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Lo spettacolo, con regia di Paolo Valerio, si terrà il 15, 16 e 17 dicembre al Teatro Comunale di Ferrara. Alessandro Haber e il resto della compagnia incontrano il pubblico sabato 16 dicembre alle 18 al Ridotto

Il celebre romanzo ‘La coscienza di Zeno’ di Italo Svevo vede diverse interpretazioni nell’ultimo secolo. Venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 dicembre al Teatro Comunale di Ferrara, Zeno Cosini verrà interpretato dall’attore Alessandro Haber, che in scena riesce a incarnare la profondità e l’ironia surreale del protagonista del romanzo più introspettivo, psicanalitico e affascinante del ‘900 italiano. 

Nel 2023, ‘La coscienza di Zeno’ festeggia il suo centenario dalla pubblicazione e la sua innovativa, coinvolgente scrittura lo rende adatto anche per essere trascritto nel linguaggio teatrale. La storia segue il percorso del protagonista, che cerca di risolvere il suo ‘mal di vivere’ e cerca di cambiare e guarire. ‘La coscienza di Zeno’ rivela i molteplici lati della condizione umana, in cui la positività e la voglia di arrendersi si alternano quotidianamente.

Alessandro Haber nel 2007 ha ricevuto il premio come miglior attore non protagonista al Nastro d’Argento per il film ‘Le rose del deserto’ e ha ottenuto numerosi riconoscimenti di carriera, tra cui il David di Donatello (1994), un Globo d’Oro e cinque Nastri d’Argento (nel 1990, 1994, 1995 e 2007). Oltre ad Haber, Alberto Onofrietti, Francesco Migliaccio, Valentina Violo, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Emanuele Fortunati, Meredith Airò Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin e Giovanni Schiavo completano la compagnia.

 

INCONTRO CON LA COMPAGNIA 

Alessandro Haber, Alberto Onofrietti, Francesco Migliaccio, Valentina Violo, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Emanuele Fortunati, Meredith Airò Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin e Giovanni Schiavo incontrano il pubblico al Ridotto del Teatro sabato 16 dicembre ore 18, per presentare ‘La coscienza di Zeno’. Modera Marcello Corvino, direttore artistico del Teatro Comunale. Anche gli spettatori potranno fare domande e conoscere da vicino l’artista e la compagnia. Ingresso libero fino a esaurimento posti. L’incontro sarà trasmesso anche sul canale Youtube del Teatro.

Immagini di Simone di Luca, cortesia Teatro Comunale

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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