Emergenza clima, i giovani in piazza danno lezione agli adulti
Tempo di lettura: 2 minuti
C’è una parola antica ed eterna stampata sui volti e radicata nei cuori delle ragazze e dei ragazzi che questa mattina hanno sfilato per le vie di Ferrara (come i loro coetanei, in ogni parte del mondo): questa parola è speranza. Da sola, certo, non basta. E accanto ad essa, infatti, si legge: volontà, determinazione, consapevolezza.
C’è allegria nel folto corteo che colora le strade in questa bella giornata di marzo. E’ un evento importante, che sembra segnare uno spartiacque e definire un prima e un dopo: prima e dopo il torpore. Vince l’allegria, non la rabbia, e lo slancio convinto di chi – cosciente dell’estrema gravità della situazione e dell’urgenza del ‘dover fare’ – perciò si dispone a muovere i passi necessari, esortando tutti quanti a rimettersi in cammino.
I ragazzi richiamano ‘i grandi’, che tali sono all’anagrafe, ma piccoli spesso appaiono sul palco della vita – gravati dai loro meschini appetiti – a considerare ciò che davvero conta: non il bieco interesse e la logica del profitto che stanno alla radice degli sconvolgimenti climatici che mettono a repentaglio la vita stessa del pianeta e dei suoi abitanti, ma il bene prezioso dell’esistenza e il conseguente dovere da parte di ciascuno, in misura delle proprie possibilità, di propiziare la salvaguardia di tutte le specie viventi e un equo progresso, diffuso e generalizzato.
Sta cambiando l’aria, questa è la sensazione… Ai giorni dell’oscuramento stanno facendo seguito mattinate di sole che sembrano annunciare una primavera di risveglio, etico prima ancora che politico. I potenti, che spesso godono di impunità anche per distrazione dei controllori, sono avvisati.
Sergio Gessi
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it