Skip to main content

Illuminismo dove sei?

Illuminismo dove sei?

Illuminismo, come è stato possibile estinguere la tua luce? Il progresso, la libertà, la giustizia sociale gettati nel cesso. Le moltitudini che una volta erano classe sociale ed orgoglio, ora abdicano al pensiero facile, all’omologazione, brancolano nell’ignoranza da internet e accusano i pochi di arrogante tracotanza. I potenti senza classe né stile, buzzurri analfabeti che si ergono a dominatori del mondo grazie ai loro conti cifrati.

La violenza della guerra senza regole accettata, lo sdegno per una vetrina frantumata.

Come è possibile, Illuminismo, che tu sia evaporato?

Al tuo posto macerie fumanti, sangue d’innocenti, adoratori di chiese senza Dio, la tragedia che si tramuta in farsa, il teatro degli orrori dove sanguisughe con cravatte ora rosse ora blu sentenziano sul cadavere dell’umanità intera.

Regole d’ingaggio nel dibattito civile sbriciolate come vasellame travolto da elefanti senza volto; la storia non vi assolverà, ma sarà troppo tardi.

E il popolo che fa?

Si arrabatta, qualcuno manifesta, taluni eroi rischiano la vita per gridare in faccia agli aguzzini Giustizia e Libertà. Ma il resto, gli imbelli, la maggioranza silenziosa, vota i criminali che si sono impadroniti del mondo civile, non si ribella nemmeno durante un Genocidio – sotto sotto se la sono cercata, dicono taluni.

Ma dove sei, secolo dei lumi?

Quando la ghigliottina della restaurazione si è reimpossessata della tua luce? Dove sono le folle del quarto stato che con falci e forconi ribaltano l’ordine costituito?

Non riesco a scrollarmi di dosso la crosta dell’apatia con cui gli stregoni, servi dei padroni, mi hanno ricoperto. Deleghiamo la rivolta, siamo troppo “grossi” Comandante, non riusciamo a passare attraverso quella maledetta gola dove i sicari ci stanno aspettando. Come può l’uomo uccidere un suo fratello (cit.).

Nemmeno di fronte alla morte siamo tutti uguali, guerre diverse, diverso peso, un morto amico vale settanta nemici, peggio delle fosse d’ardesia, mostri neri come la pece inghiottono vite come fossero arachidi lanciate nelle gabbie delle scimmie, in uno zoo del 1984.

La verità è menzogna (cit.), i giornalisti uccisi come obiettivi sensibili sono il modus operandi del nulla che invade le praterie di tutte le terre.

Non riesco a sostenere le mie idee, i miei pensieri, contro tutti quelli che si fanno scudo di un telefono a luce viola e che non leggono una pagina di carta dalle elementari, ma si “informano”, “sanno”, hanno mille certezze che ti sbattono in faccia ad ogni sussurro.

Con che armi combattiamo la magniloquenza, con che forza resistiamo a tutto questo guano che ci sommerge, come possiamo emergere dal fango dell’odio? Non conosco le risposte, ho solo domande, non ho certezze ma solo dubbi.

Come è possibile giocare a scacchi con un piccione? Ti guarda strano, poi sale in piedi sulla scacchiera, ribalta i pezzi, scagazza e se ne va tutto impettito.

Illuminismo, quando hai smesso di illuminare il sol dell’avvenir?

Come possiamo permettere di essere governati da esseri aberranti, che quando va bene si crogiolano nell’italico “chiagni e fotti”, mentre alla peggio amplificano per mille il motto del Marchese del Grillo “io so’ io e voi nun siete ‘n cazzo”, dove abbiamo sotterrato le armi dei nostri partigiani?

Troppe domande, nessuna soluzione ed allora mi aggrappo ancora a te, dolce Enrico, per cercare un lume nel buio.

Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia”.

 

In copertina: Journéè des tuiles, Alexandre Debelle, wikimedia commons

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

Tutti i tag di questo articolo:

Cristiano Mazzoni

Cristiano Mazzoni è nato in una borgata di Ferrara, nell’autunno caldo del 1969. Ha scritto qualche libro ma non è scrittore, compone parole in colonna ma non è poeta, collabora con alcune testate ma non è giornalista. E’ impiegato metalmeccanico e tifoso della Spal.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *