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Intervento in merito a classifiche del quotidiano “L’Avvenire”

Da: Ferrara Cambia
Il quotidiano “L’Avvenire” ha pubblicato le classifiche del “Ben-vivere nei territori” che tengono conto di diversi fattori.
Spiace davvero dover constatare – afferma Andrea MAGGI, promotore della Lista civica “Ferrara Cambia” – come Ferrara nella classifica che ha come indicatori demografia e famiglia, salute, impegno civile, ambiente turismo e cultura, servizi alla persona, legalità e sicurezza sia al 57° posto (dopo città come Isernia, senza nulla togliere alla città molisana), in quella che elabora come indicatore “il bene comune” ossia principalmente il legame tra la bellezza degli spazi comuni e la qualità delle istituzioni sia al 62° posto, mentre in quella che prende in esame l’atteggiamento propositivo, ossia ciò che costituisce la componente principale della ricchezza di senso e di soddisfazione della vita, scivoli addirittura al 82° posto ( su 107 città).
Spiace perché i ferraresi meritano molto di più. Meritano sicurezza e serenità, lavoro e sviluppo economico, ma soprattutto più senso di appartenenza per combattere l’ignavia che rende stagnante ogni comunità. E’ necessario tornare a sentirsi orgogliosi di essere ferraresi ed essere fieri della nostra città e l’Amministrazione Fabbri lavorerà per una nuova idea di Città, ricucendo lo strappo tra i cittadini e il Palazzo, liberando dal degrado e dall’incuria le tante zone della città.
Lavoreremo in questa direzione – sottolinea Alan FABBRI, candidato sindaco – con un approccio nuovo, un modo di governare che porrà al centro dell’attenzione comunale i reali bisogni dei cittadini. Con il dialogo continuo e l’ascolto permanente costruiremo il futuro prossimo di Ferrara, rispondendo con servizi alle domande dei nostri cittadini, ridando senso di identità ad una Comunità che potrà guardare al futuro con ottimismo e speranza. Solo così potremo risalire la china e spostarci dalla posizione di fanalino di coda dell’Emilia Romagna.

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Riceviamo e pubblichiamo



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)