Skip to main content

2. SEGUE – I ritocchi al regolamento edilizio con cui sono state cancellate le differenze tra campeggi e villaggi turistici non convincono Davide Michetti, consigliere d’opposizione dell’Onda astenutosi dal voto durante il consiglio comunale, che ha visto l’approvazione delle varianti. Varianti – si è detto – utili ad adeguarsi alle indicazioni della Regione e che permettono di occupare fino al 100 per cento delle piazzole dei campeggi con case mobili e fisse. A lasciare Michetti maggiormente perplesso è però il passaggio sulla possibile nascita di nuove strutture, risolta con un rinvio alle norme attuative del Piano regolatore licenziato nel 2002.

comacchio-riviera-michetti
Davide Michetti, consigliere d’opposizione dell’Onda

“Per quanto riguarda i campeggi non mi sento di criticare l’obiettivo, alcuni sono già villaggi turistici e hanno bisogno di rispondere alle esigenze di maggior confort espresse dalla clientela – dice – diversa invece è la mia opinione sulla realizzazione di nuovi progetti al vaglio comunale. Ho molti dubbi sulle modalità di approvazione della delibera e sul cambio di destinazione d’uso di alcuni terreni, tra l’altro non si è tenuto conto delle particolarità del territorio e degli eventuali problemi che potrebbero insorgere mutandone la fisionomia”. Pensa agli allagamenti più frequenti in alcune zone che in altre, alla fragilità della costa aggredita dalle mareggiate, ai possibili strapazzi ambientali. Tutte cose, sostiene, da trattare in base a valutazioni tecniche e alla specificità delle singole situazioni.

“Sono temi dai quali non ci si può disimpegnare con leggerezza, invece la scelta politica dell’amministrazione sembra andare in un altro senso”, dice. Un pasticcio dunque? “Per fare un lavoro tecnicamente corretto si doveva mettere mano al Piano regolatore valutando richieste e osservazioni – continua – Il risultato delle risoluzioni prese si è tradotto in numerosi ricorsi contro le decisioni della giunta, io stesso ne avevo segnalato il rischio. Chi si è sentito penalizzato, non intende soprassedere e, per come stanno le cose, da imprenditore non me la sentirei di partire con nuove intraprese”. Motivo? “Se anche un solo ricorso dovesse andare a buon fine, le conseguenze potrebbero toccare gli imprenditori e lo stesso Comune, chiamandolo a risarcire l’eventuale torto con i soldi dei contribuenti”. Al di là degli ipotetici risvolti legali, quantificati finora in 11 ricorsi al Tar (Tribunale amministrativo regionale), Michetti stigmatizza altri aspetti della vicenda. “Per le esigenze turistiche della riviera è già sufficiente quanto abbiamo, non c’è bisogno di altri posti letto – dice – Miglioriamo, ampliamo l’esistente, ma ricordiamoci che i villaggi turistici esauriscono la spinta economica al loro interno con il rischio di far morire l’economia locale”.

Nei suoi ricordi il dibattito sui mali della riviera è sempre uguale a se stesso: “E’ la storia che si ripete, si è sempre parlato di conversione e rivalutazione di Comacchio per favorire il turismo, ma non la si è mai favorita veramente – dice – Vent’anni fa si è cominciato a trasformare gli alberghi in appartamenti, poi è arrivato il momento delle Rta (Residenza turistico alberghiera) e i risultati, anche in termini di ricadute occupazionali, non sono certo lusinghieri. Non è cambiato nulla, nemmeno gli attori con cui l’attuale sindaco fa promozione turistica. Fabbri dovrebbe riflettere sulla storia locale, su come si è arrivati fin qui, prima di prendere delle decisioni tanto importanti per la città e la riviera”.

comacchio-riviera-bellini
Gabriele Bellini, ex segretario Pd e consigliere comunale

La storia, anche la più recente, ha le sue chiavi di lettura: “Il problema è che non c’è mai stata una visione d’insieme né di media e lunga durata riferita Comacchio”, sottolinea Gabriele Bellini ex segretario del Pd e consigliere comunale. Uscito di proposito dalla scena politica nella quale, s’affretta a specificare, non è intenzionato a rientrare, avanza alcune riflessioni: “Le varianti con la mia impronta sono poche ed erano tutte orientate al contenimento della cementificazione. Il tentativo di procedere in questo senso era iniziato, purtroppo con risultati insoddisfacenti, tardivi e poco tangibili. Ci abbiamo provato e forse potevamo fare qualcosa di diverso, sono il primo ad ammetterlo – spiega – Tuttavia mi preme ricordare come Comacchio sia sempre stata una terra di conquista da parte del partito egemone che ne ha condizionato l’esistenza, mi riferisco al Pci fino ad arrivare al Pd”. Un esempio? “Se la Provincia toglie i vincoli sulle pinete, va da sé il verificarsi di quanto è accaduto e continua ad accadere. La visione esposta da Valter Zago, non è lontana dalla realtà (precedente intervista, ndr), a parole si dice una cosa poi se ne fa un’altra – continua – L’attuale amministrazione segue il solco della tradizione contrariamente a quanto aveva enunciato. Non sorprende, semmai delude chi aveva sperato in qualcosa di nuovo e diverso per Comacchio, ci sono però ancora due anni di tempo prima dello scadere della legislatura, volendo si possono mettere in campo diverse iniziative. Del resto la giunta Fabbri ha ereditato situazioni pregresse con le quali deve misurarsi e alle quali lo stesso Zago non può dirsi estraneo”.

Dalla micro dimensione alla macro, il passo è breve. “A voler guardare bene la situazione, si ha l’impressione che la Regione, una volta considerata all’avanguardia nell’intero Paese, abbia allargato i cordoni sulle tutele ambientali – precisa – In riviera ci sono luoghi che meritano un’attenta salvaguardia, così come la richiederebbe il Parco del Delta del Po. Al di là del Mab, che ci pone a fianco della parte veneta del Parco come riserva della biosfera, l’ente appare in disarmo. Oltre a mancare un direttore, è la sua missione a sembrare naufragata, si guarda molto alla burocrazia e non ai principi che ne hanno ispirato la creazione. Questa purtroppo, indipendentemente da chi amministra a livello locale, è la tendenza del momento. Si punta al business in nome dello sviluppo e dell’occupazione, ma si perde per strada la mission di salvaguardia e valorizzazione del territorio”.

“Ormai è chiaro non siamo gli unici a mettere in discussione le decisioni della giunta. I ricorsi ne sono la dimostrazione – dice Stefano Martini a nome del direttivo di Legambiente Delta Po – Dal nostro punto di vista le due delibere approvate a fine gennaio del 2014, con cui si dà mandato al sindaco di sottoscrivere con i privati gli accordi relativi alla Collinara e al Camping Village Comacchio (ex Elisea, ndr), non risponderebbero a condizioni e termini richiesti dallo stesso Consiglio comunale nel settembre del medesimo anno”. Perché? “Mancano alcuni elementi necessari e, soprattutto, non ci sono gli studi sulla sostenibilità economico-finanziaria degli interventi proposti – conclude – Non c’è neppure la corretta quantificazione dell’interesse pubblico e le garanzie indispensabili ad assicurarlo, sicché il tutto appare ampiamente deficitario”.

Leggi la prima parte

tag:

Monica Forti


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it