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Da Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico

«Il Pd risponde prontamente all’appello lanciato dalla Simeu, Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza. L’Emilia Romagna è al primo posto in Italia per qualità dell’offerta sanitaria e capacità di rispondere ai bisogni di salute della popolazione, ma è doveroso porre attenzione sui Pronto Soccorso». A dirlo è il consigliere regionale Paolo Calvano che ha interrogato la Giunta proprio per garantire l’adeguatezza degli organici medici dei Pronto Soccorso presenti nel territorio emiliano romagnolo.

«I dati relativi agli accessi e ai ricoveri al Pronto Soccorso registrano che nel 2016 in Emilia-Romagna a fronte di circa 4.448.000 abitanti vi sono stati 1.875.560 accessi e i ricoveri si assestano sul 13% circa – spiega Calvano –. I servizi di Pronto Soccorso pertanto rappresentano il principale punto di riferimento della popolazione per i bisogni sanitari urgenti e per questo va garantita l’adeguatezza degli organici medici. Emerge però una situazione di carenza di personale in Emilia-Romagna così come accade da tempo in tutto il territorio nazionale. Nelle strutture dei PS e di Medicina d’Urgenza regionali sono in forza 824 medici, attraverso diverse forme contrattuali composite, ma dalla programmazione delle piante organiche previste dalle aziende mancherebbero ancora 140 medici su scala regionale di cui una decina sul territorio ferrarese. Per questo ritengo necessario capire quali azioni può e intende mettere in campo la Regione per affrontare queste problematiche».

Il consigliere tenuto conto dell’impegno dell’assessorato competente ribadisce la necessità d’intervento per garantire un adeguato numero di professionisti nei Pronto Soccorso.

«La Regione si sta adoperando affinché si possa arrivare alla copertura dei fabbisogni di personale attraverso diverse azioni tra cui la programmazione di concorsi, la predisposizione di graduatorie e l’aumento del numero delle borse di studio – conclude –. Proprio per garantire pronte risposte alle preoccupazioni che stanno emergendo è doveroso intervenire con provvedimenti al fine di assicurare l’adeguatezza numerica degli organici, garantendo omogeneità formativa e contrattuale ed elaborando forme di incentivazione e premialità tali da rendere attrattivo il profilo professionale dell’operatore dell’emergenza-urgenza».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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