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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Il “Sello de Excelencia CEI-Mar”, prestigioso riconoscimento dell’Università di Cadice (UCA), è stato consegnato all’Università di Ferrara lo scorso 23 febbraio nel corso della visita di una delegazione Unife nella città costiera spagnola e sottolinea l’eccellenza della collaborazione tra i due Atenei nell’ambito marino e delle scienze della terra.

Unife, infatti, è una delle poche Università italiane che da anni gestisce con l’Ateneo spagnolo di Cadice una laurea a doppio titolo in “Geologia applicata e gestione integrata dei sistemi litorali” e dallo scorso anno un percorso di dottorato congiunto in Scienze della Terra e del Mare (EMAS), riconosciuto sia in Italia che in Spagna.

Il “Sello”, sino ad ora concesso alla sola Università Autonoma del Messico (UAM), è stato consegnato dal Rettore dell’Università di Cadice Eduardo González Mazo alla delegazione Unife composta da Franco Mantovani, a cui si deve il successo grazie alla collaborazione avviata con l’Università spagnola nel 2002, Andrea Conti, Presidente del Consiglio della Ricerca e Massimo Coltorti, Direttore dell’Istituto Universitario di Studi Superiori IUSS-Ferrara 1391. Presenti alla cerimonia anche il coordinatore Unife del doppio titolo magistrale Paolo Ciavola e rappresentanti dell’Ateneo spagnolo.

“Questo premio costituisce il riconoscimento di anni di proficuo lavoro di ricerca e di scambio didattico e scientifico – affermano i membri della delegazione – L’eccellenza riconosce alla nostra Università un ruolo strategico nell’internazionalizzazione dell’Università di Cadice che apre con noi verso l’Europa e disegna importanti prospettive di sviluppo per il nostro Ateneo e verso l’America centro-meridionale con l’UAM. L’Università spagnola è infatti molto interessata a costruire nuovi ponti verso Unife in molti campi tra cui la medicina, l’economia, il diritto (soprattutto marittimo), l‘archeologia, l’agro-ambientale, l’ingegneria portuale, la sensoristica”.

Nei giorni successivi la delegazione ferrarese ha visitato i campus UCA di Jerez della Frontera e di Algeciras, dove si è confrontata con i Direttori dei dipartimenti sulle linee di ricerca per trovare opportunità di programmi congiunti a livello europeo.

“Ferrara e Cadice hanno molti punti in comune– concludono i docenti – sia per il numero di studenti sia perché entrambe sono città che incidono o si trovano su aree costiere, dividendo così problematiche comuni come la salinizzazione dei suoli e delle falde, la gestione turistica dei litorali, i rischi da erosione ed inondazione. Queste analogie fanno di Cadice un partner ideale per il nostro Ateneo per sviluppare uno scambio proficuo di studenti e ricercatori ed una solida collaborazione”.

Per informazioni: Carlotta Cocchi – 0532/293554 – 338/6195391

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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