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Da: Comune di Ferrara

Ad esito della indagine sugli affidamenti alla Società Cooperativa Sociale Camelot – Officine Cooperative per l’affidamento dei servizi di accoglienza integrata in favore di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e umanitaria, è arrivata la risposta Anac che archivia l’episodio.

Le motivazioni che assolvono l’Amministrazione dalle censure mosse in un primo tempo in ordine alla decisione di affidare a Camelot, dopo il primo triennio senza gara, la gestione dei progetti Sprar sulla accoglienza, sono così esplicitate:

“A seguito dell’audizione tenutasi dinanzi al Consiglio dell’Autorità in data 7.9.2016, al termine della quale il Consiglio ha disposto l’acquisizione dell’atto di indirizzo dell’Amministrazione comunale in ordine alle procedure per i nuovi affidamenti dei servizi sopra indicati, (…) che manifesta l’impegno dell’attuale Amministrazione ad individuare i parametri di valutazione dell’offerta progettuale in funzione delle indicazioni contenute nel D.M. 10 agosto 2016 e a specificarne ‘adeguatamente’ il peso….. Alla luce delle controdeduzioni alle contestazioni sollevate con la comunicazione di risultanze istruttorie di cui alla nota prot. Anac n. 0071091 del 4.5.2016, dell’audizione in Consiglio e degli impegni assunti con l’atto programmatico di cui sopra, si rassegnano le seguenti conclusioni.

Si prende atto dell’oggettiva difficoltà del Comune di bandire una gara che assicurasse una effettiva possibilità di partecipazione ad operatori economici diversi da Camelot; e ciò perché il progetto già approvato e finanziato dal Ministero dell’Interno per la durata complessiva di tre anni non poteva di fatto essere modificato, per l’affidamento dell’ultimo anno (ovverosia quello messo a gara), né con riferimento all’ammontare del finanziamento, né in relazione alla localizzazione e tipologia delle unità immobiliari messe a disposizione per l’accoglienza e – sotto altro profilo – limitava l’individuazione dei criteri di valutazione per le proposte progettuali.

Soddisfazione per l’intervenuto chiarimento viene espressa dal Sindaco Tagliani che conferma la fiducia nell’operato della Dr. Bergamini – in quesi giorni sentita dalla Procura della Repubblica – ed auspica come anche questo elemento contribuisca a diradare le tante cortine nebbiogene che politica e stampa hanno creato su argomenti complessi e nuovi nei quali quello che ieri appariva come un ‘nuovo affare’ oggi ai più appare come terreno di confronto dove i margini economici sono ben poca cosa rispetto ai costi politici ed ai rischi imprenditoriali derivanti dai ritardi nei pagamenti e dalle aggressioni mediatiche.

Giunge invece inaspettata e non del tutto comprensibile, sempre nella nota a firma dell’Ing.Filippo Romano, la nuova perplessità che l’Anac mostra verso la successiva decisione del Comune di revocare in via di autotutela quell’appalto. Una revoca decisa proprio a seguito delle osservazione che la stessa Anac inviò, con nota del 23.6.2015, alla responsabile del procedimento Dr.ssa Lucia Bergamini ed al Sindaco nella quale si affermava come “ discutibile la scelta del Comune di rinnovare anche se solo per un ulteriore anno il servizio in questione posta l’assenza di qualsivoglia concorrenza nella gara per il suo affidamento , stante il ribasso minimo offerto da Camelot (2,5%) non sembra – aggiungeva l’Anac in relazione al Centro Servizi per l’Immigrazione – che fossero presenti le condizioni minime per considerare oggettivamente utile , quanto meno sotto il profilo economico , il suddetto rinnovo , ed invitava a provvedere in merito con iniziative in via di autotutela.

Come si ricorda fu ad esito di tale nota dell’Anac che l’amministrazione revocò l’assegnazione e formulò un bando di gara ad evidenza pubblica – con polemiche a non finire oltre alla richiesta di dimissioni dell’assessore Chiara Sapigni- ad esito del quale Camelot si aggiudicò nuovamente il servizio Sprar.

Orbene nella nota del 2.11.ultimo scorso l’ Anac ritiene in ogni caso “sindacabile la decisione dell’Amministrazione di revocare, a seguito della prima nota di contestazioni dell’Autorità, l’affidamento a Camelot per poi bandire una nuova procedura destinata, per le motivazioni sopra menzionate, ad avere come unica partecipante e, conseguentemente, aggiudicataria la medesima cooperativa Camelot, stante l’obiettiva impossibilità di bandire una gara per la co-progettazione di un servizio i cui confini economici, soggettivi e qualitativi erano stati già definiti irrevocabilmente due anni prima. Il Comune di Ferrara avrebbe dovuto far presente all’Autorità tale circostanza e richiedere un parere circa la possibilità di proseguire il servizio con Camelot anche per l’ultimo anno rimanente, piuttosto che allestire una nuova gara. Si prende atto, in ogni caso, dell’impegno di codesta Amministrazione a predispone le prossime gare per l’affidamento dei servizi in oggetto conformandosi a quanto rilevato dall’Autorità in merito ai precedenti affidamenti alla cooperativa Camelot e secondo gli orientamenti espressi nella determinazione Anac n. 32 del 20 gennaio 2016 recante ‘Linee guida per l’affidamento di servizi a enti del terzo settore e alle cooperative sociali”.

Secondo il Sindaco Tagliani – che ha chiesto ed ottenuto di partecipare personalmente alla audizione ANAC del 7.9.2016 alla presenza del Dr. Cantone – questo dimostra che le amministrazioni vivono una stagione di confusione normativa nella quale neppure all’Anac è facile orizzontarsi visto che oggi si prende atto che l’affidamento diretto era, in quel contesto, la via corretta e si mostrano perplessità sul fatto che il Comune di Ferrara ha revocato quell’affidamento e poi fatto una gara: decisioni assunte dall’Amministrazione proprio in ossequio e su espressa indicazione di principio dell’ Anac stessa.

In ogni caso l’occasione è servita per tracciare una linea condivisa per il futuro avendo chiarito la correttezza della condotta amministrativa dell’Ente.

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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