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Provvidenzialmente, come tutti gli anni, dopo l’epifania e il 7: ecco che arriva e l’8 di gennaio.
Ci sarà certamente chi lascia entrare Ascanio ma se posso parlare per me devo dire che mi limiterò a ringraziare questa data.
Queste festività mi avevano un po’ rotto.
Tutta questa gente che mangia come se non ci fosse un domani sa essere a volte uno spettacolo di dubbio gusto.
Ho visto abbinamenti francamente costernanti ma con la mia consueta fuggevolezza sono riuscito per fortuna a dribblare questa vera e propria tempesta.
Mi sono limitato a sedermi al tavolo delle feste per spiluccare un po’ di erbe amare, dei pezzi di pizzetta, un po’ di pane e un po’ di vino.
Sono molto orgoglioso del mio spartan.mo natale in primis perché: non avevo troppa fame.
Ho quindi iniziato il nuovo anno degustando un “percorso di patate in doppia croccantezza e consistenza guarnite con doppi tagli di rosmarino”.
Tutto questo mi ha permesso di iniziare il nuovo anno con uno sprint tutto mio, degno di una di quelle automobiline di una volta, quelle che se le lasciavi in giro mandavano le nonne dritte in ortopedia.
Così, mentre tanti – incuranti della data di oggi – si abbuffano ancora con abbondanti “brunoise di maionese fritta guarnita con chutney di polpo e maiale”, io proseguo dritto come un treno limitandomi a mangiare con moderazione delle sobrie porzioni di “gauloises alla gitana affumicate” servite con caffè amaro a parte.
Sono certo che questo mio stile di vita mi porterà verso risultati esistenziali degni dei migliori recordmen della storia dell’uomo.
Come faccio a esserne così sicuro?
Beh, me l’ha detto un autorevole membro della “comunità scientifica”, uno di quei tipi che sono sempre aggiornatissimi su tutti i nuovissimi vaccini disponibili sul mercato, uno di quei tipi che a colazione mangiano una pizzetta del “Leon d’Oro” servita con 30 goccine di clorofilla a parte.
Che dire a questo punto?
Mi limiterò a consigliare questo straordinariamente efficace stile di vita un po’ a tutti, porgendo – sempre un po’ a tutti – i miei più sentiti auguri di una decisa, ferma, stabile e gioviale ripartenza post-festività.
Chiudo quindi rinnovando i miei auguri e porgendo – sempre un po’ a tutti – un sentitissimo pezzo della settimana, pezzo che si spera porti – sempre un po’ a tutti – molta fortuna.

Hurry On Sundown (Hawkwind, 1970)

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Radio Strike


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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