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Da: Ufficio Stampa

“Uno sviluppo davvero importante per l’agriturismo regionale perché si è riusciti a fare capire e comprendere a tutti l’importanza dell’offerta enogastronomica e anche l’ospitalità della nostra regione, una capacità che può davvero dare un contributo rilevante. Un’attività che si è fermata per il Coronavirus, ma che dal 18 di maggio è ricominciata con l’attività di ricezione turistica, rispettando e mantenendo tutti canoni e le normative in termini di sicurezza. Con il Progetto di Legge ad hoc messo in campo dalla Regione Emilia Romagna auspichiamo un rilancio del settore penalizzato, come altri, dall’emergenza sanitaria. Lo ha sottolineato Cristiano Fini, presidente Cia Emilia Romagna, nel commentare il nuovo progetto di legge, varato dalla giunta, che prevede lo stanziamento di 24 milioni di euro per aiutare agriturismi, fattorie didattiche. “Proprio un mese fa presso l’agriturismo ‘Corte dell’Abbadessa’ di San Lazzaro di Savena, luogo in cui Cia ha realizzato un evento sul tema, l’ assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi è intervenuto sul questo tema ed ha accolto, con la proposta di legge, le indicazioni della Cia – prosegue Fini – . Oggi a Ravenna, presso l’Agriturismo Palazzo Manzoni, l’assessore Mammi ha confermato la volontà di supportare il comparto e l’auspicio è che si vada ad una rapida applicazione dei provvedimenti più che mai necessari”. I vertici della Confederazione hanno incontrato infatti l’assessore regionale all’Agricoltura – cha ha fatto visita anche ad alcune aziende frutticole colpite dalla crisi – che hanno descritto la difficile situazione, da Piacenza a Rimini, sottolineando le criticità dell’agricoltura, dai prezzi in caduta libera di Parmigiano e suini, dalla cimice asiatica alle gelate che hanno compromesso l’ortofrutta, fino ai danni da fauna selvatica. In sintesi la perdita di reddito delle imprese.
Sul tema dell’agriturismo Mammi ha ricordato che le aziende di settore attive in Emilia Romagna sono 1.186 con una capacità ricettiva pari a 9.854 posti letto e 407 piazzole in agri-campeggio e la possibilità di somministrare fino a circa 4,5 milioni pasti l’anno, mentre le fattorie didattiche sono complessivamente 286.
Una realtà che da occupazione a migliaia di addetti. “Siamo diventati testimoni importanti nel territorio – dice Massimo Bottura, presidente regionale dell’associazione agrituristica della Cia Turismo Verde e titolare dell’agriturismo che ha ospitato l’incontro – oltre che creare circa 6000 posti di lavoro in tutta la regione. Tramite le nostre aziende valorizziamo le aree rurali creando presidi di rilievo. E poi, dato che si parla di fattorie didattiche e di ricezione dei ragazzi, noi da anni siamo partecipi in queste attività perché abbiamo le strutture e l’esperienza per creare cultura, anche contadina, e dare un supporto ideale per tutte quelle attività che oggi si trovano in difficoltà a causa del Coronavirus”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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