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Da: Gruppo Economia Cittadini di Ferrara

Il Gruppo Cittadini Economia di Ferrara ha organizzato sabato 30 marzo alle 16 nella sede Csv Agire Sociale di via Ravenna 52 (ingresso su via Ferrariola) un incontro dal titolo “Prima le persone, poi l’economia” per illustrare l’iniziativa “IO TI VOTO SE”, campagna di informazione civica rivolta a tutti i candidati alle elezioni Amministrative ed Europee 2019 a cui hanno già aderito oltre 100 cittadini.

Dialogheranno con il pubblico Claudio Bertoni e Claudio Pisapia del Gruppo Cittadini Economia.

L’iniziativa – Prima di dare il nostro voto bisogna creare la consapevolezza che per migliorare la comunità di cui facciamo parte, sia come cittadini sia come candidati ad amministrare, è necessario cambiare il nostro sistema di sviluppo. Sono le nostre scelte politiche che decidono la quantità e la qualità di benessere (lavoro, sanità, istruzione, assistenza alle persone svantaggiate e accoglienza), elementi che uno Stato può garantire alla società. Per poterlo fare è necessario comprendere quale siano state le scelte che lo hanno generato, quali interessi lo hanno voluto e lo sostengono e poi maturare la volontà di cambiarlo. È possibile il lavoro, la condivisione e la cooperazione sia negli stati che tra stati ma questo presuppone un nuovo modello di crescita, rispettoso delle persone e dell’ambiente che ci ospita. Solo questa volontà di cambiamento dovrà convincerci ad esprimere un voto valido e una partecipazione attiva alla vita politica comunale, nazionale ed europea. Il rispetto dei dettami costituzionali deve essere la base di un nuovo risorgimento di valori. Esiste una scienza economica che crea un mercato e una crescita coerente con i valori di dignità dell’esistenza, salute pubblica per tutti, istruzione per tutti, dignità del lavoro, condivisione e tutela delle persone in difficoltà. E’ un’economia che crea risorse con la solidarietà piuttosto che con la concorrenza, con l’arte e la cultura, con il lavoro e che sa accogliere le nuove nascite, che ritornano ad essere un valore. Un’economia che crea ricchezza quanto più agiamo in coerenza ai valori che scegliamo di seguire insieme. Tutto questo è oggi a portata di mano, ma occorre comprenderlo a fondo.

La partecipazione è libera e gratuita.

G.Eco.Fe. – Gruppo Economia di Ferrara, Il Gruppo Cittadini Economia Ferrara si costituisce nel 2010 e raccoglie cittadini di diversa formazione ed esperienza associativa, culturale e politica. Dal 2011 il Gruppo si riunisce una volta alla settimana per approfondire i temi dell’economia e della finanza, per organizzare iniziative pubbliche, incontrare esperti del settore, proporre modelli di divulgazione rivolta ai cittadini. Ad oggi sono stati organizzati 45 incontri a Ferrara e provincia utilizzando in format comunicativo “L’Altra faccia della Moneta”, insieme a conferenze e seminari a Ferrara e in altre città italiane con esperti e docenti di Economia. Il Gruppo ha prodotto e realizzato tre spettacoli di teatro civile in Sala Estense di Ferrara e organizzato lezioni in alcune scuole cittadine. Nell’ultimo anno sono stati proposti anche eventi letterari sul tema economia e democrazia nella sede Ibs+Libraccio di Ferrara. Diversi collaboratori del Gruppo scrivono su testate locali e blog nazionali. Tutte le attività proposte hanno visto la partecipazione diretta di oltre quattromila cittadini. Il Gruppo ha elaborato, in collaborazione con altri, diverse proposte di legge consegnate in Parlamento, in particolare su Banca Pubblica, Certificati di Credito Fiscale, Bot Fiscali e Libera Circolazione.

Per informazioni: Gruppo Economia di Ferrara, sito internet www.gecofe.it E-mail gruppoeconomia.fe@gmail.com . Per saperne di più sull’iniziativa www.noisappiamo.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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