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da: SpazioZero Cultura

Dopo l’entusiasmante serata di giovedì scorso che ha coinvolto ed emozionato il pubblico del Teatro comunale di Copparo con gli spettacoli dei travolgenti coreografi Colonna e Meneghini, il De Micheli Danza Festival prosegue martedì 29 aprile con l’esibizione della Lyric Dance Company di Roberto Canestro, alle ore 21. Lo spettacolo Artemisia, Tamara, Frida si basa sulla vicenda umana e artistica di queste tre icone della storia dell’arte e viene ricreata attraverso la plasticità e la liricità del linguaggio coreutico e stilistico del coreografo Alberto Canestro. La poetica del movimento e la perfezione del gesto sono vibrazione di colore, perenne ossessione, gioia e tormento. Diverse le personalità artistiche, lo stile, i luoghi e le epoche storiche ma un’unica passione, totalitaria, per il colore e le sue infinite espressioni. Gli interpreti sono Giusi Caccavo, Alessia Lera, Elena Dioguardi, Sabina Cesaroni, Irene Marino, Sharon Pino, Morris Massarutto, Carlo Pucci, Daniele Panini. Lyric Dance Company A. C. è una compagnia di danza neoclassica fondata e diretta dal danzatore, coreografo e maestro Alberto Canestro, diplomato all’Accademia Nazionale di Roma. La compagnia è composta da un forte organico composto da professionisti provenienti da qualificate esperienze in campo nazionale ed internazionale. Una incondizionata passione per la danza è il motore che muove questa giovane ma consolidata realtà fiorentina. Passione che viene espressa attraverso il lavoro di tutti i suoi componenti e dei suoi prestigiosi collaboratori artistici. Promuovere opere di danza classica, originali e di qualità, che diano ai danzatori una possibilità oggettiva e reale di esprimersi al meglio delle loro capacità e che avvicinino un pubblico sempre più vasto alla danza, attraverso messe in scena ricercate e dall’alto valore estetico, è l’obiettivo che Alberto Canestro si propone da sempre. Il festival è organizzato, in collaborazione con il Teatro De Micheli, dalle associazioni PuntoZero di Ferrara e Cantieri Culturali Creativi di Rovigo, da tempo impegnate nella diffusione della danza, attraverso la didattica e la produzione di spettacoli.
Per informazioni e prenotazioni: Teatro De Micheli, Piazza del Popolo 11/A, 44034 Copparo (Fe) Tel. 0532 871634 biglietteria@teatrodemicheli.it; demichelidanzafestival@gmail.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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