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Da: PD Stampa

Calvano: “Dalla Regione 850 mila euro per potenziare la rete di Pronto Soccorso in provincia di Ferrara”

Uno stanziamento che consentirà 15 nuove assunzioni

A due mesi dall’annuncio della Regione Emilia-Romagna del piano di miglioramento della rete dei Pronto Soccorso in tutto il territorio regionale, arrivano i primi stanziamenti economici. Un totale di 7 milioni di euro per migliorare i servizi e potenziare il personale tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari.

“A Ferrara arrivano così 850 mila euro e si stima che queste risorse potranno consentire una quindicina di nuove assunzioni” annuncia il consigliere regionale e segretario Pd Emilia-Romagna Paolo Calvano. “L’obiettivo prioritario, è il miglioramento della presa in carico del paziente in condizioni di emergenza-urgenza – aggiunge Calvano – oltre a contenere i tempi di permanenza (dall’ingresso alla chiusura del caso con le dimissioni o il ricovero) entro le sei ore, che possono diventare sette per i casi di maggiore complessità. Si tratta quindi di una risposta ai bisogni dei pazienti, dei loro accompagnatori e di chi lavora all’interno delle strutture ospedaliere, che includono oltre ai Pronto Soccorsi anche i Punti di Primo intervento ospedalieri e territoriali, i servizi per la continuità assistenziale, le Case della Salute nonché i centri specialistici con accesso in urgenza”.

Tra gli strumenti di miglioramento previsti anche l’introduzione di un nuovo codice per il triage e la rimodulazione del livello di emergenza. “Tra il codice rosso e quello bianco sono previste urgenze con tre diverse intensità: indifferibile con codice arancione, differibile con codice azzurro e verde per le urgenze minori. – spiega Calvano – Un modo, questo, per sfoltire e differenziare la categoria dei codici verdi, da sempre più corposa per numero di accessi. Ora sarà possibile specificare ulteriormente i livelli di priorità a beneficio di chi è in attesa per la valutazione del medico. Resta tuttavia l’impegno a evitare i cosiddetti accessi impropri al pronto soccorso, che risultano problematici sia per il personale sia per gli altri pazienti che aspettano la prestazione”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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