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da: Movimento 5 Stelle Ferrara

Non ci voleva la sfera di cristallo per prevedere che il progetto fantasma di riqualificazione del Palaspecchi di cui fin ora si conoscono solo obiettivi di massima, un sommario impegno finanziario e i molti ostacoli, ammessi dallo stesso Sindaco, non ultimo il recente ricorso al TAR dell’ing Mascellani, sarebbe naufragato. Un progetto che coinvolgeva una cordata pubblico-privata in cui la presenza dei privati ( Parnasi e Vitadello), non brillava certo di trasparenza e quella del pubblico, Cassa depositi e Prestiti, riapriva gli interrogativi sul ruolo economico e sociale della Cassa , completamente stravolto in questi ultimi anni a favore di grossi interessi di privati più che del benessere dei cittadini risparmiatori che la finanziano.
Il nostro lavoro di denuncia alle autorità giudiziarie al pari di quello dei colleghi della Lega ha dato i suoi frutti e ancora ci aspettiamo ulteriori e gravi risvolti. Era noto ai più che la cordata di imprese “scelta” in partnership dal Sindaco e dall’Assessore Fusari fosse gravata da debiti ed insolvenze, su cui, con arroganza, i suddetti amministratori hanno a lungo voluto sorvolare. Ed è anche per questo che, con la certezza che i tempi della sbandierata riqualificazione non sarebbero stati rispettati, abbiamo elaborato una proposta che doveva fungere da “piano B” una soluzione di tamponamento, ma l’unica possibilità di migliorare le condizioni di vita dei residenti delle zone limitrofe al Palaspecchi stesso.
Ora il Sindaco ha un’unica alternativa. E l’alternativa ad un progetto, sul cui business plan che prevedeva finanziatori in odore di guai con la giustizia, Sindaco e Assessori dovranno rispondere in fretta, per ora è solo l’applicazione immediata della nostra mozione, peraltro emendata dal PD, che può dare risposte concrete e in tempi rapidi ai cittadini che vivono il disagio da anni.
Il Sindaco infatti sembra aver dimenticato che ha ricevuto un’indicazione precisa del Consiglio Comunale e che si era riservato di non applicare quanto approvato in Consiglio solo nell’eventualità in cui i lavori di riqualificazione fossero effettivamente partiti a fine marzo; alla luce di quanto successo in queste ore il rispetto di quella delibera si presenta come ineludibile e quanto mai urgente.
La priorità resta la tutela dei cittadini, da un punto di vista della sicurezza personale e della salute. Il Palaspecchi va prima bonificato da cima a fondo e quindi reso inaccessibile, le modalità che noi avevamo indicato nella nostra proposta sono state eliminate dal citato emendamento e il sindaco ha carta bianca nel decidere come rispettare questo provvedimento, ma noi torniamo a ribadire e pretendere : dopo gli sgomberi e la bonifica si proceda all’occlusione di ogni accesso e vigilanza intorno alla proprietà , o in alternativa, alla rimozione di tutti i tamponamenti esterni della struttura, procedimento che lo renderebbe inabitabile. Da domani, da subito.
Se messa in sicurezza da un punto di vista sanitario i cittadini dovranno tollerare una ferita alla nostra bella città, in attesa che si faccia chiarezza e si proceda ad azioni concrete, trasparenti e praticabili , ma almeno la ferita sarà stata disinfettata.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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