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“Sono oltre un centinaio le gabbie per la cattura delle nutrie che sono state distrutte negli ultimi mesi, un fenomeno che riguarda tutto il territorio provinciale; non si tratta di azioni sporadiche, ma frequenti e coordinate, quasi vi fosse un’accurata regia dietro”. Lo afferma il direttore di Confagricoltura Ferrara Paolo Cavalcoli, che prosegue – molte delle gabbie fornite dalla Provincia di Ferrara nell’ambito del piano regionale di controllo sono andate distrutte; si tratta di soldi pubblici investiti per mitigare quella che sta diventando una vera e propria piaga per la nostra provincia, risorse dei cittadini che in questo modo vengono gettate al vento. Anche Confagricoltura Ferrara l’estate scorsa ha investito risorse per acquistare gabbie di cattura che sono state consegnate all’amministrazione provinciale per poi essere distribuite agli agricoltori; ora gran parte di quelle gabbie sono andate distrutte. Dopo la distruzione delle gabbie, spesso questi incoscienti lanciano i pezzi di metallo nei campi, provocando danni ai mezzi agricoli e grave pericolo anche a chi nei campi vi lavora – prosegue il direttore Cavalcoli – Le aziende sono esasperate, non ne possono più! Cosa succederà (perché prima o poi capiterà) quando un agricoltore coglierà in flagrante uno di questi mascalzoni? Questa banda di irresponsabili non tiene conto che oltre ai danni alle coltivazioni agricole (di cui certo non gliene importa niente), le nutrie rappresentano un grave rischio per la tenuta delle arginature dei corsi d’acqua (con conseguente rischio di rotta idraulica e di frane e smottamenti che interessando le capezzagne, mettono a repentaglio l’incolumità di chi opera alla guida di mezzi meccanici), per la circolazione stradale (diversi gli incidenti provocati dall’attraversamento di nutrie), oltre ad avere un forte impatto sulle biocenosi, stante il deterioramento qualitativo dei biotopi umidi, con conseguente rischio di estinzione della flora (di cui la nutria si ciba) e fauna (stante la distruzione dei nidi e la predazione di uova di tante specie di volatili) tipiche del nostro territorio. Proteggendo le nutrie, che si diffondono con velocità impressionante a causa dell’elevato tasso riproduttivo (14 piccoli per femmina) e per la mancanza di predatori in natura, questi pseudo animalisti/ambientalisti automaticamente condannano altre specie tipiche del nostro territorio, diversamente dalla nutria, che invece con il nostro territorio non centra proprio niente”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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