Skip to main content

Per costruire il futuro non bisogna restare soggiogati al passato, ma salvaguardare i valori positivi sfrondandoli dagli errori. Legacoop Estense intende progredire nel proprio percorso di impresa mantenendo l’individuo al centro del progetto economico, facendo perciò leva su principi quali associazionismo e cooperazione. Sono questi i cardini di una società che si cura del benessere diffuso delle persone e ragiona oltre i limiti perimetrali del territorio e delle convenienze. “Manteniamo la rotta” è l’impegno ribadito da una realtà aziendale di primissimo piano del nostro Paese, che proclama di voler operare (anche controcorrente) al di fuori della logica del mero economicismo.

Il 24 febbraio 2017 segna quindi una tappa significativa per Ferrara e per il futuro del suo territorio. E quello del Teatro “Nuovo” è apparso lo scenario lo scenario più adeguato per ospitare, dopo nemmeno un anno dalla sua fondazione, l’assemblea delle cooperative di Ferrara e Modena, che, nel rinnovarsi proclamano dunque fedeltà ai valori fondativi. L’atmosfera è quella delle grandi occasioni e la bussola, emblema rappresentativo dell’evento, guida protagonisti e partecipanti verso il concetto di aggregazione, elemento necessario per mantenere “la rotta del cambiamento”.

Francesca Federzoni, Vicepresidente Legacoop Estense, introduce la storyline di questo progetto, descrivendo importanti risultati conseguiti in questi pochi mesi dalla nascita della fusione. Dal 6 marzo 2016 ad oggi il cambiamento è stato continuo, nata come progetto ora è una realtà, una famiglia allargata in un territorio allargato. Degni di nota sono la maggior presenza nel settore servizi alla persona e all’impresa, la presenza femminile media è salita al 40% e molto diversificata nei diversi settori e la stabilità del rapporto patrimonio netto e prestito associato. Nonostante gli investimenti quantificati in 4,5 milioni (nel 2015) in tirocini formativi, tra le note dolenti persiste una diminuzione d’investimento nella formazione, un trend che occorre invertire. Il concorso Bellacoopia è una valida innovazione che certifica il connubio tra cooperazione e sostenibilità con istruzione. Per quanto riguarda la questione ‘giovanile’, la presenza e partecipazione dei giovani è rappresentata da un segno ‘più’, sono infatti 11 le nuove cooperative costituite da essi, con alti profili di studio e che operano in settori innovativi. Oltre all’aumento della produzione del 17,2% sul biennio precedente e ad una riduzione dei costi pari al 11,1%, l’utile prodotto è stato dedicato al patrimonio.
La relazione di Andrea Benini, presidente Legacoop Estense, si apre con il saluto a Giuliano Grandi, presidente Agci e convinto promotore dell’Alleanza. Egli parla di crisi come: “un cambiamento strutturale, di come i soggetti meno colpiti siano le grandi aziende, chi lavora all’estero, ha innovato, chi ha elevato capitale umano e scarsa dipendenza finanziaria. Ma non tutti sono in queste condizioni a Ferrara e Modena. Territori di grande vitalità che in questi anni stanno affrontando situazioni difficili e lottano per mantenere il proprio status.” Continua identificando il disagio sociale dei lavoratori: “La nuova povertà diffusa. Alle persone in povertà estrema, si affiancano i cosiddetti working poors (persone che hanno un’occupazione, ma non riescono a condurre una vita dignitosa) e i giovani disoccupati che non arrivano a fine mese.” E la mancata risposta politica ai problemi: “Il paese non cresce abbastanza e il debito resta alto. La politica sembra avvitata in un conflitto permanente, che impedisce di affrontare i problemi reali e impostare strategie di lungo periodo. Il peso di tasse e burocrazia resta elevato nonostante gli importanti sforzi del precedente Governo.” Ma la finestra che si affaccia al futuro è spalancata e colma di opportunità da cogliere, iniziando da questa nuova associazione con cui sono stati superati i confini provinciali di Modena e Ferrara: “Abbiamo seguito le rotte che legano Ferrara e Modena. La manifattura, il marchio del Ducato Estense e la strada vera, sperando che arrivi presto, la Cispadana.”
L’Emilia-Romagna è la regione più performante d’Italia.” I primi risultati sono sotto gli occhi di tutti: “Abbiamo creato un’unica società di servizi, procedendo all’incorporazione di Lcs e Finpro. Oggi l’azione integrata di Legacoop Estense e di Finpro consente di fornire alle cooperative una gamma maggiore di servizi in termini di qualità e quantità. Si pensi a Sportello Consip a gare, Ufficio studi, Ufficio legale e legalità, Ufficio comunicazione. Stiamo progettando un servizio di “Sos false cooperative.”
Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara, solleva inizialmente alcune problematiche quotidiane che interessano Ferrara, la regione Emilia-Romagna e il paese: “La trasformazione costituzionale che è in atto nel nostro paese necessità della ricerca di un equilibrio. Crisi economica, crisi dei consumi e crisi del debito (Carife), in particolare quest’ultima registra un rapporto fisiologico tutt’altro che agevole, ha determinato un impoverimento ulteriore del nostro territorio.” In tempi come questi la risposta rappresentativa c’è stata: “L’amministrazione comunale ha registrato un taglio del nostro debito di 70 milioni. L’alleanza territoriale che abbiamo costruito è una soluzione notevole e proficua in ottica di rilancio del territorio a livello strategico.” E anche un’opportunità innovativa che può rendere molto competitivo il territorio rispetto agli altri competitor: “Pensiamo alle infrastrutture, che sono il motore delle nostre imprese, la cispadana risolve un problema che è di tutta l’Emilia-Romagna, agevola il sistema logistico.” Dello stesso avviso il sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli: “Parlo di competizione territoriale, invito le forze sociali e istituzionali a guardare oltre i confini amministrativi e valorizzare le relazioni, le sinergie. Strategie comuni e protocolli, che riguardano infrastrutture come la cispadana, non intesa solo come opera dei nostri territori, ma è un’opera strategica per dare futuro all’Emilia-Romagna. L’importanza di una infrastruttura che rivoluzionerà l’area centrale del sistema della regione.”
Martina Bagnoli, Direttrice Gallerie Estensi, illustra il rapporto Economia-Cultura, un’importantissima sinergia e fiore all’occhiello del nostro paese, sfatando il mito secondo il quale li vede agli antipodi: “Molto spesso negli ultimi anni si è parlato della cultura come vero motore trainante dell’economia italiana. Il Sole 24 ore ha quantificato circa 250 miliardi mossi, il 17% del Pil italiano. Questo non è solamente una peculiarità italiana, bensì anche in altri paesi dati significativi raccolti hanno confermato questo trend. Sottolinea: “Discorsi sul Pil e sugli introiti non possono essere l’unico fattore determinante per gli investimenti sulla cultura.”

tag:

Mattia Rizzati


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it