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Un altro anno è passato e con l’inizio del 2018 ci si guarda indietro tirando un po’ di bilanci.
Quasi finite oramai le festività natalizie, ci si può finalmente sedere tranquilli e riflettere su quello che c’è stato di buono in quest’anno andato e cosa invece non ha portato benefici. Tirando qualche somma, anche per Ferrara si può provare a stilare una piccola – e personalissima – classifica su ciò che è rientrato nei top e su cosa invece è rientrato nei flop.
Iniziamo, come nella migliore tradizione, con ciò che non è andato.

5. I 12 del Gad
Non potevamo non partire con l’operazione ‘Strade sicure’ intraprese anche a Ferrara. Purtroppo non è tanto intrinseco nella presenza dei soldati il flop, ma nel aver voluto affrontare un problema semplicemente nascondendolo, trasferendolo, con gesti di forza. Bocciato.

4. Calotte
Le idee sono tutte belle, la messa in pratica un po’ meno. Quella delle calotte è stata una vicenda a lungo trattata dai giornali: tra disfunzioni delle stesse e cattive abitudini dei cittadini, sembra che la ‘normalità’ stia tornando. Speriamo bene. Da migliorare.

3. Igor il serbo/russo
La vicenda la conoscerete tutti. Lui è stato il personaggio dell’anno, in negativo. Ha tenuto tutti con il fiato sospeso per 2 anni in pratica. La cattura in Spagna ha fatto emergere una rete di conoscenze messe al vaglio ora dagli investigatori. Pessima figura delle forze dell’ordine italiane, culminata con l’esclusione della rivista on-line Estense.com dalle comunicazioni dell’arma dei Carabinieri, per ripicca verso un loro articolo. Da non ripetere.

2. I famigerati 51 gradi
Quest’estate è stata segnata da un caldo record, come record sono state le temperature segnalate da insigni giornali. Purtroppo c’è un dato da aggiungere: la temperatura percepita non esiste. Quindi chi ha addirittura parlato di 51 gradi, ha semplicemente investito sulla paura e sul sensazionalismo. Meteoterrorismo.

1. Il caso Bartolucci
Una tristissima vicenda, dove a fallire è stato tutto un sistema che ha portato alla morte di tre persone. Ne ha parlato anche Ferrara italia (qui per chi non ricordasse cos’è successo). Agghiacciante.

Passiamo ora, dulcis in fundo, agli avvenimenti positivi che hanno segnato questo 2017 ferrarese.

5. Internazionale a Ferrara
Semplicemente il Festival, quello con la F maiuscola. Uno dei vanti che, appunto, rendono questa città ‘Internazionale’ ogni anno. Sempre verde.

4. Il numero aperto all’Università
Due le facoltà coinvolte, biologia e biotecnologie. Tantissimi studenti, introiti per l’economia e vivacità per la città. Unica pecca gli alloggi. Da espandere.

3. La Spal in serie A
Qui credo di non dover aggiungere davvero nulla. Un sogno da continuare a vivere.

2. Il ‘nuovo’ Meis
Un fiore all’occhiello al pari delle Mura e del Castello. Un monumento ad un popolo spesso poco conosciuto, un luogo di cultura che ha visto, all’apertura, addirittura la presenza del Presidente della Repubblica. Magnifico.

1. Il Palaspecchi
Qui credo di aver spiazzato un po’ di gente. Si perché, pensandoci bene, questo dovrebbe rientrare nella top dei flop. Ma c’è un tentativo, sotto gli occhi di tutti, di correggere un enorme errore. Il primo posto è sulla fiducia, sulla speranza che lì, finalmente, nasca qualcosa di buono. Incrociamo le dita.

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Jonatas Di Sabato

Giornalista, Anarchico, Essere Umano

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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