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Giorno: 15 Febbraio 2019

Riflessione sul mondo dell’arte

Da: Alberto Vita Finzi

Non è mia abitudine scrivere sui social nè di dare sfoggio di me pur consapevole di quanto la pubblicità sia l’anima del commercio. Sento comunque il dovere morale di prendere posizione a favore di ciò che è solita affermare il curatore d’arte Laura Rossi relativamente al mondo dell’arte e come questo sia spesso gestito da individui, cosiddetti critici, ma anche galleristi o comunque fabbricanti di artisti, venditori di parole e di illusioni. E’ noto a tutti, o quasi a tutti, come codesti artigiani lavorino: l’illusione di essere considerato un artista o quantomeno un buon pittore piace a tutti coloro che praticano questa attività. E’ risaputo, l’artista o chi si ritiene tale è spesso preda di una componente narcisistica non indifferente, non un sano narcisismo che spinge a proiettarsi in avanti, ma una debolezza che spesso rende schiavi. E’ proprio su questa debolezza che personaggi con pochi scrupoli, bravi illusionisti giocano le loro carte. E’ solo questione di prezzo! La grandezza di un neofita aspirante artista o anche di un vecchio mediocre praticante dell’arte è direttamente proporzionale all’esborso. Vuoi farti conoscere? Nessun problema! Mostre, cataloghi, articoli su quotidiani o anche riviste d’arte, basta pagare. Mi chiedo se esista un tariffario nazionale. Non hai un curriculum adeguato? Lo si costruisce. Vuoi una pagina su cataloghi anche importanti? Paga! Vuoi vedere le foto delle tue opere pubblicate? Paga! Pagando puoi persino esporre in America…Può succedere, probabilmente questa è la regola, perlomeno questa è la mia esperienza che qualcuno ti proponga di firmare ” un contrattino” dove ci si impegna a fare almeno due mostre all’anno per un certo periodo di anni. Ovviamente la presentazione delle mostre e la stesura dei relativi cataloghi sono appannaggio del personaggio con cui ti sei vincolato firmando il ” contrattino”, ovviamente previa adeguato pagamento che viene stabilito verbalmente all’atto del contratto. Può accadere che una volta arrivato, o credendo di essere arrivato l’artista costruito debba continuare a pagare per restare in auge e non cadere nel dimenticatoio. Nel migliore dei casi, nell’ipotesi in cui ci si affidi a qualche gallerista devi dipingere su commissione, che so tre nature morte, due vasi di fiori, dieci paesaggi, cinque informali rossi, due verdi e tre neri. Certo i guadagni per sopravvivere ci sono ma a quale prezzo? Chi scrive è un produttore, forse mi auguro, un ex produttore di ” paccottiglie”, un ex narcisista guarito ed ora disilluso. Siamo nel 1991 o giù di lì che a qualcuno viene l’idea di invitare ad una mia mostra il maestro Franco Farina, direttore della galleria d’arte moderna di Ferrara. In quell’epoca facevo del figurativo ,scimmiottando o credendo di scimmiottare Alberto Sughi. Di quei lavori non resta quasi più nulla, solo alcune tracce che conservo per me come ricordo di un passato poco brillante ( ho avuto il pudore di recuperare le tele e di ridipingendovi sopra). La critica come è intuibile fu inclemente, devastante, spietata tanto che per circa due anni non fui capace di guardare neppure una tela bianca, ma in compenso ho tanto riflettuto guardandomi dentro. E’ grazie a quella critica, che ferì il mio orgoglio ma guarì il mio narcisismo che ho trovato una mia dimensione pittorica. Non vidi più Farina quindi mai saprò cosa direbbe ora dei miei lavori, purtroppo è morto, ma a lui sarò sempre grato. L’augurio che rivolgo a tutti coloro che si dedicano alle pratiche artistiche è quello di incontrare tanti maestri Farina e nessun critico pennivendolo, nessun operatore del settore che sfrutti illudendo. Questo lo so, è solo utopia. Non c’è rancore, nè invidia come qualche meschino potrebbe pensare. Il mio è solo amore per l’arte, quella vera, così svilita in un mondo tanto corrotto che non risparmia nulla. Ho quasi settanta anni ed è finito il tempo della rabbia, è ora il tempo delle riflessioni, se vogliamo della denuncia.

Welfare. La sfida alla povertà degli empori solidali: cibo, vestiti, giocattoli, materiale didattico e tanto altro per le persone di difficoltà

Da: Regione Emilia-Romagna

Piccoli supermercati, dove persone e famiglie in difficoltà economica possono recarsi per scegliere prodotti in base ai propri gusti e necessità, acquisendoli gratuitamente tramite una tessera punti, rilasciata dall’Ente che li gestisce.

Sono gli Empori solidali, di cui si parla oggi nel corso di un convegno a Casalecchio di Reno (Bo); ed è proprio di questi giorni la notizia del rinnovo, da parte della Regione, del protocollo d’intesa sottoscritto per la prima volta nel 2017 per sostenere gli empori e promuovere la loro diffusione sul territorio. Quest’anno tra i firmatari, oltre ad Anci Emilia-Romagna, i soggetti aderenti alla ‘Rete Empori solidali’ e l’Associazione Csv Emilia-Romagna Net, anche le Organizzazioni sindacali.

“Un processo, quello degli empori, in continuo divenire- sottolinea la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini- come dimostra il numero crescente di strutture attive in Emilia-Romagna. Con le attuali ventidue e altre due di prossima apertura, la nostra è tra le regioni che ne contano di più, seconda solo alla Lombardia, a dimostrazione dell’effettiva validità di una formula creata per offrire un aiuto dignitoso e un’occasione di ‘rigenerazione sociale’ a chi si trova in condizioni di indigenza. Come Regione continueremo a sostenere e promuovere la rete di queste realtà, che- conclude Gualmini- rappresentano una risorsa fondamentale nel nostro welfare regionale e si collocano a pieno titolo nell’alveo del sistema delle politiche di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale”.

Cosa c’è negli empori solidali
La varietà di beni in distribuzione è ampia: pasta, biscotti, scatolame, generi freschi, surgelati, ortofrutta. Poi giocattoli e materiale per la scuola, prodotti per l’igiene della persona e della casa, alimenti per animali.

Da Parma a Rimini, sono già 22 gli empori solidali attivi in Emilia- Romagna, il 12% di quelli, 178, presenti sul territorio nazionale; altri due, uno a Piacenza e uno a Lugo (Ra), apriranno entro l’anno. E dal 2010, quando a Parma inaugurò la prima struttura, a giugno 2018 le famiglie assistite sono state oltre 10mila. 136 le organizzazioni non profit (associazioni di volontariato, cooperative sociali, Caritas e altri gruppi ecclesiastici) che in questi 8 anni sono state coinvolte nel funzionamento delle strutture, dall’approvvigionamento alla distribuzione; 376 le aziende fornitrici di beni alimentari e non. Quasi mille, infine, i volontari che hanno messo a disposizione tempo e impegno per far funzionare al meglio questa realtà.

Assieme al sostegno materiale, gli Empori offrono ascolto, orientamento verso altri servizi, formazione, consulenze al credito e alla gestione domestica, opportunità di socializzazione e molto altro ancora. Ciascun emporio stabilisce le regole di accesso alla propria struttura: di norma, occorre risiedere nel territorio in cui ha sede e dichiarare un Isee tra i 3.000 e i 10.000 euro e, comecriterio di priorità per ricevere la tessera punti, essere rimasti senza lavoro, essere iscritti a un Centro per l’impiego e avere a carico figli minorenni.

Come funzionano gli empori solidali
Per quanto riguarda l’approvvigionamento, gli empori dell’Emilia-Romagna ricorrono come prima fonte al Banco Alimentare (Fondazione che si occupa della raccolta di cibo e recupero delle eccedenze alimentari), che nel 2018 ha ricevuto dalla Regione un finanziamento di 20mila euro per realizzare un progetto finalizzato ad aumentare le donazioni delle eccedenze da parte delle aziende emiliano-romagnole. Altre fonti di rifornimento sono l’acquisto diretto della merce e le collette alimentari, realizzate facendo leva su una rete di ‘donatori’ che coinvolge produttori, grandi e piccoli distributori e ristoratori, per ampliare il più possibile l’offerta.

Il personale, impegnato in diverse funzioni – dall’allestimento alla cassa, all’accoglienza delle persone – è quasi tutto volontario. Ci sono anche mansioni più delicate, di solito ricoperte da dipendenti, come il reperimento delle merci, talvolta in grandi quantità, che vanno trasportate, stoccate, conservate correttamente e distribuite.

Dove sono
L’Emilia-Romagna è l’unica regione in Italia nella quale, nel 2017, gli empori si sono riuniti in una rete strutturata: “Gli empori solidali dell’Emilia-Romagna”, che mette insieme realtà anche molto diverse fra loro per dimensioni e caratteristiche, per rispondere in modo omogeneo a problematiche come la povertà alimentare, il recupero delle le eccedenze di cibo e l’aiuto a persone in difficoltà economica.

