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Celati forever (9):
“Chiama le cose perché restino con te fino all’ultimo.”

 

VERSO LA FOCE

«L’aperto giorno riluce per l’uomo di immagini»
Hölderin, Aussicht, circa 1842

Arrivato alla massicciata della punta è quasi sera. Qui c’è un villaggio di roulottes non lontano da un capannone di una segheria, e a tratti si sente il rumore d’una sega elettrica che continua a lavorare. Il mare è là davanti, e la strada prosegue a destra lungo la massicciata che costeggia la grande sacca di Scardovari.
Un battellino a due alberi gira al largo e va verso le bocche del Po di Goro, sul battellino c’è un uomo con un cappelluccio di paglia e un ragazzo col cane.
Vicino a due Mercedes bianche parcheggiate sulla massicciata, uomini con camicie militari e calzoni da paracadutista. Hanno con sé binocoli, macchine fotografiche, un treppiede col lungo cannocchiale da bird watching; sono tedeschi, forse etologi, e guardano il mare.
Ore 20,30. Continuano a guardare il mare come se dovesse succedere qualcosa da un momento all’altro, si direbbero che aspettino la fine del mondo gli etologi tedeschi, qui al limite estremo della pianura. Ci hanno mescolato le anime e ormai abbiamo tutti gli stessi pensieri. Noi aspettiamo ma niente ci aspetta, né un’astronave né un destino.
Se adesso cominciasse a piovere ti bagneresti, se questa notte farà freddo la tua gola ne soffrirà, se torni indietro a piedi nel buio dovrai farti coraggio, se continui a vagare sarai sempre più sfatto. Ogni fenomeno è in sé sereno. Chiama le cose perché restino con te fino all’ultimo.

Gianni Celati, Verso la foce, Feltrinelli, 1989

Per leggere tutti i testi di Gianni Celati su questo quotidiano, clicca [Qui]
Puoi visitare l’esposizione NEL MIO DESTINO DI DISAVVENTURE PERPETUE: OMAGGIO A GIANNI CELATI presso la Biblioteca Bertoldi di Argenta fino al 31 gennaio 2022.

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Redazione di Periscopio



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)