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Il silenzio stampa degli ultimi giorni si è finalmente rotto con “Razzi di Hamas su Israele”, “Israele e Hamas verso la guerra” (la repubblica), “Israele-Gaza, il conflitto si allarga: pioggia di fuoco su Tel Aviv, bombe sulla Striscia” (Corriere della sera).
L’espulsione “legale” di decine di famiglie palestinesi dalle case nelle quali hanno vissuto per decenni va avanti da tempo, l’ennesima confisca delle case di Sheikh Jarrah a favore dei coloni israeliani ha scatenato le proteste palestinesi, proteste che vanno avanti dal 13
aprile ma non hanno evidentemente fatto notizia.
Ora con la “risposta” dei razzi di Hamas, 3 morti israeliani e 53 palestinesi si può continuare a parlare di conflitto arabo-israeliano, insomma una guerra quasi normale con due contendenti.
Questa visione nasconde di fatto l’occupazione di Israele di Gerusalemme est, già condannata dall’ONU, dall’UE e l’attuazione brutale dell’apartheid a Gerusalemme. Infatti nonostante queste denunce Gerusalemme continua ad essere occupata militarmente, i palestinesi che li vi abitano non hanno un passaporto e vengono considerati come residenti temporanei nelle loro case. Da anni vengono scacciati e deportati e, anche adesso, quando si parla di “case contese” di Sheikh Jarrah dalle quali i palestinesi vengono evacuati si tratta di case di loro proprietà.
La rivolta non è solo per non essere scacciati dalle proprie case ma anche contro l’occupazione militare, contro le aggressioni quotidiane dei coloni, sempre più agguerriti e sostenuti da quei partiti politici che dal parlamento sostengono che tutti i palestinesi devono essere cacciati via per far posto alla Grande Israele.
I palestinesi subiscono da anni la costruzione di chilometri di muri, che spesso separano una casa dal suo campo, la demolizione di centinaia di case, ore e ore davanti ai check-in, rappresaglie nelle case, arresti arbitrari, detenzioni amministrative, senza contare le
provocazioni e le beffe non ultima la capitale e la proclamazione del giorno diGerusalemme in tutta Israele.
Dove sono i due Stati? Dove sono i diritti? Dov’è la pace?
Cittadini del Mondo – Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it