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Da: Luca Falcitano, Coordinatore Provinciale DICCAP

Il Sindacato DICCAP (Dipartimento Autonomie Locali e Polizie Locali) vuole replicare alla nota stampa divulgata in data 16 aprile da CGIL-CISL-UIL denominata “PROPAGANDA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS”.
Ormai leggere certe affermazioni da parte di chi da diversi mesi ha deciso di far politica e non sindacato non dovrebbe più sorprenderci eppure…
Mai avremmo pensato che i funzionari dei sindacati confederali della funzione pubblica potessero arrivare addirittura a mettere in dubbio alcuni principi costituzionali fondamentali quali il diritto di associazione e il diritto di parola, ma con il loro ultimo comunicato è stato proprio così.
Cosa dovremmo pensare infatti di chi in una comunicazione ufficiale alla stampa mette nero su bianco che i sindacati autonomi non “dovrebbero intraprendere rapporti…” oppure non sarebbero “legittimati ad avere relazioni”????
Evidentemente CGIL-CISL-UIL si dimenticano che non viviamo in un regime di apartheid sindacale, ma bensì in uno stato democratico dove ognuno è libero di esprimere le proprie idee e dove, chi rappresenta i lavoratori, ha il sacrosanto diritto e il DOVERE di farsi portavoce del pensiero dei propri associati e/o simpatizzanti con l’obiettivo di portare un contributo al benessere organizzativo, al miglioramento delle condizioni lavorative economiche e contrattuali dei lavoratori del Comune di Ferrara nel loro insieme.
Fatta questa premessa ci troviamo costretti a ricordare ai confederali che, mentre loro pensavano a produrre comunicati su comunicati di natura strettamente politica, il DICCAP cominciava a scrivere le prime richieste per i DPI per la Polizia Locale “Terre Estensi” già agli inizi di Febbraio quando il COVID cominciava a divenire un problema serio in Cina e una minaccia incombente per l’Italia.
Poco importa che, su sollecitazione di molti colleghi della Polizia Locale, in queste settimane di epidemia il DICCAP, inviando istanze e note dirette sia al Comandante Rimondi, sia all’amministrazione, riusciva ad ottenere per gli Agenti i DPI, la sanificazione dei locali, la riorganizzazione delle modalità operative del Corpo per prevenire la diffusione di eventuali contagi all’interno dello stesso, l’indennità di ordine pubblico per le pattuglie che svolgono i controlli sulle normative COVID, i Test sierologici per gli Operatori ecc…..
Quale di queste sacrosante richieste è stata portata avanti da CGIL-CISL-UIL in queste settimane per la Polizia Locale??
Venendo poi alle carenze organiche del Comune di Ferrara segnalate dai confederali, è fuori dubbio che si debba incrementare il personale in tutti i Settori, ma ci fa sorridere che la Triplice stia affrontando solo ora il problema.
E’ sotto gli occhi di tutti infatti che il disastro dei numeri attuali è il frutto dei rovinosi trascorsi sindacali di CGIL-CISL-UIL degli anni passati quando, con un’amministrazione di altro colore, tali sigle hanno preferito accontentare il sindaco del tempo a discapito dei diritti dei lavoratori, i quali sono stati svenduti all’amministrazione con conseguenti perdite dal punto di vista economico e della sicurezza del lavoro, come avvenuto nel caso della Polizia Locale che, con l’approvazione del famoso progetto di prolungamento orario del terzo turno, ha visto di fatto gli Agenti coinvolti in servizi serali senza adeguate dotazioni e senza una congrua indennità.
Questo è un esempio fra tanti, poiché anche in altri settori del Comune di Ferrara la soggezione dei confederali verso le amministrazioni precedenti ha prodotto evidenti criticità lavorative, che il DICCAP sta cercando di affrontare con la collaborazione di diversi dipendenti del settore amministrativo, presentando agli Assessori competenti le problematiche che sono emerse.
Con la nota odierna i Sindacati confederali hanno dimostrato per l’ennesima volta di preferire (usiamo la loro stessa definizione) “la strombazzata politica” alla tutela dei lavoratori, che in un momento di emergenza sanitaria come questa riveste caratteri di priorità senza eguali.
CGIL-CISL-UIL volendo imporre a tutti i costi ideologie e interpretazioni normative di parte vanno all’esatto opposto di quanto sarebbe necessario in questi momenti di pandemia, ovverosia lasciare che ogni organizzazione contribuisca con le sue idee costruttive al benessere collettivo.
Concludiamo la presente comunicazione con l’ennesimo invito ai funzionari confederali, quando sarà possibile, ad organizzare insieme un contraddittorio durante un assemblea dei dipendenti, in maniera tale che ogni partecipante possa valutare autonomamente chi per lui tutela gli interessi della base e chi invece quelli di altri soggetti diversi dai lavoratori. È un invito che non ci stancheremo mai di fare per quanto eluso già troppe volte. Evidentemente c’è chi ha timore di un confronto pubblico…

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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