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Da: Comunicazione Istituzionale e Digitale Unife

Camici di silicio
Algoritmi o narrazioni alla base della relazione tra medico e paziente?

Venerdì 28 giugno 2019 ore 16.00 – 18.00

Aula G, Dipartimento di Studi Umanistici, Via Paradiso 12
L’uso della tecnologia e dell’intelligenza artificiale sta trasformando nel profondo la medicina e promette di migliorare notevolmente le nostre capacità di diagnosticare e trattare le malattie. Ma in gioco c’è anche la relazione umana tra medico e paziente in quanto fondamento dell’arte della cura.

“Camici di silicio. Algoritmi o narrazioni alla base della relazione tra medico e paziente” è l’incontro pubblico organizzato per venerdì 28 giugno alle ore 16.00 presso l’Aula G del Dipartimento di Studi Umanistici in Via Paradiso 12. L’organizzazione è a cura del Laboratorio di ricerca in storia e comunicazione della scienza DOS – Design of science e del Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara.
Intervengono Maria Cecilia Cercato, medico dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, e Gilberto Corbellini, filosofo e storico della medicina de La Sapienza, Università di Roma.

Chirurghi robot che eseguono complesse operazioni al posto degli umani, infermieri automatizzati che assistono i pazienti in ospedale o a domicilio, app che ci consentono di tenere costantemente sotto controllo i nostri parametri vitali: sono soltanto alcune delle novità introdotte dallo sviluppo tecnologico nel mondo della medicina sulle quali si è aperto un ampio dibattito tra gli esperti e nell’opinione pubblica. Siamo di fronte all’introduzione di ausili che miglioreranno le conoscenze diagnostiche e le capacità terapeutiche o all’emergere di un approccio che mette in questione il senso stesso della cura medica?

Ciò che è in gioco è l’idea tradizionale di medicina e il significato di personalizzazione della cura, di cui si accentuano di volta in volta gli aspetti tecnologici – profilazione genetica, raccolta ed elaborazione di dati – o relazionali – ascolto delle storie di malattia, cura basata sul dialogo. Ma questi aspetti sono in contraddizione tra loro o è possibile trovare una via che ne sfrutti i rispettivi vantaggi e su di essi costruisca una nuova medicina più efficace ed inclusiva?

L’incontro “Camici di silicio” conclude il ciclo primaverile di Controversie, l’iniziativa del Laboratorio DOS di Unife, che svolge ricerche sugli aspetti pubblici delle controversie scientifiche e soprattutto sui loro aspetti comunicativi.

Michele Fabbri e Marco Bresadola, direttori del Laboratorio DOS introducono il tema e coordinano l’incontro.

Da: Comunicazione Istituzionale e Digitale Unife

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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