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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

E’ un “no” unanime alle trivellazioni all’interno dell’area del Delta del Po quello espresso dalla Comunità del Parco attraverso una delibera approvata questo pomeriggio e che fa seguito alla presa di posizione di qualche settimana fa dell’Amministrazione Comunale di Comacchio. Presenti all’incontro presso la sede dell’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po, i Comuni di Argenta, Comacchio, Ravenna, Mesola, Alfonsine, Cervia, Codigoro, Goro e Ostellato, nonché il Presidente del Comitato Esecutivo, Massimo Medri, ed il referente Tecnico/Ambientale, Prof. Giuseppe Castaldelli.
La Comunità dei Sindaci, facendo proprie le precedenti osservazioni della Provincia di Ferrara del 2010 e quelle del 2015 del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, pronunciatesi entrambe in maniera negativa sulle trivellazioni, si è espressa decidendo di “richiedere, in ogni sede e con le modalità previste per legge, alle autorità competenti di non concedere il rilascio di nuove autorizzazioni o il rinnovo di quelle esistenti per attività di prospezione, ricerca, nonché concessioni di coltivazione di idrocarburi nel territorio del Parco del Delta del Po”. “Trattandosi di area particolarmente fragile, nonché in ragione del recente ‘riconoscimento di Riserva della Biosfera – MAB UNESCO’ – si legge nella delibera – verrà richiesto “che, anche le ulteriori aree limitrofe al Parco del Delta del Po ed alla Provincia di Ferrara, vengano attentamente analizzate sotto il punto della compatibilità ambientale, in ragione di eventuali conseguenze indirette che si potrebbero generale nell’area del Parco del Delta”.
Scongiurare le trivellazioni è importante, spiegano i Sindaci, perché “la pianura Emiliano romagnola è caratterizzata da un fenomeno di subsidenza naturale, al quale si sovrappone, in diverse aree, un abbassamento di origine antropica”. “La coltivazione di un giacimento di metano produce un abbassamento di 6-8 mm nella zona corrispondente alla proiezione in superficie del perimetro del giacimento – chiariscono – e se la vita produttiva di un giacimento è di 30 anni, l’abbassamento dell’area corrispondente del giacimento sarà pertanto di circa 18-24 cm”. Ciò creerebbe danni irreversibili, quali: erosione delle spiagge, ingressione marina e del cuneo salino, squilibrio delle reti idrauliche e fognarie, danni al patrimonio artistico monumentale, aumento della vulnerabilità degli edifici nelle aree urbane.
“L’area del pozzo esplorativo “Agosta 1 dir” – si legge, infine, nel documento – oltre ad essere ai confini del Piano Territoriale del Parco del Delta del PO, – Stazione Valli di Comacchio – ricade in zona di interesse archeologico fra l’altro nelle vicinanze dei più importanti scavi archeologici dell’antica città di Spina”.
Dato il rischio che il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) dia parere favorevole alla “Concessione di coltivazione idrocarburi <>”, i Comuni soci del Parco chiedono, quindi, alla Regione Emilia Romagna di condividere la posizione della Comunità e si riservano di “costituirsi in giudizio avanti al tribunale amministrativo, nonché di promuovere ogni altra azione utile volta a scongiurare la possibilità che i relativi procedimenti amministrativi in corso si concludano con esito positivo”.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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