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L’AntiTrust è una Autorità pubblica indipendente dal Governo che controlla che sul mercato di riferimento non si formino monopoli, cioè la presenza di pochi o addirittura di un solo operatore che può così determinare il prezzo senza controlli da parte degli altri concorrenti.
Fu inventato dagli americani dopo la prima guerra mondiale quando si resero conto che i grandi arricchimenti avvenuti dai singoli petrolieri e altri monopolisti nel periodo 1870-1914 non andavano a vantaggio della popolazione. L’Italia è arrivata dopo 70 anni con le prime Autority e anche l’Europa ha le sue.
Purtroppo non esistono Autority mondiali e quindi oggi ci troviamo spesso con giganti multinazionali che operano sui mercati mondiali in condizione di quasi monopolio. +
Amazon per esempio si può permettere di aumentare l’abbonamento ‘prime’ a 49 dollari in quanto ha un enorme potere di mercato Uno strapotere che gli è conferito dai suoi milioni di clienti, che sono quindi conniventi e complici delle sue politiche di distruzione dei piccoli negozi (di cui poi ci si lamenta della sparizione).
Anche la Cina ha le sue Autority, le quali hanno ora obbligato tutte le grandi società ad alta tecnologia digitale a comunicare gli algoritmi che usano, che è come chiedere di sapere il tuo segreto industriale.
Alibaba (e-commerce), Byte Dance, Baidu (il Google cinese), Sina Weibo (social network), Tencent (app WeChat), Kuaishou (video brevi), Meituan (consegna cibo a domicilio) insieme a molte altre hanno comunicato alla Autority cinese Cyberspace Administration of China i dettagli dei loro software, quindi le tecniche che usano per ‘servire’ i loro clienti-consumatori.
Alibaba, per esempio, propone nuovi prodotti in base alla cronologia di navigazione. ByteDance, invece, in base al tempo trascorso dai potenziali utenti su Douyin (il TikTok cinese). La documentazione è stata resa pubblica ma è probabile che la parte più sensibile sia nota solo all’Autority cinese (e soprattutto al Governo che in Cina tutto controlla), In Cina non si scherza, e le aziende hanno subito fornito i dati.
In Europa e Usa invece non ne sappiamo ancora nulla: in Occidente il potere delle multinazionali (supportate dalla finanza) ha una grande influenza sui governi.
La domanda che ci facciamo è: in questo caso, è dunque migliore il comportamento della Cina verso i suoi cittadini? Direi di si, ma è anche evidente che in una società dispotica (come la Cina) il Governo può usare questo potere per censurare e/o influenzare/manipolare i propri cittadini, in quanto le Autority cinesi non sono indipendenti dal Governo.
L’ indipendenza delle Autority è una delle tante clausole di ‘economia di mercato’ che l’Occidente non ha mai preteso fossero osservate dalla Cina da quando è entrata nel 2001 nel Commercio Mondiale (WTO). E come mai non sono state pretese? Perché gli interessi a fare affari delle multinazionali occidentali erano più potenti dell’ interesse dei Governi occidentali a far crescere la democrazia in Cina.
L’ideale sarebbe infatti disporre di Autority indipendenti dai Governi (come in Occidente, almeno in teoria) che possiedono però i dati (come in Cina), ma che hanno anche come controllori nel CdA non solo i rappresentanti del Governo ma anche le Associazioni dei consumatori.
Dare ai consumatori, che sono alla fine i veri fruitori del servizio, un reale potere ti controllo sarebbe un modo per rendere efficace e vera la democrazia (al di là delle elezioni) sulle cose che contano.
Il noto economista Daron Acemoglu (vincitore nel 2005 della John Bates Clark Medal) ci dice che la democrazia si realizza quando c’é uno Stato forte che serve con efficacia i suoi cittadini e fa rispettare le leggi, e al tempo stesso, quando i cittadini hanno la capacità di tenere sotto controllo e chiamare in causa le autorità, tramite Istituzioni che non sono lasciate alla “benevolenza” dello Stato o al Governo di turno, ma che sono garantite dalla Costituzione.
Altrimenti il dispotismo statale è sempre in agguato: sia nella versione cinese (dove il Governo si fa dare i dati e li tiene sotto chiave), sia nella versione occidentale (dove il Governo non chiede i dati e lascia spazio allo strapotere delle multinazionali). La libertà e la potestà dei cittadini (articolo 1 della Costituzione) diventano sempre più una finzione, perché vengono manipolate dal dispotismo politico orientale o dal consumismo materialista occidentale.
Questo articolo, con altro titolo, è uscito il 21 agosto su il blog di madrugada
Cover: vignetta satirica contro il potere economico delle grandi multinazionali, Stai Uniti, inizio ‘900
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
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