I 22 empori, distribuiti su tutto il territorio regionale, sono:3 a Parma (capoluogo, Borgo Val di Taro, Lesignano de’ Bagni), 2 a Reggio Emilia (capoluogo e Guastalla), 5 a Modena (capoluogo, Medolla, Sassuolo, Soliera, Vignola), 7 a Bologna (3 nel capoluogo, Casalecchio di Reno, Imola, Minerbio, San Lazzaro di Savena), 2 a Ferrara (capoluogo, Codigoro), 1 rispettivamente a Ravenna, Forlì e Rimini; entro il 2019 apriranno gli empori di Piacenza e Lugo (RA).

Gli empori in Italia: il Rapporto di Caritas e CSVnet
Come racconta il primo rapporto di Caritas italiana e Csvnet (associazione dei centri di servizio del volontariato), presentato in regione per la prima volta oggi durante il convegno, gli empori solidali attivi in Italia sono 178 distribuiti in 19 regioni, e almeno altri 20 sono pronti a partire entro il 2019; in proporzione alla popolazione, è l’Emilia-Romagna quella che ne conta il maggior numero. Dal 1997 a metà 2018 oltre 99mila famiglie e 325 mila persone (il 44% delle quali straniere) hanno frequentato gli empori; oltre 5mila i volontari che hanno prestato servizio.

Nella quasi totalità dei casi gli empori sono gestiti da organizzazioni non profit, spesso in rete fra loro: più della metà (52%) è gestito da associazioni (in maggioranza di volontariato); il 35% da enti ecclesiastici diocesani o parrocchie; il 10% da cooperative sociali e il 3% (in tutto 5 empori) da enti pubblici.

Un ruolo molto importante è quello svolto dalle Caritas diocesane, coinvolte in 137 empori;i Centri servizi volontariato svolgono un servizio di supporto al funzionamento in 79 strutture. La prevalenza delle aperture è concentrata in due, tre giorni infrasettimanali; 37 empori sono aperti anche il sabato, 5 dei quali esclusivamente in questo giorno.

Renzi vs Berlinguer e gli equivoci di una Sinistra confusa

Da: Cristiano Mazzoni

Sentire parlare Renzi di Berlinguer è come sentire Gelain parlare di Edson Arantes Do Nascimiento. Non è semplicemente offensivo, è fuori tema. Non c’entra nulla, sono piani contrapposti, è come scivolare sulle pendici del Montagnone seduti su un cartone e fare la discesa libera sulla Streif a Kitzbühel.
L’ex leader di un partito, che alcuni, ancora, purtroppo, imperterriti ritengono di sinistra, che con orgoglio dichiara di mai essere stato comunista, rivendicando, anche se non palesemente, le sue origini democristiane, è la vera nemesi della evaporazione dei valori di sinistra nella società italiana.
Sia chiaro, nessuna critica a chi è diverso da me, io sono il solito, anacronistico dinosauro e quindi non faccio testo. Ma è interessante analizzare, in maniera sociologica il percorso effettuato dal Partito Democratico, figlio della tradizione catto-comunista italiana, da prima della sua fondazione ai giorni nostri.
Il povero Renzi, figlio dei fantasmi dei Natali precedenti, non perde occasione per dimostrare il suo fastidio nei confronti dei rossi, la lettera scarlatta che lui e pure gli altri, rifiutano senza se e senza ma.
Addirittura nel criticare Berlinguer ed il Pci addita il fatto di essere stato tra la gente, come un difetto, mettendo al primo posto la vittoria elettorale e non la rappresentanza di un popolo. Ricordo al ragazzaccio di Firenze che un Italiano su tre era comunista e che 12.600.000 nostri connazionali a metà degli anni settanta votarono il primo partito in alto a sinistra nelle schede elettorali.
Il coinvolgimento, il sentirsi una piccola parte di una grande utopia, non ha eguali nel misero panorama politico della nostra penisola.
Sarebbe bello un mondo dove i tasselli del puzzle riprendessero ad avere la loro consona collocazione.
Il Renzismo è un sepolcro imbiancato del neoliberismo attuale, il Partito Democratico è (a parere mio) un raggruppamento moderato di una destra liberale.
Mi assumo le responsabilità delle mie opinioni, criticabili, opinabili, ma mie.
Vedrei bene uno schieramento elettorale in stile Nazzareno, probabilmente competitivo alle elezioni.
E la sinistra ?
E’ un’altra cosa.
Non potrà mai esistere, e storicamente mai esistette, una ipotetica unità a sinistra, se non verrà fatta chiarezza su che cos’è o cosa vuole essere la sinistra italiana.
Mille anime, mille rivoli, mille raggruppamenti, che mai vinceranno le elezioni. Ma per ricreare un popolo e ritornare a parlare con quel medesimo popolo è fondamentale, partire da una vittoria elettorale ?
Ecco, io credo sia quello il problema. E’ come se una squadra di calcio dei dilettanti si ponga il problema di vincere la Champions.
Occorre camminare, prima di iniziare a correre.
La modernità di Berlinguer sta nelle sue idee, sta nell’aver capito che il mondo non è o bianco o nero, sta nella ottusa convinzione che gli ultimi sono la base di un qualsiasi raggruppamento di sinistra, che non si vergogna della bandiera rossa e che addirittura ne rivendica la forza trainante di cambiamento della società.
Io ritengo legittime le posizione centriste e centripete di molti esponenti della sedicente sinistra italiana.
Ma non sono le mie.
Non credo che si esca dalla crisi stando né a destra e né a sinistra, così facendo si diventa barricata, parafrasando Lenin.
Semplicemente credo che l’evoluzione del capitalismo rapace, quello della mercificazione e privatizzazione del tutto, abbia fallito, così in Italia e così nel mondo.
La cosa pubblica, il welfare, il solidarismo, “ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni” (cit.), non sono concetti superati e nemmeno ottuse paturnie di pochi trinariciuti vetero comunisti. Sono il punto di partenza o meglio di ripartenza, di una sinistra di popolo, una sinistra dell’anima, che non ha la velleità di ricostruire uno sbriciolato centro sinistra, ma ha l’obbiettivo di ricostruire se stessa.
Matteo, non volermene, ma non metterti più contro Enrico, non ne hai il fisico, sarebbe come se Patricio Sumbu Kalambay avesse voluto sfidare Muhammad Ali.
Sarebbe stato un match senza storia.
Cordialmente rosso,
e senza vergogna.

Al via le iniziative Ascom Confcommercio di supporto al Cento Carnevale d’Europa edizione 2019

Da: Ufficio Stampa – Ascom Ferrara

Il Cento Carnevale d’Europa 2019, edizione sotto il motto “Follia allo stato puro”, si apre con la tradizionale partnership con Ascom Confcommercio. “Il Carnevale a Cento, insieme al Guercino, sono i più noti ed affermati elementi di promo valorizzazione della città e del suo territorio – considera Marco Amelio, presidente di Ascom Confcommercio Cento – Vogliamo rinsaldare questo legame ormai storico che vede le attività di vicinato impegnate a realizzare una degna cornice allo spettacolo mozzafiato dei cinque spettacolari carri allegorici in cartapesta, che anche in questa edizione si daranno battaglia a colpi di gettito, fantasia e creatività”.
Due le iniziative – entrambe sostenute da Cassa di Risparmio di Cento da sempre vicina alle esigenze del territorio – che Ascom metterà in campo per supportare adeguatamente la spettacolare manifestazione che si svilupperà nelle cinque domeniche di sfilate dal 10 febbraio al 10 marzo 2019. In primo luogo “Che Carnevale in vetrina”, una gara di vetrine a tema carnevalesco che dal 17 febbraio al 3 marzo coinvolgerà decine di attività commerciali del centro storico centese in un’appassionante sfida con la cartapesta a fare da padrona e musa ispiratrice degli allestimenti. L’edizione 2019 si apre con una novità: la collaborazione con il prestigioso Fotoclub “Il Guercino” che costituirà la giuria tecnica e immortalerà le realizzazioni dei commercianti. Elena Melloni, delegata regionale della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF), affiancata da Raimondo Poluzzi, presidente del locale Fotoclub, aggiunge: “Intendiamo ringraziare Ascom per averci coinvolto nella Giuria delle vetrine del Carnevale; metteremo in campo le nostre competenze fotografiche per un’ottima riuscita dell’evento ”
Gli scatti saranno poi pubblicati su Facebook di Ascom Ferrara e così ciascuno con il proprio ‘mi piace’ potrà supportare ed incoraggiare la vetrina preferita, influenzando le valutazioni dei giurati tecnici. Le premiazioni finali sono previste nella domenica conclusiva sul palco in piazza del Guercino. Insomma si rinforza la tradizionale sinergia con il Cento Carnevale d’Europa: ”
“Come ogni anno spiegano Ivano Manservisi presidente del Cento Carnevale d’Europa con a fianco il figlio Riccardo, in qualità di presidente della Manservisi Eventi – torna il celeberrimo e ricercato “Sbaracco”, assieme a tutte le iniziative Ascom in concomitanza al periodo carnevalesco; siamo molto felici di questa consolidata partnership pluriennale, con persone amiche che apprezziamo sinceramente e che svolgono un grande lavoro sul tessuto del territorio. Avanti così.” –

Infatti non mancherà il consueto e gradito Sbaracco di Carnevale (per l’intera giornata di sabato 2 marzo), a pochi giorni dalla fine dei saldi invernali. Sarà un’opportunità per approfittare di eccellenti opportunità per abbigliamento, accessori e calzature, unendo il divertimento del clima carnevalesco allo shopping con sconti imperdibili. Manifestazioni legate al territorio dove è presente “Con convinzione e da sempre storicamente la Cassa di Risparmio di Cento, la banca del territorio” come ha sottolineato Massimo Giovannini, responsabile area Retail.
Le conclusioni nelle parole del vicesindaco Simone Maccaferri: “Manifestazioni come il Carnevale rappresentano un’opportunità importante per il nostro territorio. Ascom ha saputo cogliere questa proficua occasione di sinergia e crescita, continuando in questi a mettersi in gioco attraverso iniziative ed eventi capaci di coinvolgere la città e di attrarre centesi e turisti nel nostro bellissimo centro storico”.

