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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Mercoledì 18 maggio alle ore 11 presso il Salone d’Onore di Palazzo Pendaglia, sede dell’Istituto Alberghiero Orio Vergani, (via Sogari, 3), si terrà la presentazione del nuovo insegnamento a scelta dello studente, di Medicina Culinaria nell’ambito del Corso di Laurea in Medicina e chirurgia dell’Università di Ferrara

Come ci spiega Michele Rubbini, docente del Dipartimento di Morfologia, chirurgia e medicina sperimentale..“Negli ultimi decenni il rapporto tra cibo e malattia è divenuto oggetto di attenzione da parte di grandi Istituti Internazionali di ricerca scientifica e di singoli ricercatori. Il National Cancer Institute ha stimato che il 35% dei tumori riconosce una derivazione alimentare, ed ha confermato il ruolo del cibo nello sviluppo di patologie come il diabete di tipo 2, l’obesità o malattie cardiovascolari”.

“E’ oggi riconosciuto – prosegue Rubbini – che una particolare attenzione ad inserire nelle abitudini alimentari cibi di origine vegetale e carni controllate, controllare il peso ed una quotidiana attività fisica, sono elementi in grado di ridurre il rischio di ammalarsi delle patologie menzionate. In considerazione di questo l’attenzione della comunità scientifica si è spostata sul rapporto tra l’alimento e la sua trasformazione in cibo. E’ nata quindi negli Stati Uniti una nuova disciplina definita Culinary Nutrition, che si occupa non solo del contenuto nutrizionale dei singoli alimenti, ma anche di studiare le modalità con cui la manipolazione possa mantenere il più possibile le caratteristiche positive di un alimento”.

Unife ha quindi deciso di attivare nell’ambito del corso di laurea in Medicina e chirurgia, un Corso di insegnamento dedicato alla medicina applicata alla cucina.

“Tra gli obiettici del nuovo corso – conclude Rubbini – quelli di fornire elementi di conoscenza della composizione degli alimenti, della loro derivazione, delle metodiche di produzione e conservazione nonché di distribuzione e di interpretazione delle etichette, inquadrare il ruolo del cibo nel determinismo della malattia, identificare le componenti alimentari utili alla nutrizione ed alle attività di riduzione del rischio di malattia, fornire elementi di tecnica culinaria ed indicazioni sul comportamento alimentare a scopo preventivo generale ed in singole condizioni patologiche”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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