” è cumulabile con ammortizzatori sociali quali la naspi o con erogazioni monetarie derivanti da borse lavoro, stage e tirocini professionali, nonché con i premi o sussidi per fini di studio o di addestramento professionale. “Pertanto diviene ancora più evidente come la norma sia posta a tutela dei più, e non certo di chi più avrebbe bisogno di un sostegno effettivo da parte dello Stato” sottolineano i leghisti.

“E’ dalla necessità di non lasciare indietro nessuno che parte la nostra richiesta di impegnare la Regione ad attivarsi col Governo nazionale affinché recepisca nel decreto di aprile sulla “fase due” una modifica atta a consentire la cumulabilità dell’Assegno ordinario di invalidità” concludono i consiglieri del Carroccio Matteo Rancan, Daniele Marchetti, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Michele Facci, Emiliano Occhi, Stefano Bargi, Andrea Liverani, Massimiliano Pompignoli, Fabio Bergamini, Maura Catellani, Matteo Montevecchi, Simone Pelloni e Valentina Stragliati.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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