Giorno del Ricordo – 15 febbraio 2019

Da: Comune di Comacchio – Segreteria Generale

Un momento per ricordare, per riflettere sui terribili accadimenti subiti in Dalmazia, Istria, Venezia-Giulia da nostri connazionali durante il periodo titino nel dopoguerra.

Alle ore 9.15 presso piazzale Martiri delle Foibe, alla presenza di tutte le Autorità militari, si è svolta la commemorazione che ogni anno ricorda il terribile eccidio di migliaia di persone che abitavano quelle terre ed uccisi dal regime comunista jugoslavo in quanto italiani, gettati in formazioni naturali tipiche di quei territori e chiamate appunto foibe.

Presenti in questa giornata il Sindaco Marco Fabbri, il quale, portando il saluto di tutta l’Amministrazione comacchiese, ha ricordato quanto il sacrificio di migliaia di persone innocenti fosse stato compiuto in nome di un’appartenenza, un sentirsi italiani che spesso veniva affermato a costo della vita. Intervenuto anche il Presidente dell’Associazione Nazionale “Venezia Giulia e Dalmazia” di Ferrara: Flavio Rabar che, oltre a riportare il terribile racconto degli assassinii voluti dal regime, ha ricordato quanti vennero condannati all’esilio, trovando rifugio in oltre cento punti di accoglienza sul nostro territorio, non senza dolorose sofferenze fisiche e psicologiche.

La speranza di tutti è riposta nelle nuove generazioni, rappresentate oggi dagli studenti delle scuole di Porto Garibaldi, i quali, in collaborazione con gli attori della compagnia dialettale “La Fuesne”, hanno presentato lo spettacolo teatrale “Ricordare per non dimenticare” presso la Sala polivalente di Palazzo Bellini dalle ore 10.15.

In Regione una risoluzione a tutela del patrimonio del Museo Delta Antico di Comacchio

Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico

“Oggi il sindaco di Comacchio Marco Fabbri ha lanciato un allarme e un appello a tutte le Istituzioni affinché venga rivista l’incomprensibile decisione di privare il Museo Delta Antico di Comacchio del cratere monumentale recante scene della Guerra di Troia e del raffinato cratere che ritrae Teseo che sconfigge il Minotauro, emblemi assoluti dello straordinario simbolismo che connota la ceramica attica – spiega il consigliere regionale Paolo Calvano -. Ritengo che tutte le Istituzioni si debbano far carico di questo appello, perché quel museo è un punto di riferimento importante per il sistema culturale ferrarese ed emiliano-romagnolo ed inoltre rappresenta una grande occasione di destagionalizzazione dell’offerta turistica di Comacchio e dei nostri lidi. Faccio mio l’appello di Fabbri e auspico che tutte le forze politiche di governo e di opposizione parlino con voce unanime per trovare una soluzione. Per questo mi auguro che la risoluzione che presenteremo in consiglio regionale, a tutela del patrimonio del museo, insieme alla collega Marcella Zappaterra sia condivisa da tutte le forze politiche”.

Coop a fianco dei produttori sardi di latte

Da: responsabile ufficio stampa Coop

Fatti e non parole. Coop, l’insegna leader della grande distribuzione in Italia con una rete di oltre 1100 punti vendita, interviene concretamente in merito alla crisi del settore lattiero-caseario sardo a fianco dei produttori di latte. E lo fa con un impegno immediato e tangibile riconoscendo ai fornitori del prodotto Coop un valore all’acquisto del pecorino in grado di assicurare agli allevatori il prezzo di 1 euro al litro.

Si tratta di un’iniziativa straordinaria di Coop che verrà sostenuta per un periodo utile a superare la crisi di mercato in corso e che interesserà i fornitori e gli allevatori coinvolti nella produzione dei pecorini Coop, compreso il pecorino romano (le linee Coop e Fior Fiore presenti sugli scaffali).

Coop sostiene da sempre il giusto prezzo dei prodotti, in grado di garantire i consumatori e permettere un’adeguata retribuzione dei produttori. Non è la prima volta che Coop interviene per riconoscere una migliore remunerazione agli agricoltori anche in fasi di eccesso dell’offerta e di crollo dei prezzi, come già è successo in anni passati per le filiere del latte bovino o del pomodoro di Pachino.

La crisi attuale del pecorino romano e del latte di pecora è determinata da diversi fattori che vanno aggrediti in modo strutturale. E’ importante una migliore programmazione delle attività produttive che eviti gli eccessi di offerta attuali; fondamentale è avviare e sostenere i processi di aggregazione e di accorciamento della filiera che possano aiutare la competitività dei prodotti derivati dal latte di pecora.
Parallelamente come Coop siamo disponibili e auspichiamo, come avviene in altri paesi del Nord Europa, accordi di filiera che fissino il prezzo del latte in modo stabile ed equo per tutto l’anno.

Convegno “I diritti umani nel mondo contemporaneo”

Da: Organizzatori

Domani, sabato 16 febbraio 2019, alle ore 9:00 presso il teatro Comunale “Claudio
Abbado” di Ferrara (Corso Martiri della Libertà, 5) si apre il Convegno d’Inverno del
Lions Club International Distretto108 Tb – Governatore Bernardino Salvati.
Nell’ambito del Convegno si tiene l’incontro, a partire dalle 10:30, organizzato dal
Centro Studi e Archivio Storico “Gian Pietro Gardini” diretto da Giuseppe
Rando, sul tema I Diritti Umani nel Mondo Contemporaneo, con il contributo e il
patrocinio del Comune di Ferrara e la collaborazione dell’Istituto di Storia
Contemporanea di Ferrara.
Sono previsti interventi di personalità di considerevole levatura: Guido Raimondi,
Presidente della Corte Europea di Strasburgo, che parlerà de La protezione dei diritti
fondamentali della persona umana: il ruolo unico della Corte Europea dei Diritti
dell’Uomo; Alessandra Annoni, docente dell’Università di Ferrara, che affronterà il
tema I Diritti umani nelle situazioni di emergenza; Jan Kleijssen, Direttore del
Dipartimento Società dell’informazione e lotta alla criminalità del Consiglio
d’Europa, che discuterà dell’Intelligenza artificiale in relazione ai Diritti Umani, allo
Stato di Diritto e alla Democrazia con particolare attenzione al ruolo del Consiglio
d’Europa in questo campo; in conclusione, avrà luogo l’intervento di Kerry
Kennedy, figlia di Bob Kennedy e Presidente Onorario della Fondazione “Robert F.
Kennedy Foundation of Europe”, con sede a Firenze.
Sabato scorso, 9 febbraio la stessa Fondazione, in preparazione al Convegno, in
collaborazione con l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, ha organizzato un
incontro di formazione/aggiornamento, rivolto a studenti e docenti e riconosciuto dal
MIUR, sul tema L’educazione ai diritti umani, presso l’Istituto alberghiero “Orio
Vergani” di Ferrara.

Da lunedì 18 febbraio chiusura temporanea della Sp 48 per lavori frana

Da: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

Da lunedì 18 febbraio scatta la chiusura temporanea del traffico veicolare sulla Sp 48 Portomaggiore-Argenta, in un tratto di 500 metri lungo il canale Fossa di Porto, in territorio comunale di Portomaggiore.
A stabilirlo è un’ordinanza della Provincia, per consentire i lavori del Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara per la ripresa di una frana.
Intervento la cui durata prevista è di 12 giorni lavorativi e comunque “fino all’avvenuto ripristino delle condizioni di sicurezza”, come recita il provvedimento.
Gli unici mezzi ammessi in zona cantiere sono di residenti, carico e scarico, di soccorso e delle forze di polizia.
Lo stesso Consorzio provvederà alla posa della segnaletica di cantiere e di suggerimento della viabilità alternativa sia per i mezzi al di sotto che per quelli oltre le sette tonnellate di peso.

Coldiretti: la casa circondariale di Ferrara aderisce alla raccolta firme “eat original” di coldiretti.

Da: Coldiretti Ferrara – ufficio stampa

I dirigenti e le forze della polizia penitenziaria della casa circondariale di Ferrara hanno aderito alla raccolta firme per la legge europea sull’origine in etichetta per tutti gli alimenti, dando seguito alla collaborazione con Coldiretti Ferrara ed AVIS.
 
