È stato ritrovato il 19 maggio a Boltiere, provincia di Bergamo. Karim Bemba, 10 anni, aveva cercato di introdursi in un cassonetto di abiti usati ed è rimasto intrappolato tra le lamiere.
Non lo so se ve l’hanno detto.
Karim è morto in un cassonetto.
Da dove si comincia?
Posso dirvi la provincia:
Bergamo, la più ferita.
Anche un bimbo ha perso la vita.
Aveva dieci anni, il tempo del gioco
gli spettava tutto, aveva poco.
Cercava qualcosa da mettersi addosso
ora il popolo buono lo piange commosso.
Non vorrei essere quella cassiera
che ha visto spezzarsi la primavera.
Chi può guardare a un bambino incastrato
tra le lamiere, soffocato?
Guardiamo almeno alla povertà
che è un oltraggio, e non si fa
di mettere al mondo cinque bambini
se non puoi permetterti scarpe e calzini.
Ed era inserito, a scuola ci andava.
Il Comune, i servizi… C’era chi lo aiutava.
Fosse nato a Ferrara mi domando, curiosa
se avrebbe goduto del buono spesa.
Nessun bambino è una vita di scarto
nessuno è superfluo, ma occorre che un sarto
sia bravo a cucire vestiti a misura
e accolga la vita con forza e con cura.
Fino a ieri Karim era uno di tanti
che girava da solo, smarrito tra i grandi
e chi dà denaro, e chi dà consigli
ma ancora niente che rassomigli
a quello che in genere chiamiamo infanzia
e qui si può perdere la pazienza
ché non è solamente colmare i bisogni
ma cullare respiri, matasse di sogni.
Tema non pervenuto per chi tiene l’agenda
bisogna pure che io lo comprenda
un pensiero più ampio costa troppa fatica
e un bambino ha la forza di una formica.
Fino a ieri Karim era uno dei tanti
che rovina il decoro e urla ai giganti:
“Avete detto che andrà tutto bene
ma la promessa chi la mantiene?”.
Karim Bamba, italo-ivoriano, 10 anni, si era arrampicato sui sacchi lasciati intorno a un cassonetto Caritas e aveva cercato di introdursi, probabilmente per tirare fuori qualcosa per sé e per i suoi familiari. Una cassiera che usciva dal lavoro ha chiamato i soccorsi, il cassonetto è stato tagliato davanti ai carabinieri e il bambino liberato ma aveva il petto squarciato ed è morto in ospedale poche ore dopo.
Nella sua famiglia c’erano 5 figli seguiti dalla mamma, italiana, mentre il papà, ivoriano, era all’estero per lavoro. Vivevano in una casa comunale e ricevevano dal Servizio Sociale gli aiuti possibili. Un decreto del Tribunale per i Minorenni di Brescia aveva già disposto che la famiglia venisse sostenuta ma non divisa.
CONTRO VERSO, la rubrica delle filastrocche scomodanti, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia ogni venerdì.
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