Replica ai temi trattati durante l’incontro dello SPI-CGIL del 27/02/2014
da: Comitato salvaguardia ospedale del Delta
Ciò che più colpisce fra i temi trattati nell’incontro SPI-CGIL, avvenuto nella giornata di ieri , sono le due questioni che hanno visto coinvolti i cittadini di tutta la Provincia: gli accessi al Pronto Soccorso e il depotenziamento degli ospedali chiamati “spoke”. La chiusura del Pronto Soccorso di Comacchio, infatti, è un esempio emblematico, dal momento che questa scelta, messa in atto attraverso metodologie sconcertanti, ha portato inevitabilmente ad un allungamento dei tempi di attesa presso il PS del nosocomio del Delta, visto che tutta l’utenza del basso ferrarese non può più scegliere fra due postazioni, ma deve recarsi per forza tutta quanta a Lagosanto. Ecco, che le due tematiche sopra segnalate sono strettamente correlate e stupisce che la dirigenza dell’Ausl e dell’Azienda Ospedaliera (rispettivamente rappresentate dal Dott. Sandro Guerra e dal Dott. Ermes Carlini) non voglia fornire ai cittadini le informazioni complete, come invece cerchiamo di fare da tempo come Comitato civico. Infatti, in qualità di cittadini che vivono il territorio nella sua integrità, sappiamo bene cosa significhi subire le scelte del piano strategico 2013/2016, che abbiamo più volte criticato sia nel merito sia nel metodo attraverso cui è stato adottato (ovvero senza passare per i Consigli Comunali). Pensiamo ad esempio agli abitanti dei Comuni di Goro e Mesola, che oltre ai lunghi tempi di attesa, dovranno recarsi a Cona e non più al Delta per alcune tipologie di visite specialistiche (vedi Emodinamica), avendo, inoltre, a pochi chilometri la possibilità di recarsi in Veneto dove i tempi sono molto più brevi. Non vogliamo quindi che la nostra Provincia divenga un luogo in cui per avere una prestazione medica d’emergenza si rischi di trovare il Pronto Soccorso più vicino colpito da “iper afflusso” (come dichiara Ermes Carlini) a causa della chiusura di alcuni presidi e non vogliamo nemmeno che, in tempi di crisi economica come questi, si debba creare una scissione sociale fra coloro che possono permettersi il lusso di rivolgersi a specialisti in libera professione per avere tempi decenti. Infine, sarebbe ora di dire ai cittadini che tipo di progetto futuro si ha in mente per la sanità di questa Provincia e sarebbe bene farlo attorno a un tavolo in cui tutte le realtà politiche, civiche, sociali e sindacali siano coinvolte veramente.
Quanto emerso dall’intervento del Dott. Sandro Guerra al congresso provinciale Spi-Cgil non fa che corroborare quanto sostenuto fino ad ora, ed a più riprese, dal Comitato per la Salvaguardia dell’ospedale del Delta e dalla Consulta Popolare del San Camillo: il depauperamento dei servizi delle strutture sanitarie periferiche ed il conseguente sovraccarico dell’Arcispedale Sant’Anna penalizzano l’utenza nel suo complesso e non garantiscono servizi efficienti. I dati resi noti durante il congresso confermano che il percorso descritto nel “Piano strategico di riorganizzazione, qualificazione e sostenibilità della sanità ferrarese per il 2013-2016”, che ricordiamo è stato presentato all’attenzione dei sindaci dei comuni interessati appena tre giorni prima dell’approvazione, non è assolutamente una risposta alle esigenze della popolazione ferrarese, bensì è da intendersi come una strategia perdente volta a tamponare momentaneamente le errate politiche di spesa sanitaria della provincia. Risultano particolarmente emblematiche, se non altro indicative di una chiara ammissione di colpa, le parole del Dott. Guerra in relazione ai tempi d’attesa per le visite specialistiche (le più lunghe della regione Emilia-Romagna in alcuni casi) « Non nego ci siano problemi, peggiorati negli ultimi anni ». È plausibile, se non certo in caso le autorità sanitarie perseverassero nel cammino fino ad ora intrapreso, nei prossimi mesi invece di assistere ad una normalizzazione dei tempi di erogazione delle prestazioni, si assisterà ad una ulteriore e significativa dilatazione dei tempi di attesa e sovraccarico di lavoro per il personale operativo che continua a diminuire. I fatti smentiscono tutte le rosee previsioni millantate dalle autorità sanitarie, tanto provinciali quanto regionali, e danno ragione ai comitati, sempre inascoltati e talvolta improvvidamente additati. Ritenendo che i limiti di decenza degni di un paese civile siano stati ampiamente superati, sarebbe opportuno che i vertici delle autorità sanitarie, e per corresponsabilità i sindaci firmatari del “Piano strategico di riorganizzazione”, valutassero con molta attenzione la possibilità di rivedere la strategia in atto attraverso un confronto costruttivo e scevro da pregiudizi con i comitati per evitare il definitivo collasso della sanità provinciale.
Come mai a Piacenza sono riusciti a mantenere la centrale 118 invece che “donarla”a Parma così come da intenti iniziali: “solo” a causa del “Codice Blu”? Come si può contestare la vicinanza Ospedale del Delta ed Ospedale di Comacchio (in un’ottica di Presidio Ospedaliero Unico) quando a Modena vi è la quasi medesima distanza, forse meno, tra il Policlinico e l’Ospedale di Baggiovara (soli nove chilometri)? Qualcuno in Regione sostiene che le altre Provincie sono “stanche” di pagare per noi ferraresi: la verità è che noi ferraresi siamo stanchi di pagare per la Regione!
Quindi non resta che chiedersi quale differenza intercorra tra la propaganda delle Aziende Sanitarie, sostenute solo da alcuni appartenenti della vecchia e stantia politica (locale e regionale) e da sindacati che hanno perso di significato nel loro operato, ed i coordinamenti, assolutamente trasversali, dei Comitati Civici che sostengono la Buona Sanità, la risposta è semplicissima: ovvero la solidarietà verso il prossimo. Quella stessa solidarietà che fa quotidianamente operare tutti i Cittadini che si battono per preservare i propri Diritti, in particolare il Diritto alla Salute sancito con ferree parole dall’Articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana.
NICOLA ZAGATTI
Cofondatore ed attivista