Alla presenza del vice presidente di Coldiretti Ferrara, Gianni Paganini, in rappresentanza dell’organizzazione agricola, e del presidente di AVIS Ferrara, Sergio Mazzini, stamattina presso la casa circondariale di Ferrara si è svolta la consegna del materiale per la raccolta delle firme della petizione europea “Eat Original”, promossa da Coldiretti e da altre associazioni europee per l’obbligatorietà dell’origine in etichetta, cui anche il personale in forza alla casa circondariale di Ferrara collaborerà.
Si tratta di un ulteriore tassello della collaborazione tra Coldiretti e Casa Circondariale, che anche grazie al lavoro di AVIS Ferrara, si sta concretizzando in iniziative di comune interesse, come è stato nel caso delle zucche del “galeorto”, coltivate all’interno degli spazi verdi della struttura di Via Arginone ed in parte omaggiate ai donatori di sangue della città nel periodo natalizio.

La Grande Macchina del Mondo di Hera ai nastri di partenza: quasi 8mila gli studenti ferraresi coinvolti

Da: Ufficio stampa Ferrara- Modena

Da lunedì 18 parte la maratona di iniziative rivolte alle scuole che caratterizzano la nona edizione del programma di educazione ambientale proposto dal Gruppo Hera, che nel territorio ferrarese coinvolge 113 scuole, 385 classi e quasi 8mila alunni
L’impegno di Hera a sostegno dell’istruzione si rinnova e rafforza per il nono anno consecutivo, nell’intento di offrire ai giovani nuovi spunti per diventare cittadini consapevoli e sensibili verso il territorio e il pianeta che ci ospita, attraverso lo sviluppo di una solida cultura ambientale. Tantissime le richieste di partecipazione alle attività della nuova edizione della Grande Macchina del Mondo, a cui Hera ha risposto positivamente estendendo il progetto a più classi rispetto allo scorso anno.
L’offerta didattica, sempre gratuita, è rivolta alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° e 2° grado con un programma che, uscendo dai libri scolastici, affronta con metodologie all’avanguardia tematiche ambientali, idriche ed energetiche attraverso laboratori scientifici, giochi a squadre, sfide e concorsi a premi.
Ferrara: 8mila ragazzi a lezione con Hera
Le attività de La Grande Macchina del Mondo nel ferrarese prendono il via lunedì 18 febbraio, con la prima delle 113 scuole del territorio nelle quali, secondo un calendario che si dipanerà fino a tutto il mese di maggio, saranno coinvolti oltre 380 classi e quasi 8mila studenti.
Per le scuole dell’infanzia e primarie si terranno 28 spettacoli teatrali, 14 atelier creativi, 15 letture animate, e 191 tra storytelling, laboratori, percorsi tematici e visite guidate agli impianti Hera. Anche quest’anno, tutte le scuole che partecipano al laboratorio teatrale Sognambolesco riceveranno in omaggio il libro “Il cielo non va mai a dormire”, scritto da Emanuela Nava e illustrato da Patrizia La Porta in esclusiva per Hera.
Sono 53, invece, i giochi a squadre e i laboratori scientifici e creativi in cui si cimenteranno gli studenti delle scuole secondarie di 1° grado.
Il percorso l’Itinherario Invisibile, particolarmente apprezzato nelle scorse edizioni, riproporrà il ciclo di visite, virtuali e non, ai principali impianti gestiti da Hera. In questo modo tutte le classi, anche quelle che non possono recarsi in esterno, potranno scoprire il dietro le quinte della gestione di servizi importanti per i cittadini, accompagnati e orientati dagli operatori Hera.
Le novità di questa edizione della Grande Macchina del Mondo
In particolare, ai 39 percorsi didattici previsti hanno aderito quest’anno 1.050 scuole, più di 3.700 classi e circa 80.000 studenti delle province da Modena a Rimini in cui opera la multiutility.
La proposta 2019 è profondamente rinnovata negli approcci, metodologie, strumenti e nei materiali utilizzati. Particolare attenzione viene dedicata in questa edizione allo sviluppo delle competenze artistiche e digitali, oltre alla diffusione delle buone abitudini quotidiane a sostegno dell’economia circolare, della riduzione dei rifiuti, del riuso dei beni e della raccolta differenziata.
Altra importante novità è la struttura dei percorsi che, per coinvolgere un numero maggiore di alunni e docenti, si sviluppano in un incontro a scuola, a cui è sempre associata un’attività propedeutica, che anticipa l’esperienza diretta in classe coinvolgendo direttamente bambini e ragazzi, e un’attività finale, che conclude e integra il lavoro fatto insieme all’educatore, con proposte di approfondimento per insegnanti e/o stimoli di condivisione con le famiglie.
Il progetto viene ogni anno aggiornato, rivisto, anche grazie alla preziosa collaborazione e al contributo apportato da insegnanti e alunni, cercando di arrivare alle menti e al cuore dei ragazzi, per farli appassionare e aiutarli a sentirsi responsabili attraverso laboratori, incontri, giochi, discussioni, sperimentazioni.
I nuovi eco-concorsi dedicati alle scuole
Tutte le classi che hanno inviato la loro candidatura a La Grande Macchina del Mondo hanno la possibilità di partecipare al nuovissimo concorso che Hera ha creato ad hoc Ti piace l’idea? che premia le eco-idee e buone pratiche per rendere sostenibile il proprio istituto scolastico con la partecipazione attiva dei comitati dei genitori. È dedicato alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado: le scuole vincitrici riceveranno un contributo per realizzare quanto hanno proposto.
Digi e Lode: in palio 100mila euro per 40 scuole del territorio
Hera ha rilanciato anche il progetto Digi e Lode, che promuove i comportamenti virtuosi dei propri clienti, che portano benefici ambientali (riduzione CO2) e una riduzione dei consumi. Azioni come l’attivazione della bolletta online, la domiciliazione bancaria, l’autolettura digitale, generano punti da assegnare a una scuola del territorio servito da Hera. Le scuole che otterranno il maggior punteggio riceveranno premi in denaro per l’acquisto di prodotti digitali. Per l’anno scolastico in corso sono in palio altri 100mila euro per oltre 40 scuole di tutto il territorio servito.
Tante attività e materiali anche sul web: un’opportunità ulteriore
Sul sito del Gruppo Hera dedicato alle scuole tutti gli insegnanti, anche quelli che non sono riusciti ad accedere ai laboratori, possono trovare educational box da scaricare per realizzare in autonomia percorsi didattici personalizzati, scegliendo quale tematica sviluppare e scaricando i materiali a supporto. I docenti hanno a disposizione anche schede stampabili per verificare la ricaduta dei progetti e valutare i temi da approfondire in classe. Tante attività in tema ambientale anche per le famiglie nella sezione “edutainment” per imparare e per giocare insieme ai propri figli.
L’elenco completo delle attività e i regolamenti dei concorsi sono disponibili su www.gruppohera.it/scuole

Cna ha portato a Ferrara il progetto nazionale Riqualifichiamo l’Italia: opportunità innovative per la riqualificazione dei condomini

Da: Cna Ferrara

“Il nostro obiettivo è avviare anche a Ferrara, utilizzando strumenti innovativi, un nuovo ed importante mercato per le imprese: la ristrutturazione e riqualificazione dei condomini. L’accordo nazionale “Riqualifichiamo l’Italia”, tra CNA Costruzioni e il partner finanziario Harley&Dikkinson, con il coinvolgimento dell’ENI, offre gli strumenti giusti per raggiungere questo obiettivo perché mette a disposizione delle imprese e dei proprietari di immobili una serie di importanti opportunità”

Riccardo Roccati, Imprenditore e Presidente di CNA Costruzioni Ferrara, sigla così la conclusione della due giorni di lavori (un convegno e una tavola rotonda) organizzati dalla CNA di Ferrara per illustrare il progetto “Riqualifichiamo l’Italia”: una rete nazionale di Consorzi di imprese operanti nella filiera delle costruzioni in grado di proporre ai condomini un’offerta di riqualificazione integrata e garantita con un investimento minimo, facendo leva sugli incentivi fiscali confermati dalla legge di bilancio 2019.

“Il nostro Paese ha bisogno di un grande progetto di riqualificazione per modernizzare il patrimonio edilizio – spiega Mario Turco, responsabile nazionale di CNA Costruzioni – 28 milioni di abitazioni e 11 milioni di edifici sono stati costruiti più di 40 anni fa senza i criteri di sicurezza e risparmio energetico che oggi sono diventati tanto importanti”

“Con l’accordo Riqualifichiamo l’Italia – spiega Enzo Ponzio, Presidente Nazionale di CNA Costruzioni – diamo la possibilità alle nostre imprese di costruzioni di essere assolute protagoniste in questo importante mercato del futuro. I risultati ci sono già: molti cantieri sono partiti in varie zone d’Italia, con soddisfazione delle imprese e dei proprietari degli immobili”

Al convegno del 14 febbraio e alla tavola rotonda del 15 febbraio hanno partecipato numerosi imprenditori, professionisti, progettisti, dirigenti di Cna che operano nella filiera delle costruzioni, degli impianti, della riqualificazione energetica, ambientale e sismica. A Ferrara d’altra parte esiste una rete di 15 imprese, Rigenera, presieduta dallo stesso Riccardo Roccati, che si propone come punto di riferimento per i futuri interventi di riqualificazione e ristrutturazione di immobili sul territorio.

Sostegno al Sindaco Marco Fabbri. Non impoveriamo il Museo del Delta Antico!

