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Ciao Argo, siamo i 96 cani oggi ospiti del canile comunale (9 in più del mese scorso: come sai, questa è una “casa” dove si entra e si esce tutti i giorni), e non ci stiamo a leggere cose inesatte dette dal tuo propietario, o da chi per lui.
Credici: lo stanziamento del Comune non è mai, mai, stato sufficiente a coprire le spese per la gestione del canile, e lo dimostrano i bilanci che ogni anno gli inviamo da ben 28 anni. Chi ci gestisce ha sempre raccolto fondi e integrato ogni anno per più di 20mila euro. Non solo: negli ultimi anni, ad ogni scadenza della convenzione, i fondi sono sempre stati ridotti. E se quest’anno non sono stati diminuiti, è perché non c’è più niente da tagliare… Siamo all’osso, e sotto non c’è più niente.
Credevamo che l’aiuto dell’Afm venisse da quell’Azienda, non dal Comune… Ecco perché è diminuito anche quello! Lo scorso anno è stato quasi dimezzato rispetto al 2009. Ma per fortuna, caro Argo, abbiamo molti cittadini che ci aiutano, perché la vita che viviamo è pur sempre la vita in un canile! La “buona qualità del servizio” che qualcuno da tempo vorrebbe vedere ridotta non è altro che l’applicazione delle poche ma importanti normative che regolano il funzionamento di queste strutture, nulla di più. La differenza è che viene svolta da un’associazione e da persone che ci rispettano, ci amano, ci aiutano, ci curano, ci “recuperano”, danno un senso a questa nostra vita e, soprattutto, cercano per noi famiglie disposte ad adottarci.

Una cosa urgente che dovresti chiarire col tuo proprietario è quella dell’altro canile: quale altro canile mantiene il Comune di Ferrara? Sarebbe corretto dirne anche il nome e a quanto ammontano le spese di mantenimento!
La verità è che il canile comunale è uno solo. L’altro, privato, è quello convenzionato con altri Comuni – quelli che non hanno una propria struttura – da cui riceve le doverose sovvenzioni. Perchè il Comune di Ferrara dovrebbe mantenere i cani di quel canile, cosa che sappiamo non avviene? E’ sempre bene informarsi prima… altrimenti chi ci legge può farsi idee sbagliate. Ma i lettori sapranno giudicare.

Concludiamo, caro Argo, ricordandoti che oggi scade il termine per la presentazione delle domande al bando di gara. Conosceremo se ci sarà qualcuno che, al contrario di noi, riesce a fare ‘i miracoli’ e mantenere ai tuoi amici, con quel finanziamento, le stesse condizioni di vita.
Un abbraccio affettuoso da tutti noi, anche al nostro Amico Fumo

(mittente:. Paola Cardinali, presidente Avedev – associazione che 28 anni gestisce il canile comunale)

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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