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Cominciamo dalla furbissima, e assai offensiva tattica di chi governa Ferrara (per chi non lo sa, a Ferrara da 3 anni e mezzo impera la Lega per Salvini). In poche parole: vi facciamo aspettare fino alle 8 di sera con interventi e sproloqui per dirvi: a che servono le firme, a che servono le petizioni, i flash mob, gli striscioni? A niente, tanto noi abbiamo già deciso mesi e mesi fa. Il concerto si farà al parco, punto e basta.
Ma non basta neppure il piglio decisionista, cari difensori degli uccellini, vi prendiamo anche in giro….

“ Questa petizione è stata proposta da 593 firme, cioè lo 0,4% dei cittadini. Allora vuol dire che il 99,6% dei ferraresi è favorevole al concerto. Ma, democraticamente, anche allo 0,4% è concesso di esprimersi”. Così l’assessore alla cultura Marco Gulinelli inizia il suo intervento nel Consiglio comunale di Ferrara, sbeffeggiando l’utilizzo degli strumenti di partecipazione popolare.

La Giunta comunale di Ferrara ha così bocciato i tre quesiti della petizione, proposta per chiedere di spostare la sede del Grande Concerto del prossimo 18 maggio, quando arriverà in città Bruce Springsteen per la prima tappa del suo atteso tour europeo. La maggioranza del Consiglio Comunale ha avallato quella bocciatura, dopo una prolissa relazione dell’assessore, che ha dedicato pochi minuti ai tre quesiti posti dalla petizione, e altri 50 all’autocelebrazione dell’evento, peraltro mai messo in discussione dai proponenti.

Le firme erano state raccolte per iniziativa del Comitato Save the Park con l’unico obiettivo di salvaguardare l’area del Parco Urbano, intitolato allo scrittore e fondatore di Italia Nostra Giorgio Bassani, dall’assalto dei circa 50.000 possessori dei biglietti.
Si tratta di un’area agricola rinaturalizzata e piantumata oltre 30 anni fa, a ridosso delle mura della città patrimonio dell’Unesco, ormai sede di avifauna stanziale e migratoria, destinata ad essere martoriata da tir, installazioni di servizio, decine di migliaia di bipedi, decibel sparati senza ritegno. Un ecosistema complesso che, tra montaggio, due giorni di musica e smontaggio, per due settimane subirà effetti deleteri e non reversibili, naturalmente negati dagli esperti convocati nella cabina di regia municipale.

Circa 30 attivisti si sono turnati per tutto il pomeriggio di lunedì 30 gennaio nel settore riservato al pubblico con indosso le magliette di battaglia con la scritta “Save the Park”, in attesa che l’ordine del giorno del Consiglio arrivasse alla discussione del punto atteso.
Nel frattempo la Polizia municipale ha sequestrato striscioni e scritte, la cui esibizione è vietata in Consiglio.

I quesiti della petizione chiedono di spostare la sede del concerto “in un’area a sud della città” e di attrezzare quel luogo anche per futuri eventi simili.
L’assessore Gulinelli e il sindaco Fabbri hanno invece insistito furbescamente a lungo sull’importanza del concerto di Springsteen per “l’economia e il turismo della città”, come se il comitato fosse contrario al concerto in quanto tale. Ed è stato evocato perfino il presidente della giunta regionale Bonaccini come estimatore dell’evento.
Ma nel merito della questione, i due esponenti della maggioranza hanno perso la livrea del Gatto e della Volpe, per indossare quella di Pinocchio, quando Colaiacovo (Pd) e Mantovani (5 stelle), carte alla mano, hanno platealmente smentito l’impossibilità e il diniego dei gestori di due zone aeroportuali a sud della città, di concedere le aree in loro dotazione per la sede del concerto.

Gran tempo ha dedicato poi Gulinelli nello sminuire il “valore giuridico” delle quasi 50.000 firme raccolte nei mesi scorsi dal comitato in una petizione online, come se a quelle firme non si sia attribuito da sempre un valore propagandistico e di informazione. Ma, superando con agilità l’asticella del ridicolo, l’assessore si è detto sicuro che i 50.000 fan di Springsteen, “composti in gran parte da nuclei familiari educati”, avranno gran cura nel rispettare l’ambiente del Parco Urbano “Giorgio Bassani”. E, tranquilli, in ogni caso, ognuno degli acquirenti del biglietto “è geolocalizzato, con nome e cognome”. Per finire: il sound tecnogreen del Boss sarà magicamente proiettato solo in avanti, senza dispersioni laterali a disturbare le covate primaverili, tanto care agli ambientalisti. Da non credere.

Il Comitato Save the Park ha già dato mandato ad un legale esperto di proporre un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, e di inviare un esposto documentato alla Procura regionale della Corte dei Conti.

La petizione popolare  online “Salviamo il parco Giorgio Bassani di Ferrara #Save the Park“ ha già raggiunto ad oggi le 43.462 firme. Se non l’hai ancora fatto, leggi e firma qui la petizione

Riproduciamo di seguito la lettera del presidente pro tempore di Aeroporto Aguscello S.r.l. che dimostra la disponibilità ad ospitare l’evento, al contrario di quanto sostenuto in Consiglio Comunale dal Sindaco Fabbri e dall’Assessore Gulinelli.

Cover e foto nel testo di Pier Luigi Guerrini e Alessandro Tagliati

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Alessandro Tagliati

Per oltre venti anni corrispondente di cronaca locale. In pensione, distribuisce la sua competenza di “umarèl” tra Rete di giustizia climatica, Forum Ferrara partecipata, La Comune di Ferrara e Save the Park.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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