Da: Marcella Zappaterra, consigliera regionale

Il Sindaco di Comacchio ha tutto il mio sostegno.

La decisione di privare il Museo del Delta Antico di alcuni reperti divenuti ormai simbolo del Museo stesso, è incomprensibile.

Il progetto museale, il percorso espositivo, i singoli oggetti e manufatti in mostra furono decisi con le stesse Istituzioni che adesso, all’improvviso, ritengono di poter modificare quelle scelte condivise a suo tempo.

Certamente chi ha preso quella decisione, non è consapevole di cosa abbia significato quel progetto per Comacchio, dell’impegno e della partecipazione che ha generato in quella comunità e del grande riscontro che quell’investimento sta avendo nel territorio.

Noi che abbiamo seguito il progetto in questi anni, non solo abbiamo colto l’entusiasmo che lo ha accompagnato, ma la determinazione nel cercare di uscire da stereotipi che in passato hanno danneggiato quella parte del territorio, che pareva vedesse il suo futuro solamente nello sviluppo edilizio e nelle attività balneari. Il Delta Antico e l’importante investimento fatto in ambito culturale, segnalano la volontà di intraprendere un percorso nuovo che punta su qualità, sostenibilità, valorizzazione delle eccellenze.

Questa scelta non va punita, ma sostenuta perché serve a Comacchio e a tutto il territorio ferrarese.

Alla politica e alle istituzioni si chiede di fare sistema per rendere competitivi – sul piano economico, culturale, dell’offerta di servizi – interi territori. Per essere attrattivi, dobbiamo esaltare le nostre eccellenze e metterle in rete così da creare un sistema interessante, attraente, dove ogni parte dello stesso è complementare con le altre.

Comacchio è un’eccellenza. Quando Rimini va all’estero, la promuove come se fosse parte del suo territorio. Altri invece vogliono depotenziarne le risorse: un’operazione priva di senso.

Gli organi territoriali del Mibac, mantenendo una visione d’insieme, dovrebbero puntare ad una valorizzazione di un intero territorio, che devono essere affrontate con una visione d’insieme e avendo chiaro il traguardo che si vuole raggiungere.

Ritengo che la scelta che si vuole compiere non rappresenti solamente un danno grave al Museo di Comacchio, ma un danno a una visione di futuro nel quale il territorio ferrarese vuole crescere guardando sia al centro che alla periferia, in una logica di complementarietà e non di contrapposizione.

Infine, una nota di pragmatismo: i Crateri al Museo di Spina non aggiungono praticamente nulla e infatti non erano esposti, mentre a Comacchio ormai sono un simbolo.

Portarli via farebbe pensare a un dispetto o a una punizione. Non credo assolutamente che siano queste le intenzioni perciò chiedo di far prevalere il buon senso. Concentriamoci piuttosto su come i due musei possano cercare sinergie per arricchire la loro progettualità e rendere ancor più efficaci le attività promozionali.

La candidata Fusari sabato 16 al Doro per incontrare i cittadini

Da: ufficio stampa – lista Ferrara Civica per Roberta Fusari

Appuntamento al Doro sabato 16 febbraio per la candidata sindaca Roberta Fusari, sostenuta dalla lista Ferrara Civica in vista delle elezioni amministrative che si terranno a maggio. Alle 18 Roberta Fusari sarà al Doro per dialogare con chi abita nel quartiere: l’appuntamento è presso la Palestra Polisportiva Doro, in via Franceschini 9.
«Proseguo il mio viaggio fra paesi e frazioni del territorio perché bisogna riallacciare legami spezzati, riannodare i fili con le comunità che hanno molte richieste», spiega la candidata sindaca, sottolineando: «mi muove la consapevolezza che è necessario prima ascoltare per arrivare poi a progettare e proporre soluzioni all’altezza dei bisogni concreti».

“I nomi epiceni” Amélie Nothomb a Ferrara per parlare del suo ultimo romanzo

Da: Università degli Studi di Ferrara Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale

Mercoledì 27 febbraio alle ore 10.30 nel Salone d’Onore della Pinacoteca Nazionale a Palazzo dei Diamanti, (c.so Ercole I D’Este, 21), si terrà l’incontro con la scrittrice francofona Amélie Nothomb, che presenterà il suo ultimo romanzo “I nomi epiceni”, in uscita il 21 febbraio per la casa editrice Voland.
Dialogherà con lei, in un incontro pubblico aperto a tutta la città e a studentesse e studenti, Isabella Mattazzi, sua traduttrice e docente del Dipartimento di Studi Umanistici di Unife.
L’incontro prevede inoltre il saluto di Massimo Maisto, Vice Sindaco di Ferrara con delega a Cultura, Turismo, Giovani e Città Universitaria.

L’Ingresso è libero. L’evento non contempla l’accesso alle collezioni della Pinacoteca

Chi è Amélie Nothomb
Nata nel 1967 a Kobe, Giappone, trascorre l’infanzia e la giovinezza in vari paesi dell’Asia e dell’America, seguendo il padre diplomatico nei suoi cambiamenti di sede. Stabilitasi in seguito in Francia, propone un suo manoscritto alla storica casa editrice Albin Michel. “Igiene dell’assassino” esce il 1° settembre del ’92 proponendosi fin da subito come uno dei titoli più interessanti della narrativa francofona contemporanea. Da allora pubblica un libro l’anno, scalando a ogni nuova uscita le classifiche di vendita. Ha ottenuto numerosi premi letterari tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per “Stupore e tremori”, il Prix de Flore per “Né di Eva né di Adamo” ‒ da cui nel 2015 è stato tratto il film “Il fascino indiscreto dell’amore” di Stefan Liberski ‒ e due volte il Prix du Jury Jean Giono per “Le Catilinarie e Causa di forza maggiore”. Oggi vive tra Parigi e Bruxelles. In Italia è pubblicata dalla casa editrice Voland. “I nomi epiceni” è il suo ultimo romanzo. 

Da “I nomi epiceni”
“– Sa cos’è che mi tormenta maggiormente in questa storia? Non è la menzogna, né il tradimento, né la manipolazione. È il fatto di non essere stata protagonista della mia vita. Non sono stata che un terzo incomodo, uccisa da una pallottola vagante, niente era destinato a me. Tutto questo affare non mi riguardava né da vicino né da lontano. Sulla mia tomba bisognerà scrivere: “Dominique Rosec, terzo incomodo.”
Reine posò la mano sulla spalla dell’amica e disse:
– Si sbaglia. Il terzo incomodo era Claude”

AL Meis, Prorogata la mostra di Karavan “Il giardino che non c’è”

Da: Ufficio Stampa Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – Meis

Prorogata fino a domenica 10 marzo la mostra di Dani Karavan “Il Giardino che non c’è”, allestita al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (Via Piangipane 81, Ferrara). Ispirata dal “Giardino dei Finzi-Contini” di Giorgio Bassani (che sotto il regime fascista fu detenuto proprio nel carcere poi trasformato in MEIS) e dall’omonimo film di Vittorio De Sica, si snoda tra il modello del Giardino e diversi materiali dell’installazione pensata da Karavan per la città di Ferrara, il manoscritto originale del romanzo di Bassani e un itinerario tra alcuni degli oltre cinquanta lavori site specific firmati dallo scultore israeliano in giro per il mondo: il memoriale sui Sinti e i Rom a Berlino, la camminata sui diritti umani a Norimberga, l’omaggio a Walter Benjamin a Portbou e il monumento al deserto nel Negev.

Il biglietto di ingresso unico da 8 € comprende, poi, il docufilm “Eravamo italiani”, commissionato dal MEIS al regista Ruggero Gabbai su iniziativa della Presidenza italiana dell’IHRA – International Holocaust Remembrance Alliance nel 2018. Prodotta con il contributo del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, la pellicola raccoglie le testimonianze dei sopravvissuti italiani alla Shoah.

Ad attendere i visitatori al MEIS anche lo spettacolo multimediale “Con gli occhi degli ebrei italiani”, a cura di Giovanni Carrada (tra gli autori di “Superquark”) e Simonetta Della Seta (Direttore del Museo): duemiladuecento anni di storia e di cultura italiana in ventiquattro minuti, visti e raccontati attraverso gli occhi degli ebrei.

Dagli occhi si passa alle voci, con i totem de “Lo Spazio delle domande”, dove gli ebrei ferraresi spiegano il proprio rapporto con l’ebraismo.

E se il percorso espositivo “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni” è attualmente in fase di riallestimento (riapre martedì 12 marzo), al MEIS il pubblico può passeggiare nel Giardino delle Domande che, tra piante di alloro, mirto, timo, lavanda e maggiorana, disegna quattro percorsi alimentari (uova, pesce, carne e latte), illustrando che cosa prescrive la normativa ebraica sul cibo e quali sono gli ingredienti di alcune ricette casher.

Storia di antichi stati sulle rive del Po

Da: Organizzatori

SABATO 16 FEBBRAIO dalle ore 16.00 i relatori prof. Tiziano Umiltà e dott. Gabriele Sorrentino ci parleranno delle “origini” estensi, con l’affermazione della casata e il suo trasferimento dal feudo di Este (Pd) a Ferrara, attraverso fondamentali ma poco note vicende.

