da: Mario Zamorani – Coordinatore di Pluralismo e Dissenso
1. Dopo Locke, Montesquieu contribuì in modo decisivo alla elaborazione della teoria dello Stato liberale democratico, in particolare indicando la necessità del bilanciamento (e non solo meccanica separazione) dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Dallo Spirito delle leggi: “Non vi è libertà se il potere giudiziario non è separato dal potere legislativo e da quello esecutivo. Se esso fosse unito al potere legislativo, il potere sulla vita e la libertà dei cittadini sarebbe arbitrario, poiché il giudice sarebbe al tempo stesso legislatore. Se fosse unito con il potere esecutivo, il giudice potrebbe avere la forza di un oppressore”.
2. Credo che nessuno possa contestare il fatto che la riforma costituzionale per cui si voterà in autunno rappresenti il principale passaggio politico nazionale degli ultimi anni. Antonio Polito sostiene: “Però la grandissimamaggioranza degli elettori non decideranno in base a questi ragionamenti – in precedenza espressi dallo stesso Polito – … Gli italiani faranno una scelta politica. E quando dico politica non mi riferisco a quelli che voteranno per partito preso, a prescindere, per colpire il governo o per sostenerlo. Quella è una minoranza di politicizzati. Tutti gli altri dovranno decidere se approvano il tentativo di Matteo Renzi di rendere più facile il comando del leader; di dar vita … a un governo con pochi lacci e lacciuoli. Oppure se temono questo progetto …”.
3. A mio giudizio se alcuni magistrati non si limiteranno ad esprimere le loro opinioni su questo argomento ma faranno campagna politica sul merito (a favore o contro la riforma) entreranno pesantemente, pericolosamente e gravemente in una sfera di potere che non è la loro. A maggior ragione se lo faranno persone conosciute e riconoscibili per il ruolo più o meno importante che esercitano. A parti rovesciate quante e quanto rumorose critiche opportune si svilupperebbero se avvenisse il contrario?
4. Rino Formica, intervistato nei giorni scorsi da Fabrizio Roncone che incalzava dicendo: “Il garantismo non è mai inutile”, precisava: “In Italia, purtroppo, sì. Perché la politica ha da tempo perso la partita con la magistratura. Vogliamo ricordare le parole pronunciate pochi giorni fa da Piercamillo Davigo, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati?”. E Roncone: “Più o meno, ha detto: I politici continuano a rubare e senza vergognarsi nemmeno un po’”. Formica: “Davigo parla come un Ayatollah. Dico: secondo la Costituzione il magistrato deve rispondere solo alla legge e la legge non può essere soggetta a interpretazioni. Farlo significa appunto comportarsi da leader religioso. … I giudici da vent’anni, e ogni anno di più, si sentono investiti di un ruolo preciso: pensano di essere i guardiani dell’onestà. Così quando Davigo, ragionando da Ayatollah, dice di essere convinto che il sistema politico è un sistema criminale, come quello mafioso o quello terroristico, che infetta e mina il Paese, io non escludo che per bonificarlo pensi anche di doverne assumere il controllo”. Forse le parole di Formica sono frutto di forzature ma certo fanno riflettere.
5. Come fanno riflettere alcune parole di Claudio Cerasa a proposito del Movimento 5 stelle: “voleva essere portavoce del popolo e si è affermato invece come portavoce delle procure”. Alcuni sondaggi elettorali testimoniano la possibilità che questo partito arrivi a governare il Paese.
6. Nei prossimi giorni con amici e compagni costituirò un Comitato per il sì al referendum costituzionale che si chiamerà: “Sì, cambiare. Ferrara laica, liberale, radicale”.
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dal 23 al 26 ottobre 2024
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Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it