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Da: Comune di Ferrara

Cinque ore di musica dal vivo, che faranno increspare le acque della darsena di Ferrara con una corrente elettronica. Un tuffo nelle sonorità contemporanee con quattro diversi progetti musicali, che porteranno nella città estense uno sguardo su giovani produzioni italiane indipendenti, spesso meno note ma con collaborazioni a livello internazionale. Sabato 10 settembre 2016 arriva Electrodock, una serata dedicata alla musica elettronica con il patrocinio del Comune di Ferrara che vedrà esibirsi musicisti, dj e producer. A partire dalle 19 da una chiatta attraccata sul molo davanti allo spazio Wunderkammer di via Darsena 57, quattro progetti musicali si susseguiranno sul palco: Helle, Daam, Paolo Iocca e Minimalafrika.

Se come dice Slavoj Zizek, l’evento è una trasformazione del modo in cui il mondo ci appare e, al contempo, il cambiamento nella realtà stessa, Electrodock offre uno sguardo differente sulla darsena di San Paolo, luogo per molto tempo inaccessibile, ma ora al centro del progetto di riqualificazione urbana del lungo fiume. L’estetica post-industriale della banchina, unita al paesaggio fluviale e all’architettura del palazzo Savonuzzi, rendono questo luogo il set perfetto per un evento di musica elettronica, il suono della contemporaneità. L’evento Electrodock si inserisce infatti all’interno di Smart Dock, il progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana che con diverse attività e il patrocinio del Comune di Ferrara intende avviare un percorso di sensibilizzazione alla gestione dello spazio pubblico della darsena, rendendola luogo d’incontro e di socializzazione.

Quanto alla serata di Electrodock, ad esibirsi saranno alcuni dj, producer e fondatori di etichette che hanno distribuzioni di respiro europeo, ma anche giovani che cercano un compromesso tra sonorità elettroniche, musica suonata e arti figurative. Ad aprire saranno gli Helle, con le loro sonorità nord europee. I Daam, sempre bresciani, porteranno invece il loro mix di musica e teatro, per uno spettacolo insieme da vedere e da ascoltare. L’eclettico Paolo Iocca, con un passato da chitarrista post-rock, porta a Ferrara il suo ultimo progetto deep-house. A chiudere la serata saranno Marco Guizzi e Luca Fontaneto, ovvero Minimalafrika, progetto che sta attirando attenzione anche oltremanica. Un evento che dura solo una notte, ma che vuol fare specchiare la potenza della musica sull’acqua della darsena. Una serata realizzata per una cittadinanza giovane e consapevole che Ferrara può essere una città contemporanea, anche 500 anni dopo.

Electrodock è a cura dell’associazione Basso Profilo, a ingresso gratuito. L’osteria 2 Gobbi, con la gestione del chiosco, e lo sponsor tecnico Suono e Immagine collaborano all’iniziativa.

Info su Electrodock e progetto Smart Dock: Anja Rossi, cell. 340 4190867, associazione di promozione sociale Basso Profilo, via Quartieri 8, 44121 Ferrara, email info@bassoprofilo.org, sito web www.bassoprofilo.org.

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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