Sarà inoltre possibile avere un’anteprima della mostra “Oltre la linea di confine. Briganti, reati e condanne tra mantovano, transpadana ferrarese e Veneto asburgico nell’800”, ideata da M. Vigato e M. Caberletti (Gabinetto di Lettura di Este)

Secondo concerto della domenica mattina con i solisti dell’orchestra città di Ferrara

Da: Ferrara musica

Continuano domenica 17 febbraio alle 11 i Concerti della Domenica Mattina, il ciclo nato nel 2013 che Ferrara Musica riprende quest’anno coinvolgendo al Ridotto del Teatro Comunale Claudio Abbado l’Orchestra Città di Ferrara e l’Associazione Culturale Bal’danza.

Il secondo appuntamento sarà incentrato su una composizione di eccezionale freschezza inventiva: la Prima Serenata di Brahms – ricostruita nella versione originale del 1859 che l’autore poi distrusse – ripropone in pieno Romanticismo un genere caro alla tradizione classica Viennese. Il recupero demodè è solo un pretesto per regalare tre quarti d’ora di dialogo struggente e nostalgico tra archi, legni e tromba, in un brano dove convivono in perfetto equilibrio passione e razionalità compositiva. Il concerto, diretto dal giovane e più volte apprezzato a Ferrara maestro Nicola Valentini, sarà introdotto dall’Idillio di Sigfrido, scritto da Wagner nel 1870 come regalo di compleanno alla moglie Cosima per la nascita del loro figlio Siegfried, ed a lui stesso intitolato. Sarà lo stesso Nicola Valentini a illustrare le scelte e i contenuti musicali del programma.

Prenderanno parte al concerto di domenica i Solisti OCF: Nicola Guidetti, Giorgio Ferroci, Giovanni Polo, Agide Brunelli, Vittorio Ordonselli, Massimo Mondaini, Marilisa Bacchiega, Luca Giacomin, Lavinia Tassinari, Nadia Dalh Belin, Fiorenza Barutti, Valentina Migliozzi e Lorenzo Baroni.

Ingresso da 1 a 7 euro, biglietti in vendita domenica stessa dalle 10 a inizio concerto.

“Difendiamo il nostro museo” appello del Sindaco alle forze vive di Comacchio

Da: Comune di Comacchio – Segreteria Generale

Cari concittadini,
il marzo si avvicina e mi vedo costretto a fare appello alla vostra sensibilità, al vostro senso di appartenenza, all’amore che vi lega a Comacchio e alla sua storia millenaria per chiedere il vostro sostegno al fine di scongiurare un evento triste e profondamente ingiusto. Il marzo, nonostante le nostre reiterate richieste di deposito permanente, scadrà il termine del prestito dei due reperti che sono divenuti il simbolo del Museo Delta Antico: il cratere monumentale recante scene della Guerra di Troia, che si staglia nella sezione di Spina dedicata al Simposio e il raffinato cratere che ritrae Teseo che sconfigge il Minotauro, emblema assoluto dello straordinario simbolismo che connota la ceramica attica.
Questi reperti per un volere incomprensibile, insensibile ed inaccettabile di alcuni funzionari e di qualche dirigente del Polo Museale dell’Emilia Romagna, fra pochi giorni dovrebbero lasciare per sempre il Museo.
Per comprendere appieno la dimensione dell’atto di assoluta arroganza a cui la comunità di Comacchio, a parere di taluni dovrebbe per l’ennesima volta sottostare tacendo (ma questa volta non sarà così), vi chiedo di ripercorrere con me le tappe più significative che hanno portato all’apertura del Museo Delta Antico nel marzo del 2017 dopo un secolo di attese , delusioni e speranze da parte di una comunità che in uno dei momenti più dirompenti della sua storia, le grandi bonifiche del ‘900, ha visto aprirsi uno squarcio sulla grande storia, riappropriandosi, con la scoperta di Spina, delle proprie millenarie radici.
L’apertura del Museo si è rivelata un’esperienza entusiasmante che ha coinvolto una comunità fiera ed orgogliosa del suo passato. E’ stata l’occasione per unire i cittadini sui propri valori storico identitari ed è divenuta il simbolo della candidatura di Comacchio a capitale Italiana della cultura per l’anno 2018. Una candidatura seria, fatta di grandi progetti sostenibili, partecipata e di comunità, assolutamente apprezzata dalla Commissione nominata dal Ministero dei Beni Culturali, che ha inserito la piccola Comacchio nella terna delle città che si sono contese il titolo.
Il Museo Delta Antico è stato ed è il simbolo di un percorso di valore e di valori che il Fondo per l’Ambiente Italiano, al quale esprimiamo la più incondizionata e sincera gratitudine, ha apprezzato, incoraggiato ed accompagnato nel suo sviluppo, fino ad inserire l’inaugurazione del museo fra gli eventi più significativi delle Giornate FAI di Primavera per l’anno 2017.
Ebbene la comunità di Comacchio, le decine di volontari, le maestranze, che con orgoglio hanno lavorato giorno e notte al fine di rispettare la scadenza dell’inaugurazione, si scontrano ora con una decisione incomprensibile, illogica e contraddittoria, espressione di anacronistici rapporti di forza che non possiamo più accettare e subire.
Il Comitato Scientifico che dal 2012 al 2016 ha sviluppato il progetto allestitivo del Museo Delta Antico è stato costantemente coordinato dall’allora Soprintendenza Archeologia dell’Emilia Romagna. L’elenco dei reperti da esporre, da cui sono derivate significative ed onerose scelte architettoniche, è stato concordato con il Direttore del Museo Nazionale di Ferrara, nei cui depositi erano custoditi i reperti destinati a Comacchio, fra i quali i due crateri oggetto di contesa. L’elenco dei reperti per i quali è stato richiesto al Ministero il deposito permanente al Museo Delta Antico è stato quindi stilato su suggerimento del Comitato scientifico e della stessa Soprintendenza, in perfetto accordo e con l’assenso della direzione del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara.
L’avvento della riforma del Ministero per i Beni Culturali, la nascita del Polo Museale e l’avvicendamento nella direzione del Museo di Ferrara, hanno cambiato le carte in tavola, sicché, a soli due giorni dalla conferenza dei servizi conclusiva dell’iter progettuale del museo, il Comune di Comacchio apprendeva che un apparato di quello stesso Ministero, che aveva suggerito di sviluppare un preciso progetto espositivo che prevedeva la centralità dei due crateri monumentali in menzione, aveva drasticamente mutato idea, esprimendo parere contrario al deposito e negando ciò che in precedenza aveva addirittura sostenuto e proposto. In sostanza è come se un Comune,, ad ogni cambio di amministrazione, negasse gli impegni assunti dalla precedente Giunta.
Su nostra forte ed immediata sollecitazione il parere contrario al deposito si è trasformato nel prestito temporaneo di imminente scadenza, un prestito che si configura quale “gentile e graziosa concessione” ad una comunità che, a parere del Polo Museale, non meriterebbe di poter custodire in modo permanente i tesori più preziosi ereditati dai propri antenati. Una concessione che, non solo è sprezzante degli impegni precedentemente assunti da un apparato Statale, ma che appare assolutamente irrispettosa delle attese della comunità e dell’impegno profuso, con straordinario entusiasmo, da decine di cittadini a tutti i livelli.
Il cratere monumentale, recante immagini della guerra di Troia, che giaceva in deposito da circa 10 anni e che nell’esposizione di Comacchio assume un ruolo centrale per la sezione etrusca, è oggi il simbolo del museo, figurando peraltro nella stessa copertina della relativa guida. Il cratere che ritrae Teseo che sconfigge il Minotauro è stato, a sua volta, rielaborato digitalmente e, all’interno del museo, è rappresentato in un touch screen che, a fini didattici, illustra lo straordinario simbolismo che connota la ceramica attica.
La sottrazione di tali crateri, come prospettato dal Polo Museale dell’Emilia Romagna, ci imporrebbe di rivedere lo sviluppo narrativo del museo, di ristampare la guida, di aggiornare gli apparati didascalici e quelli multimediali e didattici, sostenendone i relativi costi e, soprattutto, priverebbe il museo dei suoi simboli, a soli due anni dall’inaugurazione.
Ci chiediamo come verrà percepito tutto ciò da una città che ha posto l’investimento culturale al centro delle riflessioni sul proprio sviluppo, da quella comunità che, con incredibile calore, con l’anima e con il cuore, ha sostenuto la candidatura di Comacchio a capitale italiana della cultura.
I due crateri al loro rientro al museo di Ferrara verranno fagocitati dall’immensa raccolta di reperti provenienti da Spina e dalle sue necropoli, per finire nell’oblio, come del resto lo erano prima dell’apertura del nostro museo. La giustificazione addotta dalla direttrice del museo di Ferrara circa la necessità di recuperare i crateri, appare addirittura risibile e pretestuosa nel momento in cui il vaso di Teseo viene correlato ad una supposta narrazione incentrata sul labirinto che negli anni trenta del novecento venne realizzato nella corte di Palazzo di Ludovico il Moro, sede del Museo Archeologico Nazionale. Una giustificazione priva di valore scientifico e mero pretesto che offende la nostra sensibilità e il nostro amore per la cultura.
Inaccettabile appare poi la proposta del polo di sostituire periodicamente i reperti più importanti del Museo, come se Comacchio non meritasse di ospitare e custodire in via permanente i tesori di Spina.
L’atteggiamento del Polo denota una visione sconcertante: il Museo Delta Antico non potrà mai ambire ad essere un punto di riferimento per ciò che afferisce la storia di Spina, che è la storia di Comacchio, che è la nostra comune storia.
Ci diranno che siamo i soliti comacchiesi intrattabili, che dovremmo accontentarci di ciò che ci viene concesso, che non dovremmo alzare troppo la testa, ci diranno che non siamo collaborativi, che siamo chiusi, intrattabili, irascibili.
Qualcuno questa volta capirà che non ci fermeremo. Con la candidatura a capitale Italiana della cultura abbiamo stupito l’Italia, con il progetto VALUE, il primo progetto italiano finanziato sull’asse cultura del programma Italia – Croazia legato alla valorizzazione archeologica del territorio, abbiamo sorpreso l’Europa e non ci fermeremo di certo innanzi ad un immotivato atto di arroganza.
A chi ci contesterà di non essere collaborativi con il Polo Museale, le cui decisioni unilaterali dovremmo subire passivamente, ricorderemo che già da tre anni stiamo collaborando con uno dei poli Museali più importanti al mondo, ossia quello che gravita attorno al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Museo di Pompei, il più importante museo dedicato alla civiltà romana, una collaborazione che ha condotto nella piccola Comacchio i capolavori emersi dalle ceneri di Pompei ed Ercolano e che fra poche settimane ci porterà a celebrare una nuova straordinaria mostra.
Per la Direzione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Comacchio appare degna di ospitare i grandi tesori della storia dell’uomo.
Se da un lato siamo pertanto risolutamente convinti che non si possa prescindere dalla collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e con le sue articolazioni territoriali, siamo anche nel contempo persuasi che la collaborazione per essere tale debba svilupparsi sulla correttezza e sul reciproco rispetto.
Il tema centrale che oggi noi poniamo alla comunità di Comacchio va pertanto ben al di là della permanenza al museo di due straordinari e preziosi reperti archeologici, qui è in gioco la nostra dignità, è in discussione la possibilità di continuare a sviluppare una forte progettualità per valorizzare la nostra storia, è in gioco il diritto di riappropriarci delle nostre radici culturali per proiettarci più saldi verso il futuro.
Sono temi che travalicano le differenze ideologiche e gli interessi di parte, ed è per questo che faccio appello a tutte le forze vive della comunità affinchè si lancino in una mobilitazione generale.
Questo è il momento di agire. Lo dobbiamo a coloro che prima di noi hanno posto le premesse per l’apertura del museo e per le future generazioni, che ne garantiranno il ruolo di cuore pulsante della città.
Nei prossimi giorni comunicheremo le iniziative di mobilitazione che verranno messe in atto qualora il Polo Museale dell’Emilia Romagna non desistesse dal suo infausto proposito.

