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Da: Hera

Eco volontari in campo a Pontelagoscuro per azioni di tutoraggio e informazione sulle isole ecologiche, nell’ambito della riorganizzazione dei servizi di raccolta rifiuti recentemente avviata dal Comune di Ferrara e Hera.

Ha preso avvio in questi giorni ‘Angelo’, il progetto di educazione ambientale pensato per coinvolgere le associazioni di volontariato nell’ambito della riorganizzazione dei servizi di raccolta rifiuti.
Nato da un’idea di HeraLAB Ferrara, uno dei 6 consigli istituiti da Hera per favorire il dialogo e la relazione con la comunità locale, questo progetto mette in campo gli eco volontari come tutor ambientali per presidiare, informare e sensibilizzare i cittadini sulla corretta gestione dei rifiuti urbani, con particolare attenzione per le raccolte differenziate.
Come prima zona di intervento dei volontari è stata individuata Pontelagoscuro proprio perché interessata da una importante sperimentazione e riorganizzazione dei servizi di raccolta rifiuti, promossa dal Comune di Ferrara e Hera.

Il tutoraggio alle isole ecologiche di base
Gli ecoI volontari appositamente formati dai tecnici di Hera, svolgeranno una azione di tutoraggio e informazione su alcune isole ecologiche di base presenti a Pontelagoscuro. Tra i loro compiti: aiutare a comprendere le nuove modalità di raccolta, verificare se i residenti incontrano difficoltà ad attuarle, monitorare il territorio per individuare eventuali abbandoni e evidenziare situazioni critiche e necessità di intervento.
Gli eco volontari coinvolti in questa prima fase sono coordinati dal ‘Comitato Vivere Insieme’, a cui aderiscono tutte le associazioni di volontariato presenti a Pontelagoscuro.

La nuova organizzazione delle isole ecologiche di base
Dal 7 novembre, nelle isole ecologiche di base di Pontelagoscuro, sono stati posizionati i nuovi cassonetti dell’indifferenziato dotati di calotta e sistema di riconoscimento dell’utenza. Anche i cassonetti per le potature sono stati sostituiti con contenitori che potranno essere aperti solo con la tessera per i servizi ambientali (Carta Smeraldo). Questa modifica è finalizzata a migliorare la qualità del materiale raccolto.
Inoltre, i bidoni stradali dell’organico sono forniti di un coperchio con oblò che permette l’introduzione unicamente degli appositi sacchetti da 10 litri, già in uso per questo tipo di raccolta. Non hanno subito modifiche i contenitori per carta, plastica e vetro.

“L’attività di tutoraggio svolta dai volontari è fondamentale – sostiene Roberto Cassoli, componente di HeraLab Ferrara – in quanto consente un presidio sociale di un importante e popoloso quartiere della città accompagnando i cittadini in una iniziativa che modifica le abitudini della popolazione residente”.

“È importante – spiega Mauro Mordini del Centro di Promozione Sociale Il Quadrifoglio, aderente al Comitato Vivere Insieme – la partecipazione attiva e responsabile della cittadinanza. Il coinvolgimento del volontariato locale
costituisce uno strumento in più per monitorare la sperimentazione a Pontelagoscuro e proporre eventuali interventi e soluzioni per assestare e migliorare il nuovo modello organizzativo sulla base delle esigenze dei residenti”.

HeraLAB
HeraLAB è l’acronimo di ‘Local Advisory Board’, consiglio consultivo locale, ma è anche l’abbreviazione di laboratorio per il territorio. È un organismo che coinvolge gli stakeholder locali, attivo in Emilia Romagna, in ognuna delle aree gestite da Hera. La sua finalità è l’ascolto dei bisogni e delle aspettative dei diversi interlocutori e l’elaborazione e la raccolta di proposte per lo sviluppo sostenibile del territorio.
Sono dodici i componenti del LAB di Ferrara, nominati dal Consiglio d’Amministrazione Hera in rappresentanza di diverse categorie: Chiara Bertelli, Brunella Bianchi, Simonetta Bidese, Gianni Buzzoni, Roberto Cassoli, Giampaolo Lambertini, Luca Marchetti, Claudio Mingozzi, Alberto Poggi, Mario Sunseri, Roberto Zapparoli, Roberta Ziosi.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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