La clamorosa vicenda letteralmente live e streaming di Marchionne, artefice principale della rinascita Fiat, in Italia, Usa (Fiat Chyrsler) e nel mondo, quasi all’improvviso costretto a rinunciare per una probabile malattia anzitempo terminale (con fuori da ogni protocollo, comunicazioni ufficiali e dirette dei vertici Fiat (e Ferrari) per la sua senza ritorno sostituzione) già evidenzia la grande eredità per il futuro industriale italiano tout court post-Marchionne (non solo la Fiat).
Nello specifico, secondo logica cognitiva e commerciale e banale lealtà umana, basta un elogio di Marchionne per chiudere qualsiasi analisi storica: o meglio basterebbe, perché, incredibile nel 2018 e era piaccia o meno dell’automazione e di Elon Musk (e le auto robot o google car), ancora prima della probabile scomparsa anche “biologica” di Marchionne (le cronache sembrano purtroppo semplicemente in attesa della tragica fine annunciata) da certo magmatico e inquietante inconscio collettivo da un lato e dai media della fu sinistra superstiti, emergono già flagranti il peggior odio e invidia di classe che per quindici anni ha già caratterizzato in modulazioni appena formalmente meno eclatanti le cosiddette analisti della fu sinistra, di certi sindacati e della solita Intellighenzia modello Capalbio rossa (tranne Renzi invero).
Mai perdonato a Marchionne di avere salvato la Fiat, di averla con la sinergia Chyrsler fatta emergere persino in Usa, risanando la parallela griffa storica automobilistica, rispettando in pieno il business plane vincente programmato e premiando i lavoratori stessi americani: di avere evidenziato solarmente anche in Italia la fine del mito del sindacalese, vero e proprio virus contro il progresso italiano e il benessere stesso potenziale dei lavoratori. Marchionne ha fatto saltare la casta rossa, sinistra e sindacalismo ideologici e obsoleti e nei fatti i principali nemici dei lavoratori, peggio persino di certo – come si diceva – padronato ancora primitivo strutturale dell’industria/imprenditoria italiana.
Neppure la stima di Obama (insopportabile per la fu sinistra italiana) ha illuminato i tre neuroni che caratterizzano da un pezzo sindacalisti e catto/post/estremo comunisti, profani politici/sindacalisti sacri intellettuali con i conti rigorosamente a Monte Paschi di Siena (e a più zeri!)
E ora neppure una tragedia umana neppure è rispettata dai soliti paraterroristi 2.0 attuali: la prima pagina del Manifesto, sempre da premio Maria Teresa di Calcutta quando scrivono di Ong e migranti, è un vergognoso esempio di nazionalsocialismo rosso senza se e senza ma, potrebbero averla firmata Robespierre e Saint Just.
E sui Social Network una epidemia di siffatta civiltà umanistica a firma tutti i centro sociali uniti contemporanei, siano profili apparentemente privati o meno: quanto alla fu sinistra alla De Benedetti i soliti orwelliani post golpe Napolitano/Monti e clonazioni venute male fino allo stesso cattorenzismo.
Se il trend è questo e continuerà anche se…, Allora Marchionne persino dal Paradiso centrerà la sua ultima corsa vittoriosa su una immaginaria (e non a caso) Ferrari: salvo appunto attualmente non prevedibili cambi di rotta al pitsop degli ultimi falsi prolet della fu sinistra, sarà proprio lui, paradossalmente a staccare la spina e per decenni alla generazione Pd e – o postcomunista e simili, nicchia di amebe e parameci nell’era dell’Auto elettrica o robot prossime venture!
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Roby Guerra
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
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