Junior! Pomeriggi a Teatro: i burattini protagonisti a Dogato

Da: Organizzatori

I BURATTINI DI MASSIMILIANO VENTURI IN SCENA A DOGATO
La rassegna Junior! prosegue all’insegna del divertimento, con Fagiolino, Sganapino e gli altri eroi del teatrino

Prosegue con grande partecipazione di pubblico la rassegna Junior! Pomeriggi a Teatro, che dopo la tappa a Porto Garibaldi ritorna in territorio ostellatese e precisamente a Dogato: domenica 17 febbraio dalle ore 16, presso il Salone della Scuola dell’Infanzia (via Ferrara 86) I Burattini di Massimiliano Venturi saranno protagonisti dello spettacolo Sganapino Cosacco ma non troppo. Un carosello di situazioni inaspettate con al centro i personaggi della tradizione, che si ritroveranno proiettati in vicende d’altri tempi. Gli eroi del teatrino accompagneranno il pubblico attraverso un caleidoscopio di scene e personaggi, in maniera dinamica ed avvincente, divertente ed imprevedibile, coinvolgendo e stupendo gli spettatori di tutte le età. Uno spettacolo recitato all’improvviso, alla vera maniera della Commedia dell’Arte, ricco di situazioni, duelli ed inseguimenti da risolvere rigorosamente a suon di bastonate.
Lo spettacolo è aperto a tutti, ad ingresso gratuito, ed è adatto a tutti gli spettatori a partire dai 3 anni di età.
Il programma della rassegna Junior! ritornerà poi domenica 10 marzo, quando a San Giuseppe di Comacchio la compagnia Alberto De Bastiani presenterà lo spettacolo Storie di Lupi. Nelle domeniche 24/2 e 3/3 I Burattini di Massimiliano Venturi invitato il pubblico al Carnevale sull’Acqua di Comacchio, dove Fagiolino, Sganapino e gli altri eroi del teatrino saranno parte del ricco programma di eventi ed animazioni, con due spettacoli sempre differenti in entrambe le giornate.
Il programma completo della rassegna Junior! è disponibile sui siti www.sipariostellato.it e www.comacchioateatro.it. Infoline 349 0807587. Per ricevere aggiornamenti sulle prossime attività è possibile seguire le pagine Facebook ‘Comacchio a Teatro’ e ‘Sipariostellato’.

Storie di viaggio

Da: Ufficio Comunicazione Comune di Copparo

La Biblioteca Comunale Anne Frank organizza “Storie di viaggio”, incontri ad ingresso libero presso il Centro Servizi al Cittadino (atrio comunale, Roma 26), per raccontare inedite storie di viaggio attraverso immagini, letture e coinvolgenti vicende personali.
Il primo appuntamento, previsto per domenica 17 febbraio alle ore 17.00, vedrà la partecipazione di Andrei Bliznukov che comporrà per i presenti un ritratto storico e personale di San Pietroburgo, città che fu la maestosa capitale culturale dell’impero russo.
Il calendario degli incontri proseguirà venerdì 1 marzo, alle ore 21.00, con Ilaria Borraccetti che parlerà della bellezza selvaggia dell’Islanda, mentre venerdì 15 marzo, sempre alle 21.00, sarà la volta di Antonio Quarta che introdurrà i paesaggi della Baviera con l’affascinante storia di Re Ludwig.
Per informazioni 0532 864633, biblioteca@comune.copparo.fe.it

Presentazione del libro “Delitti nella nebbia omicidi irrisolti nel ferrarese“ alla libreria Feltrinelli

Da: Libreria Feltrinelli

Martedì 19 FEBBRAIO ALLE ORE 17.30 presso la libreria Feltrinelli di Ferrara, Giacomo Battara, Nicola Bianchi e Francesco Altan presenteranno il loro libro intitolato “ DELITTI NELLA NEBBIA omicidi irrisolti nel ferrarese “ Minerva Edizioni.

-Chi ha freddato Franco Caselli non appena sceso dalla sua auto? Chi ha sequestrato, incaprettato e gettato nel Volano il carabiniere Pier Paolo Minguzzi? Chi ha ammazzato nel sonno la giovane Giada Anteghini a pochi metri dalla figlia di quattro anni? E chi ha sparato all’imprenditrice Viviana Manservisi, dopo averla rapinata negli uffici della Renogas? “Delitti nella nebbia” è un libro che riporta per la prima volta alla luce 14 casi irrisolti di omicidio, attraverso la lettura di atti, sentenze, perizie, testimonianze e interviste ai parenti delle vittime, spalmati in oltre 50 anni di storia nera ferrarese. Un lavoro scritto a sei mani dal vice caposervizio de “il Resto del Carlino” (edizione Ferrara) Nicola Bianchi, dal giornalista scientifico Giacomo Battara e dal criminalista Francesco Altan. Un viaggio nel passato, che porterà il lettore a rivivere quei maledetti giorni che mai, ancora oggi, sono stati dimenticati da Ferrara a Jolanda di Savoia, da Cento a Santa Maria Codifiume, da Boccaleone a Goro, ovvero tutti i luoghi dove si svolsero gli efferati delitti. Ma accanto alla ricostruzione delle vicende, gli autori, attraverso le rispettive conoscenze giornalistiche, giuridiche e criminologhe cercheranno una nuova analisi investigativa e un nuovo approccio metodologico, mettendo a confronto le moderne strumentazioni in mano agli inquirenti di oggi con quelle del passato.

Francesco Cafiso + 11, celebra uno dei più noti capolavori del modern jazz, il leggendario ‘Art Pepper + Eleven’

Da: Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara

tuosi arrangiamenti preparati da Mary Paich. Particolarità importante riguardava il repertorio, che per una volta evitava gli standard del Great American Songbook per concentrarsi solo su una serie di brani scritti da jazzisti del calibro di Sonny Rollins, Charlie Parker, Thelonious Monk, Gerry Mulligan e altri. Un disco solare, swingante come pochi e coinvolgente al massimo, i cui arrangiamenti sono stati trascritti da Massimo Morganti e rispettati fin nell’organico con l’intento di ricreare un momento di jazz che il tempo non ha minimamente scalfito, ma piuttosto valorizzato.
A rendere ancor più unico questo concerto è la presenza di Francesco Cafiso come solista ospite. Cafiso, classe 1989, è stato un bambino prodigio, tanto che già a 13 anni suonava nei gruppi di Wynton Marsalis ottenendo enormi consensi di pubblico e critica in tutto il mondo. Alla guida di un proprio quartetto ha quindi avuto modo di esibirsi nei più importanti festival nazionali e internazionali.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Per informazioni e prenotazione cena 331 4323840 tutti i giorni dalle ore 12:00 alle ore 22:00.

