Parole a capo
Sonia Tri: “Cosa resta del temporale?” e altre poesie
“Se la poesia non viene naturalmente come le foglie vengono ad un albero, è meglio che non venga per niente.”
(John Keats)
Accarezzo la magnolia
Accarezzo la magnolia,
passo la mano
fra ciocche d’erba
e biondi gigli.
Sono, con essi,
nell’intenzione del vento,
del cielo ormai lontano.
La solitudine,
adesso,
è questo pallido sole
annacquato.
Pare che tutto accada
Pare che tutto accada
fra le braccia azzurre di giugno.
Nei suoi lunghi respiri
campestri.
Nel lucido divenire
di condense floreali.
Fedele come un primo amore
biondo.
Eppure, sicuramente,
ogni cosa conosce
la malinconia.
Cosa resta del temporale?
Non tremano più
i prati
e la luce ammutolisce
il tuono.
Improvvisamente,
si sciolgono
grumi di cielo,
contro cui abbaia
un cane.
Ecco l’aroma del Tiglio
che alleggerisce
l’umidità.
Dev’essere questo
l’intimo sapore
dell’universo.
Di questo mondo
Di questo mondo
vorrei lasciarti
il suono di un’armonica.
E vorrei lasciare nel vento,
la memoria
dei pollini.
Nella pioggia,
il vociare nuovo
dei germogli.
In ogni seme,
la libertà di ognuno.
Sonia Tri (Pordenone). Appassionata di scrittura, si dedica alla stesura di racconti in prosa, uno dei quali è scelto come racconto d’appendice nel libro ” Teologia della Follia” di Mattia Geretto (2013). Il suo esordio, invece, avviene qualche anno prima, collaborando ai racconti per l’infanzia del Corrierino del Friuli Venezia Giulia, con Guglielmo Donzella editore. Le sue poesie presenti in molte antologie, sono raccolte in buona parte in due sillogi: “Senti come respirano gli alberi” (2012); “I colori del cielo a settembre” (2020). Di queste, l’autrice cura la pagina FB: Le parole di Sonia Tri.