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Intero € 25
Ridotto € 20

Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Primo set 21.30
Secondo set 23.00

Da lunedì pullman per gli studenti di Argenta e Portomaggiore. Successo per i sindaci Fiorentini e Minarelli.

Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico

Buone notizie per i pendolari che usano la linea Ferrara-Ravenna. Da lunedì mattina arriveranno due pullman per garantire il trasporto degli studenti da Argenta a Portomaggiore e dare fine all’odissea che da mesi incide sul trasporto pubblico locale. Soddisfazione dei sindaci Antonio Fiorentini e Nicola Minarelli che da mesi cercano soluzioni e sono in prima linea per risolvere i disagi.

“Le proteste sono servite – spiegano i sindaci –, e questa notizia rappresenta una risposta concreta per i tanti studenti in difficoltà a raggiungere gli istituti scolastici. Ora è necessario che il sistema ferroviario funzioni in modo efficiente e si ripensi ad una nuova programmazione degli orari. I cittadini pagano un servizio che deve funzionare e non creare disagi”.

Un traguardo raggiunto anche per i consiglieri regionali ferraresi Paolo Calvano e Marcella Zappaterra che in questi mesi avevano presentato diverse interrogazioni, proprio per trovare una soluzione ai disservizi dettati dalla modifica dell’orario ferroviario.

“Un primo passo per rispondere alle esigenze dei tanti studenti esasperati che in questi mesi stanno vivendo numerosi disagi a causa dei continui ritardi sulla tratta Ferrara-Ravenna – dicono i dem –. Dopo il pressing e il lavoro di squadra in Regione e gli sforzi fatti insieme agli amministratori locali, siamo riusciti ad ottenere questo piccolo ma significativo successo per i pendolari argentani e portuensi. Rimaniamo comunque vigili affinché le Ferrovie ristabiliscano un servizio pubblico efficiente e gli orari tornino a non creare disagi”.

ARTE
Quell’influencer di Boldini: la nuova mostra a Palazzo dei Diamanti

Un artista che ha anticipato gli influencer con cent’anni di scarto: è stato anche questo Giovanni Boldini, il pittore nato a Ferrara nel 1842 e diventato uno dei più ricercati ritrattisti del bel mondo a Parigi, dove è morto nel 1931. Nella capitale mondana a cavallo tra fine dell’Ottocento e primi del Novecento, infatti, il pittore ferrarese ha saputo cogliere il grande potere delle immagini, diventando con il suo pennello il veicolo capace di trasformare un abito in un’icona di stile. A raccontarlo – con una mostra creata apposta in base a studi dei carteggi e della documentazione legata alle opere di cui il Comune di Ferrara detiene la più grande collezione al mondo – è l’allestimento intitolato “Boldini e la moda”, che sarà visitabile a Palazzo dei Diamanti di Ferrara (corso Ercole I d’Este 21) da sabato 16 febbraio fino a domenica 2 giugno 2019. A svelare in anteprima alla stampa e ai mass media ferraresi l’indagine sullo stretto rapporto tra l’arte e il mondo dell’artigianato, del lusso e dell’alta società che diventa il cardine attorno a cui cresce la popolarità delle opere è stata la curatrice dell’esposizione Barbara Guidi, esperta delle Gallerie civiche d’arte moderna e contemporanea che per l’occasione si è avvalsa anche della collaborazione con la storica del costume Virginia Hill.

Allestimento della mostra “Boldini e la moda”, Palazzo dei Diamanti di Ferrara (foto GM)

Gli stilisti creavano gli abiti e lui li faceva indossare a celebrità come la cantante lirica Lina Cavalieri definita la “Venere in terra” da Gabriele D’Annunzio o la ballerina Cléo de Mérode che fece innamorare il re del Belgio. E così il gioco – anzi il quadro – era fatto, in quell’alone impalpabile di sete, veli e velluti preziosi l’incanto si compiva e nasceva la prima grande alleanza tra abilità sartoriale, celebrities e divulgazione per immagini incorniciate e rimbalzate di Salone in salotti.

“Donna con turchese (Cléo de Mérode)” di Giovanni Boldini, photogravure a colori, 1901
“Donna con cappello (Lina Cavalieri)” di Giovanni Boldini, photogravure a colori, 1902

Il nero è chic: altra constatazione modaiola che arriva con un secolo di anticipo. A consacrare il colore dei trend-setter del primo Millennio è un’intuizione che resta inizialmente élitaria e che la mostra testimonia, dedicandole un’intera sala del palazzo dei Diamanti. Sdoganato il colore dall’ambito del lutto e della sera, il total-black diventa segno di distinzione, enfatizzato – come ha spiegato Barbara Guidi – dal fatto che all’epoca solo stoffe di alta sartoria riuscivano a rendere elegante e raffinata questa tinta, impossibile da riprodurre con efficacia su materiali meno lussuosi. E Boldini sulle sue tele ne sa enfatizzare la matericità, rendendo ad esempio davvero palpabile la differenza tra la parte in seta lucida e quella in feltro nella tuba di uno dei ritratti maschili in esposizione.

Ritratto di “Cecilia Fortuny” in giacchetta nera (foto Dino Buffagni per Palazzo dei Diamanti)
“Visite – cappotto in velluto e raso di seta neri appartenuta a Cecilia de Madrazo”

Donne che gli abiti li vestono e svestono. L’altra grande intuizione o anticipazione che si può collegare a Boldini è la sapienza nel rivelare la sensualità che sta sotto gli abiti. Un aspetto a cui è dedicata un’altra sala della mostra “Boldini e la moda”, quella dove si svela il segreto della “Silhouette” accentuata da quell’accessorio intimo che è il corsetto. Ecco allora la bellezza prorompente de “L’attrice Alice Regnault” in abito bianco discinto e già immortalata da Boldini in un paio di stanze prima in abito nero da amazzone che ne stringe sempre la sottilissima vita. Lo stesso accessorio spunta nel disegno a matita e pastello di stile boldiniano ma dell’artista Paul Helleu (“Elegante di spalle con corsetto azzurro”, 1896) e poi c’è lui – il corsetto in raso, seta e stecche di balena – che viene dal Musée des arts décoratifs di Parigi.

“Elegante di spalle” di Paul Helleu, 1896 (foto Dino Buffagni)
Corsetto, Musée des Arts Décoratifs,Parigi (foto Dino Buffagni)

Memorie letterarie sotto le tele. A sancire il peso mediatico dell’arte di Boldini e a conferire alle sue opere quel salto di qualità che le fa uscire dall’effimero modaiolo per consacrarle come stile evocatore di femminilità, lusso e bellezza assoluta contribuiscono le parole scritte. Ecco allora che nella rassegna le pareti di ognuna delle sale dove sono raccolti quadri, abiti e oggetti riporta una citazione presa di volta in volta da scrittori, poeti o anche stilisti. In apertura il riconoscimento di quanto senso di fascinosa bellezza emanino i dipinti boldiniani viene dal grande stilista Christian Dior, che ha scritto “Delle donne della mia infanzia mi resta soprattutto il ricordo dei loro profumi, dei vortici di pelliccia, dei gesti alla Boldini”. Poco dopo è la volta di Charles Baudelaire che coglie il binomio che ci sta sotto, dove ciò che è il presente e l’effimero diventa canone fuori dal tempo: “La modernità è il transitorio, il fuggitivo, il contingente, la metà dell’arte la cui altra metà è l’eterno e l’immutabile”. Nella sala dedicata a “Il tempo della modernità”, infine, il rimando tra la signora in rosso del ritratto “Miss Bell” di Boldini e le pagine del libro di Marcel Proust. Perché il dipinto sembra dare forma e colore alla visione della fascinosa donna evocata da Marcel Proust nel romanzo “Du côté de chez Swann”, un’immagine materializzata anche dal recupero di un paio di scarpe di quella stessa tonalità ed epoca, appartenute a una celebre contessa.

Scarpe della contessa Greffulhe e una preziosa edizione del libro di Proust. Sullo sfondo il ritratto in rosso di “Miss Bell” (foto Dino Buffagni)

“La mostra – fa notare l’assessore comunale alla cultura Massimo Maisto – è il risultato straordinario delle competenze messe a frutto dalle Gallerie civiche e Ferrara Arte, che non si comprano ma si fanno crescere sul territorio e restano un patrimonio della città, capace di creare eventi come questo, auto-prodotti e propedeutici a valorizzare una collezione d’arte locale con un valore internazionale”.

Allestimento della mostra “Boldini e la moda” a Palazzo dei Diamanti di Ferrara (foto GM)

“Boldini e la moda”, Palazzo dei Diamanti, corso Ercole I d’Este 21, Ferrara, sabato 16 febbraio-domenica 2 giugno 2019, tutti i giorni orari 9-19

Nella foto di copertina abito da gran ballo bianco con maniche a sbuffo della Fondazione Vassiliev esposto insieme al ritratto della donna in abito bianco “Fuoco d’artificio” di Giovanni Boldini (foto GM)